25 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Continuano le polemiche

Ignazio Marino e le firme degli scontrini: Sono di un segretario

Si riapre il caso degli scontrini. Il Messaggero riporta le testimonianze di due testimoni chiave dell'inchiesta, sentiti dalla procura

ROMA – Continuano le polemiche attorno alle famose firme di Ignazio Marino in merito a quegli scontrini che hanno portato l'ex sindaco ad abbandonare la poltrona del Campidoglio. Il Messaggero riporta le testimonianze di due testimoni chiave dell’inchiesta, sentiti dalla procura di Roma. 

Le testimonianze
Ecco cosa avrebbero detto i testimoni secondo il Messaggero: «Si tratta di Claudia Cirillo, collaboratrice storica dell’ex primo cittadino, e Francesco Piazza, capo del Cerimoniale del Campidoglio. A sedersi per prima di fronte al procuratore aggiunto Francesco Caporale e al sostituto Roberto Felici, titolari del fascicolo, è la Cirillo, che nei mesi scorsi è stata protagonista di un fortuito scambio di persona. La donna, il 27 luglio 2013, cenò con Marino alla romana «Taverna degli Amici». L’ex primo cittadino pagò con la carta di credito del Comune, per un totale di 120 euro. Il giustificativo agli atti del Campidoglio, però, definisce il banchetto come «una cena offerta a un rappresentante del World Health Organization». L’errore è venuto a galla quando il titolare del ristorante ha dichiarato che Marino era in compagnia della moglie. In realtà, al tavolo c’era la Cirillo. La donna, sentita dai magistrati come persona informata sui fatti, ha confermato la circostanza, raccontando che si trattava di un incontro organizzato per discutere di una possibile collaborazione all’interno dell’amministrazione»,scrive il Messaggero.
 

Il nome di chi ha firmato per Marino
E per quanto riguarda le firme che non corrisponderebbero a quelle di Ignazio Marino, ci sarebbe il nome di chi le ha apposte al posto suo. «Il funzionario avrebbe risposto che sulla sua scrivania arrivavano i documenti già compilati, pronti per essere inseriti nel bilancio. I tagliandi in questione, provenivano dalla segreteria particolare del primo cittadino. Piazza avrebbe fatto un nome preciso, su cui gli inquirenti mantengono il riserbo. Sarà il prossimo testimone da ascoltare», scrive ancora il quotidiano romano.