18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Islam

Sarà a Bari la moschea più grande del Sud. Noi con Salvini: chi la finanzia?

Mentre Sesto San Giovanni, anche detta la 'Stalingrado d'Italia, alle comunali ha detto no alla più grande moschea del Nord Italia, Bari si prepara a ospitare quella del Sud Italia. E Noi con Salvini è sul piede di guerra

Fedeli musulmani riuniti in una moschea
Fedeli musulmani riuniti in una moschea Foto: ANSA/TONINO DI MARCO ANSA

BARI - Mentre il comune dell'hinterland milanese Sesto San Giovanni, detto anche la «Stalingrado d'Italia» per essere stato  sempre amministrato dal centrosinistra, dice no alla moschea più grande del Nord Italia scegliendo un sindaco di centrodestra, la moschea più ampia del Mezzogiorno sarà invece costruita a Bari. Dove la comunità islamica, capeggiata dall’imam Sharif Lorenzini, si è aggiudicata la parte attigua dell'edificio già esistente che ospita la preghiera dei fedeli.

L'area
Si tratta di un’area dismessa di 2.500 metri quadri che si aggiunge ad altrettanti metri quadri già utilizzati. in più, i 4.500 metri quadri di spazi attigui. Ci vorranno almeno due anni per terminare il progetto, che rende necessari interventi di bonifica e permessi da parte del Comune per adeguare la struttura alle esigenze della comunità islamica locale.

Chi ha pagato?
Ufficialmente, l’acquisto all'asta dell’area è stato reso possibile grazie alle offerte dei fedeli, che sono riusciti a raccogliere novantamila euro. All'appello mancano 30mila euro che dovranno essere versati al momento della stipula dell’atto notarile. Ma la destra locale si domanda chi siano i veri finanziatori del progetto: «La mano destra non deve sapere cosa fa la sinistra", fa notare Ari Pagliara, responsabile tecnico-amministrativo della comunità . «Noi non conosciamo i finanziatori di questo progetto perché – in linea con lo spirito islamico – chi dona lo fa in silenzio».

Noi con Salvini sul piede di guerra
Ma Noi con Salvini è sul piede di guerra. «Vogliamo sapere chi sono i finanziatori di questo progetto. C’è un elevato rischio che questo grande centro islamico possa diventare luogo di ritrovo e reclutamento per aspiranti jihadisti, magari provenienti dai vari Cara dislocati su tutto il territorio della provincia di Bari. Fermo restando la libertà di culto che la nostra città ha sempre dimostrato, per esempio nei confronti della tradizione russo-ortodossa, noi temiamo nel corso degli anni una progressiva islamizzazione della nostra società, e quindi anche a Bari dove i musulmani sono tantissimi», afferma il segretario regionale Rossano Sasso.

Sicurezza
Dal canto suo, l'amministrazione barese va particolarmente fiera del progetto. Secondo l'assessore comunale alle Culture Silvio Maselli, si tratta di difendere la libertà di culto. E il responsabile della Comunità islamica assicura il massimo dei controlli e della sicurezza: «Siamo in stretto contatto con la Questura, forniamo agli investigatori della Digos tutte le informazione di cui hanno bisogno. Ci sono telecamere dentro e fuori la comunità le cui registrazione sono a disposizione delle forze dell’ordine». Certo in Europa il clima è di terrore. «Papa Francesco – sottolinea Pagliara – ha spiegato in 27 secondi quanto noi cerchiamo di spiegare da secoli e cioè che non esiste il terrorismo islamico. Nessuno ha il diritto di uccidere in nome di Dio e questo un vero musulmano lo sa», afferma. Chissà, viene da chiedersi cosa ne penseranno i cittadini baresi.