19 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Italia assetata

Siccità, è allarme. Mancano miliardi di litri cubi d’acqua, emergenza in tutta Italia

il Po è in secca. Non piove, e le scorte d’acqua sono ai minimi storici. È allarme siccità in tutta Italia, da Nord a Sud. In alcune regioni proclamato lo stato d’emergenza, mentre in città si raziona l’acqua

Siccità, il fiume Po ai minimi storici
Siccità, il fiume Po ai minimi storici Foto: ANSA

TORINO – Il Po cala ancora, e arriva a -65%, raffrontato al valore medio stagionale. Colpa della siccità, e del perché non piove. Così in Italia è ormai emergenza, con diverse regioni in situazione critica. In molte città si parla di razionamento dell’acqua: si stima una carenza idrica di 20 milioni di metri cubi d’acqua – che potrebbero riempire il Lago di Como. Carenza destinata ad aumentare se la situazione non cambia. Mentre il Governo decreta lo stato d’emergenza a Piacenza e Parma, la situazione non è migliore in Veneto o Friuli Venezia Giulia o Sicilia e Sardegna. E intanto l’anticiclone Caronte ci fa boccheggiare. A rischio anche i raccolti e il bestiame avverte la Coldiretti, che stima almeno 1 miliardo di euro di danni. Secondo gli esperti del Centro Epson meteo, ci troviamo con un deficit idrico pari al 48% delle nostre scorte, e questo può avere un impatto molto forte sia sulla vegetazione che sulla fauna, con conseguenze dirette anche per gli esseri umani.

Se non piove
Se continua a non piovere, o non come dovrebbe, la situazione è destinata a peggiorare. Non è dunque solo il caldo infernale a rendere difficile la vita, sia di giorno che di notte, ma anche il serio rischio che inizi a scarseggiare anche l’acqua potabile. Secondo la Coldiretti l’inverno e la primavera appena trascorsi sono i secondi nella classifica dei periodi meno piovosi della storia del nostro Paese. Le stime parlano di -67% di precipitazioni nel mese di dicembre, rispetto alle medie. Ma anche ad aprile la pioggia si è fatta desiderare, con il 52,3% in meno sempre rispetto alle medie. Lo scorso anno, è piovuto per circa 63 giorni nei primi cinque mesi; quest’anno lo ha fatto soltanto per 33 giorni, quasi la metà in meno. E questo dà la misura della situazione.

Il Po è sempre più basso e il mare sempre più caldo
La scarsità di piogge, come prevedibile, ha fatto abbassare il livello del principale fiume italiano, il Po. Il livello è sceso a meno di 4,9 metri, e siamo solo a giugno. La stessa cosa era accaduta lo scorso anno, solo che si era ad agosto. Se continua così, non si sa a quanto potrebbe arrivare. Se poi siamo al mare, entrando in acqua ci sembrerà di entrare in un brodo caldo, visto che la temperatura dell’acqua del Mar Mediterraneo, secondo l’Ucea (Unità di ricerca per la climatologia e la meteorologia) è di 3-4 gradi centigradi superiore alla media del periodo. Ma anche gli altri mari non se la passano meglio visto che, per esempio, in Sardegna la temperatura dell’acqua superava i 25 gradi centigradi già nel mese di maggio. Senza contare la scarsità d’acqua che ha costretto la Regione a dare fondo alle scorte.

L’emergenza
In molte regioni, a parte le Marche, è allarme siccità. Un caso su tutti l’Emilia Romagna, di cui il Governo ha decretato lo stato d’emergenza per le province di Parma e Piacenza. Ma c’è anche la Liguria, dove le piogge si sono dimezzate e la temperatura è aumentata quasi 2 gradi sopra la media. In Lombardia si registra una crisi idrica nei bacini alpini e prealpini la cui riserva si è dimezzata. In Veneto le riserve d’acqua sono ridotte ai minimi mai registrati negli ultimi vent’anni. In Toscana, la Maremma rischia di trasformarsi in un deserto, e i danni all’agricoltura sono enormi. Nel Lazio, la scarsità di piogge, diminuite del 30, non rende la situazione migliore di altre regioni: a Roma sono caduti solo 120 millimetri di pioggia dall’inizio dell’anno. Il Sud, da sempre in scarsità idrica d’estate, in questi giorni è più a rischio che mai: di cui la Calabria si ritiene essere in assoluto la regione più a rischio sia per l’agricoltura che per l’approvvigionamento. Seguono la Puglia e la Campania. «Gli agricoltori devono ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni – avverte la Coldiretti – sono a rischio dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche girasoli, i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali». Intanto il Governo ha previsto di stanziare 8 milioni e 650 mila euro, e varare deroghe per garantire che nei Comuni siano assicurate forniture regolari di acqua potabile.

Pastori sardi in rivolta
Intanto, fa sapere la Coldiretti in un comunicato, che i pastori sardi sono in rivolta. Nel comunicato, la Coldiretti scrive: «Scoppia in Sardegna la prima protesta di pastori e agricoltori in ginocchio per la siccità che sono costretti a lasciare le campagne con i trattori per invadere le strade della regione. L’iniziativa è della Coldiretti che ha mobilitato 1500 agricoltori e pastori esasperati da una situazione insostenibile. Sono partiti da Ottana, Borone e Bivio Paulilatino Nord Paulilativo per convergere con mezzi agricoli ad Abbasanta, all’altezza del 120° km della SS 131 Carlo Felice. Pastori e agricoltori - sottolinea la Coldiretti - si scusano per i disagi per il blocco delle principali arterie della Sardegna, ma denunciano una realtà drammatica con coltivazioni distrutte e difficoltà ad alimentare gli animali. Una mobilitazione senza precedenti per cercare di salvare le aziende e le greggi che rappresentano un patrimonio economico, occupazionale e ambientale insostituibile della Regione. La Coldiretti chiede interventi urgenti per garantire la sopravvivenza delle aziende messa anche a rischio dai prezzi troppo bassi pagati in campagna. A giugno nella prima decade – sottolinea la Coldiretti – in Sardegna è caduto il 40% di pioggia in meno con temperature superiori di 1,8 gradi la media del periodo, dopo mesi praticamente a secco: maggio (-95%), aprile (-71%) e marzo (-73%) secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ucea. Il risultato - conclude la Coldiretti - è la perdita del 40% delle produzioni agricole con la dichiarazione dello stato di emergenza per l’Isola».