28 agosto 2025
Aggiornato 14:00
Immigrazione

Salvini: Migranti nullafacenti a spese degli italiani

Il leader della Lega Nord commenta su Facebook l'articolo di Federico Fubini sugli errori dell'accoglienza italiana: «Finalmente un giornalista che racconta la realtà senza ipocrisia!».

ROMA – Matteo Salvini, da Filadelfia – dove si trova per un incontro con il conservatore Donald Trump – commenta l'articolo comparso sul Corriere della Sera in cui si descrive la giornata tipo del richiedente asilo in Italia. «Le mie GIORNATE, da due anni, come RICHIEDENTE ASILO in Italia??? Mangiare, dormire, Facebook, qualche partitella di calcio e un po' di film». Tradotto, non fare un c. dalla mattina alla sera a spese degli italiani... FINALMENTE un giornalista che racconta la realtà senza ipocrisia!», scrive il leader di Lega Nord sul suo profilo Facebook.

Un'accoglienza sbagliata
Federico Fubini, nota penna del quotidiano milanese, ripercorre nel suo articolo i caratteri dell'accoglienza italiana, mettendone in risalto le (troppe) debolezze. È un modello, quello italiano, opposto a quello messo in piedi dal governo tedesco. In Italia, per i richiedenti asilo, vitto e alloggio senza lavorare né prendere un libro in mano. «Il problema non è se accogliere o no – scrive Fubini –, ma come farlo». Il giornalista intervista un ragazzo di un centro di accoglienza di Briatico, in provincia di Vibo Valentia, arrivato dal Mali e in attesa di ottenere il visto da rifugiato politico. Il ragazzo descrive passo passo le sue giornate, tutte uguali: un susseguirsi di azioni in cui lui viene costantemente assistito. Da due anni il giovane vive nel centro di accoglienza con il suo tablet e la speranza che la sua richiesta di asilo venga accolta.

La lentezza italiana
Anche se non dovesse essere accolta, però, – come è successo diverse volte fino ad oggi, a garantire al giovane la permanenza in Italia è la lentezza della legge e della burocrazia italiane. «È un sistema che distribuisce vitalizi e protezione senza pretendere dai beneficiari lo sforzo di imparare un mestiere né le leggi o la lingua del Paese ospitante, o anche solo senza chiedere loro una mano a tenere pulita la strada comunale qui fuori», scrive ancora Fubini. In Germania le cose non vanno proprio così: pronta una nuova legge sull'integrazione dei migranti che faccia in modo di rendere più facile per chi richiede asilo accedere al mondo del lavoro. «Non renderli alienati, passivi e depressi, con un futuro da accattoni o da manovalanza criminale», dice il giornalista.

Le regole tedesche
Il governo tedesco chiede agli stranieri accolti di frequentare dei corsi di lingua, oltre che di cultura e di legislazione tedesca, con tanto di esami. Se i risultati non dovessero essere sufficienti, si procederà al ritiro progressivo dei benefici. Un tentativo in Calabria è stato fatto, ma non ci sono i presupposti per cui funzioni davvero. Una delle associazioni che si occupa di accoglienza ha investito 85mila euro «in un centro computer nell’hotel dell’accoglienza, ha organizzato corsi di italiano e da elettricista, fabbro, pizzaiolo, cartongesso, guida macchine agricole, salvataggio e primo soccorso in spiaggia, teatro». Si sono presentati in pochissimo e la motivazione alla base di questa risposta è che i migranti sapevano di poterne fare a meno.