Parlamentarie M5s, la grande purga degli avventurieri in cerca del biglietto buono per la lotteria
Non è democrazia, ovviamente. Ma cosa potevano fare di diverso nel M5s? Liberi tutti? Il mito della rete democratica è solo un'illusione

ROMA - La domanda nasce spontanea: ma questi signori che protestano vibratamente sul blog di Beppe Grillo, che idea hanno della democrazia? Dalle proteste, alcune molto violente, emerge prepotente il pronome "io». Un individualismo che fa sorgere un dubbio: che sia frustrazione per non aver vinto all'ultimo secondo, quando tutto sembrava andare per il meglio, il primo premio alla lotteria del Governo? Ma, sebbene queste rimostranze appaiano ineleganti, emerge un secondo lato, ancor più inquietante. Formalmente questi personaggi hanno ragione.
Le voci di chi protesta
"La mia autocandidatura è stata illecitamente esclusa e sostituita da persone che non hanno presentato neanche la documentazione occorrente e richiesta... Il timore che, essendo tra i proponenti dei disegni di legge più votati per il nostro Parlamento mediante lo strumento Lex - iscritti di Rousseau potesse portare ad una mia conseguente scelta tra gli iscritti partecipanti ha fatto sì di escludermi a priori. Naturalmente da attivista certificato e organizzatore responsabile degli iscritti al nostro meetup mi tutelerò nelle opportune sedi per chiedere che venga svolta correttamente la nostra consultazione, che non appartiene né a Beppe Grillo né a Davide Casaleggio, ma a tutti i cittadini iscritti che compongono il progetto politico M5S. Rispetto e garanzia dei diritti riconosciuti dalle leggi e dalla nostra Costituzione, in alternativa si procede nella direzione di un MoVimentello fascistoide antidemocratico e incostituzionale".
Oppure
"Come si fa a fare un comunicato del genere? Il voto si è svolto con regolarità e in sicurezza. Regolarità e sicurezza? E' stata una prova di democrazia diretta online che non ha eguali? Democrazia? Con candidati che non hanno mandato i certificati che si sono trovati in lista con candidati con i requisiti che sono stati esclusi senza alcun motivo? Ma protestate invece di chinare il capo".
Oppure
"Scusate ma se una altissima percentuale di iscritti non è riuscita a votare visto che il sistema non rispondeva.... ma che democrazia è? E lo dico nonostante sia convintissimo e da sempre sostenitore del Movimento".
Democrazia, dove?
Ora, sebbene le lamentele siano molte e talune ben argomentate, si può fare un’analisi esterna di quanto accaduto. Senza dubbio l’allargamento al principio partecipativo è buona cosa, anche perché forse è uno dei due cardini originari che ancora resistono: il secondo è il numero massimo di mandati pari a due. Ma la democrazia del M5s più che dimostrare la malafede di un gruppo politico - come vorrebbero fare i critici esterni - mette in luce l’inadeguatezza dello strumento tecnologico della rete. La trasformazione del M5s in un partito tradizionale, evoluzione nobile anche se i diretti interessati negano questo passaggio, necessita di una trasformazione fisica che dia maggiore spazio alla sicurezza dei processi. Che la mitizzazione della rete, anch’essa un retaggio senza senso, ancora preclude. Lo staff del M5s sa perfettamente che dentro queste elezioni parlamentarie sono giunti a candidarsi avventurieri di ogni risma in cerca del biglietto della lotteria. Ovviamente ha fatto bene ad escludere questi personaggi, non tutti ovviamente.
M5s attrae tutto, ma poi usa le purghe
Lo staff del M5s suppone che gli abusi da loro compiuti erano semplicemente doverosi, perché il rischio di trasformare il prossimo partito di governo in una armata brancaleone di avventurieri è a un passo. Le leve iniziali del M5s, quelle mosse da un fuoco morale nobile per intenderci e non da interesse, sono già finite dentro le istituzioni "minori». Buona parte degli attivisti fondatori si trovano ad amministrare le circoscrizioni o piccoli comuni: e non potendo lasciare quei posti liberano spazio a coloro che vedono nel M5s una lotteria dal ricco premio appunto. Potevano essere pochi o molti costoro, sicuramente non tutti: ma seguendo un principio di sicurezza nel M5s hanno preferito falcidiare tutto. Ma, sebbene in contorni delle contumelie di quelli che protestano per motivi personali siano imbarazzanti, a volte, è bene sottolineare che tecnicamente hanno ragione. Il M5s tenta di attrarre tutto al suo interno, in nome del principio partecipativo, ma poi procede a purghe con metodi obliqui.
M5s come sulla strada dei Soviet
Il principio ricorda molto gli albori del sovietismo in Russia. Anzi, vedere l’intero processo del M5s, dalla sua fondazione al giorno d’oggi, mette in evidenza forti analogie con la parabola leninista di cento anni fa. Invitare chiunque a governare una nazione ricorda il principio della «cuoca di Lenin», nonché i meetup, ovvero i soviet del tempo, la funzione del capo fondatore e taumaturgo, Lenin, e dulcis in fundo il motto "uno vale uno" sono parole non di Beppe Grillo, ma di Vladimir Ilic Ulianov detto Lenin. Ovviamente l’ideologia soggiacente è nettamente diversa, sebbene il M5s, soprattutto Beppe Grillo, sia pervaso da forti elementi classisti e anticapitalisti. Ormai cancellati dall'egemonia di Casaleggio, chiaramente neoliberista. E, infine, cosa dire del principio di assoluta fedeltà al partito che pervadeva i bolscevichi come gli attivisti oggi? Un monolite granitico, totalmente indifferente a ogni tipo di critica. Il partito, o il movimento, hanno sempre ragione, anche quando sbagliano.
Un esercito oscuro
Ma, guardando queste Parlamentarie così controverse, emerge un altro parallelo tra quell’esperienza e questa. La nascita all’interno del M5s di un potere nel potere, oscuro: quello di coloro che gestiscono la piattaforma informatica. Un vero esercito, autonomo, che non risponde a nulla, il cui compito è purgare l'organizzazione dagli elementi spuri. Si parla ovviamente della Casaleggio Associati e della oscura piattaforma Rousseau. Un potere che si arroga il diritto di vita e di morte, politica, sul corpo del suo partito. Ecco, questo, con la democrazia non ha molto da spartire. E’ una democrazia controllata, lontanissima da quanto l’Italia ha espresso con i partiti nel dopoguerra. Dove sconosciuti in cerca di fortuna non osavano nemmeno avventurarsi dentro la Democrazia Cristiana o il Partito Comunista.
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