Traffico di immigrati e potenziali jihadisti: arrestata fiorentina di 55 anni
Una donna fiorentina è finita sotto inchiesta dalla Finanza di Palermo per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, con l'ulteriore sospetto di legami jihadisti

FIRENZE - Una donna fiorentina è finita sotto inchiesta dalla Finanza di Palermo per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, con l'ulteriore sospetto di legami jihadisti. Al centro della vicenda un'organizzazione che trasportava persone di nascosto dalla Tunisia fino alle coste siciliane della zona di Marsala. Un losco giro in cui Simonetta Sodi, fiorentina di 55 anni, era finita dopo aver sposato nel gennaio scorso un immigrato tunisino, Jabranne Ben Cheikh di 28 anni, del quale sarebbe diventata anche socia in affari. Il 28enne tunisino sarebbe stato a capo di un gruppo che trasportava migranti in cambio di una parcella da migliaia di euro per viaggiare a bordo di gommoni velocissimi, che facevano la traversata dal nord Africa alla Sicilia in meno di 4 ore. Viaggi in cui venivano trasportati anche partite di sigarette di contrabbando. La donna avrebbe portato anche il denaro necessario, 10mila euro, per acquistare un’imbarcazione.
Il tunisino in carcere per traffico di stupefacenti
Quando Ben Cheikh è finito in carcere per traffico di stupefacenti nell'ottobre 2016, la donna ha provveduto ad espletare alcuni compiti, peraltro tenendo i contatti con alcune delle persone finite nell’inchiesta. Il marito, tra le altre cose, era accusato di essere uno dei «re» dello spaccio di San Salvi. A marzo è stato condannato a 6 anni di reclusione e 30mila euro di multa.
Sodi fondamentale durante l'assenza del marito
Gli investigatori pensano che, tra le persone trasportate dall’organizzazione, ci fossero anche aspiranti jihadisti. Il gruppo, secondo gli investigatori, «costituisce una seria minaccia alla sicurezza nazionale, poiché, in grado di fornire ai suoi utenti un transito marittimo sicuro, occulto e rapido». Il ruolo di Simonetta Sodi sarebbe stato molto importante soprattutto quando il futuro marito è entrato in carcere, da cui il tunisino le dava indicazioni per portare avanti l'attività in sua assenza. Secondo gli investigatori, la donna «risulta aver svolto un ruolo fondamentale nel coadiuvare il marito nella direzione e promozione dell’organizzazione criminale investigata, operando attivamente nelle fasi di acquisto del gommone utilizzato per i traffici illeciti, del trasporto dei contanti utilizzati per la transazione e dell’intestazione del natante e del relativo posto barca, ed occupandosi della gestione dei natanti per conto del marito dopo l’arresto di quest’ultimo». Quando la donna fiorentina porta il denaro per comprare il gommone, scrive un messaggio con il telefono al marito: «Ti prego goditi questa giornata che hai comprato il gommone e i tuoi soldi che ti sei guadagnato con sacrificio e paura li hai speso x una giusta causa». E in un post scrive: «Quando decidi di stare accanto ad una persona, ti assumi la responsabilità di renderla felice, nonostante le sue debolezze ed i passi falsi nonostante la gente, i giudizi, nonostante tutto.... E’ questo che lega le persone, il «nonostante tutto»...».
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