Leu contro la missione in Niger: «Neocolonialismo»
Erasmo Palazzotto: «La decisione del Governo di deliberare non una ma due nuove iniziative militari a Camere sciolte è un atto di prepotenza istituzionale»
ROMA - «La decisione del Governo di deliberare non una ma due nuove missioni militari in Africa, Libia e Niger, con le Camere sciolte è un atto di prepotenza istituzionale che condizionerà il futuro della politica estera del Paese per i prossimi decenni. Una scelta di questa natura non può essere assunta da un Parlamento che non si trovi nel pieno delle sue funzioni senza che questo determini un vulnus per la nostra democrazia». Lo ha affermato in una nota Erasmo Palazzotto, vicepresidente della commissione Esteri della Camera ed esponente di Liberi e Uguali, in una nota diffusa a margine dell'audizione dei ministri di Esteri e Difesa con le commissioni riunite.
Interessi neocoloniali
«Ci troviamo davanti - ha aggiunto il deputato - a due nuove missioni di particolare importanza, quella in Libia e quella in Niger, che dietro la retorica del contrasto all'immigrazione nascondono interessi neocoloniali che rischiano di trascinare l'Italia in una nuova stagione di conflitti nello scacchiere africano, prosegue l'esponente della Sinistra».
"Ulteriore destabilizzazione"
Inviare oltre 400 uomini in Libia modificando anche gli assetti navali della missione Mare Sicuro «comporta infatti un'ulteriore destabilizzazione di quel Paese, con il rischio oggettivo che i nostri soldati si trovino coinvolti in un nuovo conflitto. Rivolgiamo un appello al Governo affinché interrompa l'iter autorizzativo». «Solo il nuovo Parlamento nel pieno delle sue funzioni - ha concluso Palazzotto - potrà decidere se inviare o meno i nostri soldati in Libia e Niger».
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