22 marzo 2023
Aggiornato 06:30
Entrambi vicini all'estinzione

Alfano e Fini, gli ex delfini di Silvio, che con il tradimento si sono condannati all'estinzione

Angelino Alfano e Gianfranco Fini, entrambi ex delfini di Silvio Berlusconi, entrambi maldestri «traditori» del mentore politico, entrambi - pur per ragioni diverse - condannati all'estinzione politica

Il leader di Ap Angelino Alfano e l'ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini
Il leader di Ap Angelino Alfano e l'ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini Foto: ANSA

ROMA - Se c'è un politico che, dalla nuova legge elettorale su modello tedesco, rimane, per così dire, «attapirato», quel politico è Angelino Alfano. Il quale, nelle ultime ore, non ha perso occasione per prendersela con l'ex alleato Matteo Renzi, colui che, com'è assolutamente nel suo stile, dopo aver conquistato la sua fiducia lo ha accoltellato alle spalle, condannandolo, praticamente, all'estinzione politica. L'accordo sulla legge elettorale tra Pd, M5s, Fi e Lega, infatti, sembra togliere ogni speranza ai partiti più piccoli come Ap di conquistarsi un posto in Parlamento. Non che le critiche dell'attuale ministro degli Esteri abbiano turbato l'ex premier e sindaco di Firenze, che ha acutamente osservato come, se dopo aver ricoperto i più importanti ministeri, Alfano non è in grado di prendere il 5%, beh, allora il problema è suo. Ma Alfano non è il solo ex delfino di Berlusconi ad affrontare il triste destino dell'ininfluenza politica. Insieme a lui c'è anche Gianfranco Fini, colui che, a un certo punto della sua carriera, si sentì l'uomo designato per succedere al Cavaliere alla guida del Centrodestra italiano, ma che, forse per troppa impazienza, tentò un «parricidio» che finì per fargli perdere ogni briciola di consenso.

Un destino comune
E l'ultimo episodio della «saga di Montecarlo» - quello che, proprio in queste ore, lo accusa di riciclaggio per due polizze da un milione di euro di dubbia provenienza - lo sta definitivamente condannando all'estinzione politica. Proprio come Alfano, che, con Fini, condivide un destino a tratti similare. Entrambi, in diverso modo, provarono a fare le scarpe a Silvio Berlusconi, smarcandosi dal leader per intraprendere i propri cammini politici. Cammini che, pensavano, avrebbero sottratto a Forza Italia lo scettro di partito capofila del Centrodestra. Peccato che il partito di Fini non abbia retto alla prima prova elettorale: proprio quello che sta per succedere alla nuova creatura politica di Alfano. 

E Silvio, loro malgrado, è ancora lì
Entrambi, traditori in modo diverso del loro mentore, sono insomma arrivati a un triste epilogo della loro carriera politica, mentre lo stesso Cavaliere, nonostante l'età, è ancora lì, determinato a non far vicere la sinistra. Certo, è un Cavaliere meno lucido di quello di alcuni anni fa, sedotto dalla nuova causa animalista: ciò non toglie che a Silvio sia rimasta una voce in capitolo importante sul futuro del centrodestra e del Paese intero. Mentre ai suoi due figliocci politici, che maldestramente hanno tentato di sottrargli lo scettro, non resta che uscire di scena con la coda tra le gambe.