19 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Il leader della Lega su referendum, immigrazione e centrodestra

Salvini all'attacco: col «no» Renzi si dimetta, o scatta il «metodo Gorino». E ventila brogli sugli elettori all'estero

Matteo Salvini evoca le barricate del ferrarese contro l'arrivo di migranti, nel caso in cui il premier Renzi con il «no» non voglia dimettersi. E ventila possibili brogli elettorali

Il leader della Lega Matteo Salvini.
Il leader della Lega Matteo Salvini. Foto: Shutterstock

ROMA - «Se il 4 dicembre Renzi perde e non si dimette, lo facciamo dimettere comunque. Come? Con le buone maniere, usando il modello Gorino». Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, va all'attacco del premier Matteo Renzi a La Zanzara su Radio 24, evocando le barricate del ferrarese contro l'arrivo di un piccolo gruppo di migranti.

Il Governo cerca lo scontro
Poi, tornando sulla questione immigrati, Salvini dice: «Il Governo sta cercando lo scontro, altrimenti non si capiscono certe decisioni demenziali. Stanno cercando l'incidente». E spiega: «Qualcuno, vista la situazione economica che non riparte nonostante le promesse, visti i livelli di tensione sociale, sta cercando lo scontro per coprire altri problemi. Cercano di coprire il fallimento economico degli ultimi anni. Altrimenti non si spiega come abbiano potuto far sbarcare mezzo milione di persone in 3 anni, da Monti in poi».

Dubbi sulla regolarità del voto
Ma Salvini ha anche qualche dubbio sulla regolarità del voto. «Ci sono quattro milioni di potenziali elettori all'estero». Renzi «starà anche pensando di taroccare quei voti, voglio vedere ogni singola scheda votata» ha dichiarato alla Scuola di formazione politica della Lega a Milano. «Luca Zaia sarà in Sudamerica dal 12 al 17 novembre, perché lì ci sono migliaia di italiani che votano - ha spiegato il leader della Lega - Solo a Buenos Aires ci sono più italiani che a Bologna. Ci saranno incontri anche a Londra, Bruxelles, in Svizzera, che organizziamo con i soldi che abbiamo».

La battaglia
Per Salvini, quella sul referendum, «è una bellissima battaglia, mediaticamente non ricordo un accerchiamento simile negli ultimi venti anni». Riguardo all'informazione, «la Rai lascia perdere, alcune reti Mediaset peggio della Rai, Sky non ho l'abbonamento ma se l'avessi lo toglierei». Il leader leghista promette battaglia: «La settimana prossima accetterò qualsiasi invito televisivo anche se il fenomeno (Renzi ndr) impone ospiti, domande e scalette».

Surreale il dibattito sul nome della Lega
In questo momento è «surreale il dibattito del nome» della Lega, ha inoltre dichiato Salvini. «Secondo voi io sono qua a decidere come ci chiameremo? Siamo la Lega, punto». E adesso, «tiriamo fino al 4 dicembre in apnea, guardando avanti e non andiamo indietro»«Ho sentito qualcuno che ha detto voto sì - ha aggiunto il leader leghista rivolto ai militanti - ma ti scaravento giù dal quarto piano perché non hai capito niente». Così come non ha capito niente, nella Lega, «qualcuno che celebra le nozze gay». Posizioni che spazientiscono Salvini, che al mattino deve fare «yoga, mmmmm» mentre servirebbe una «truppa compatta, a testuggine, come gli spartani. La battaglia - ha concluso - si vince se non c'è la minima fessura».

Alleanze variabili
Quanto alle alleanze di centrodestra, Salvini non sembra propenso a pensare a un'intesa con Silvio Berlusconi. «Guardando certi canali Mediaset mi sembra di vedere la Rai ma in peggio": così ha risposto il leader della Lega, rispondendo, a margine di un incontro a Milano, a chi gli ha chiesto se si fida di Silvio Berlusconi che potrebbe partecipare alla stesura di un nuova legge elettorale. Sulle future alleanze, «prima ancora delle battaglie fiscali, la posizione in Europa degli alleati sarà discriminante - ha poi detto Salvini intervenendo all'incontro - Non ci si può alleare con noi in Italia e governare col Pd in Europa. E oggi Forza Italia sta governando l'Europa con Renzi, questa è la realtà».