28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Parla Andrea Manciulli, della delegazione italiana presso la NATO

«Il pericolo jihadista? Dai Balcani ancor più che dal Mediterraneo»

Andrea Manciulli, presidente della delegazione parlamentare italiana presso la NATO, commenta così l'arresto dei tre kosovari, parte di una cellula jihadista a Venezia

Forze dell'ordine.
Forze dell'ordine. Foto: ANSA / TELENEWS ANSA

ROMA - «Da mesi assistiamo a una campagna che parla del terrorismo che arriva dai barconi che attraversano il Mediterraneo, ma noi da tempo diciamo che bisognerebbe occuparsi di quello che arriva dai Balcani». Così Andrea Manciulli, presidente della delegazione parlamentare italiana presso la NATO e relatore del rapporto sul terrorismo di matrice jihadista intitolato «Daesh: La sfida alla sicurezza regionale e internazionale», commenta in un colloquio con askanews l'arresto dei tre kosovari, parte di una cellula jihadista a Venezia.

La minaccia dai Balcani
«E' una notizia in linea con le nostre preoccupazioni. I due più grossi arresti di jihadisti degli ultimi mesi arrivano dai Balcani, come per esempio il predicatore kosovaro Dake Haziraj che ha agito nel mostro paese che è stato arrestato in un operazione congiunta», ha spiegato Manciulli che lo scorso 16 marzo ha organizzato un convegno alla Camera sulla minaccia che viene dai Balcani.

La cellula di Venezia
«I Balcani come abbiamo detto e scritto nel rapporto sul terrorismo jihadista presentato a Sarajevo, sono per il nostro Paese una delle preoccupazioni più grandi - ha aggiunto Manciulli - la cellula che è stata arrestata a Venezia aveva la caratteristica di essere composta da persone che manifestavano evidentemente e apertamente simpatia per Daesh, dalle inercettazioni si evidenzia che avevano gioito dell'attentato di Londra e quell'evento li aveva spinti a immaginare un attacco possibile al ponte di Rialto»

Un problema abnorme e trascurato
«I Balcani sono un problema evidente, basta aprire gli occhi, per evitare che accada quanto è successo in Belgio, in cui si è trascurato il numero abnorme di foreign fighters. In Kosovo, solo per dare alcuni numeri» che danno il polso della situazione, «su una popolazione di 1,8 milioni di abitanti ci sono più di 500 foreign fighters».

Standard normativo
Uno dei mezzi per poter controllare e gestire la crescita di questo fronte è quello di «creare standard normativo. Un punto che è fondamentale per battere il terrorismo. E l'Italia è in prima linea nella collaborazione coni Balcani su questo fronte. Esistono dei reati che in alcuni paesi dell'area non sono perseguiti oppure, per fare un esempio, la normativa sulle schede telefoniche è molto diversa. In Italia c'è un sistema efficace perché per attivare un contratto servono il codice fiscale e un documento di identità, in altri Paesi si comprano come i francobolli e questo ha fatto sì che i terroristi siano abili e abbiano capito dove è più facile agire», ha concluso Manciulli.