Mafia Capitale, il legale di Carminati: Questo è un processetto
E' stato creato un «can-can giudiziario e giornalistico», afferma il legale di Massimo Carminati, Giosuè Bruno Naso che interviene davanti ai giudici della X sezione del tribunale di Roma: «Tutto questo viene studiato per rendere impossibile la difesa»
ROMA - «Tenere a distanza gli imputati non facilita la gestione della difesa. Questa vicenda è semplice, questo non è un maxi processo, ma un processetto». Lo ha detto l'avvocato Giosuè Bruno Naso nel corso del suo intervento davanti ai giudici della X sezione del tribunale di Roma, alla prima udienza di 'Mafia Capitale' in relazione alla decisione di trasferire in carceri diverse da Rebibbia, Fabrizio Franco Testa e Riccardo Brugia. «Vogliamo che cambi l'aria - ha continuato il penalista, che assiste anche Massimo Carminati - la sua ordinanza con cui sono stati disposti i trasferimenti non è corretta e rispettosa. La conosco da 35 anni, come giudice intellettualmente onesta, autonoma e indipendente. Dopo il suo provvedimento sono stato deluso e amareggiato, sono rimasto di sasso».
«Difesa impossibile»
«Brugia e Testa in cosa sono diversi da tutti gli altri? Brugia viene considerato il braccio destro di Carminati, che volessi lasciarmi andare ad una battuta potrei dire che è l'occhio destro. Da cosa si ricava questa pericolosità particolare? Testa è padre di un bimbo autistico e questo trasferimento a Secondigliano impedisce di avere contatti con il figlio». L'avvocato Naso ha quindi aggiunto: «Tutto questo viene studiato per rendere impossibile la difesa».
Imputati in videoconferenza
Sono state respinte le istanze di nullità dell'ordinanza con cui il tribunale, nei gironi scorsi, aveva di fatto disposto che Riccardo Brugia, Franco Testa e Salvatore Buzzi dovessero seguire il procedimento solamente in collegamento audiovisivo. Così hanno deciso i giudici della X sezione penale nella prima udienza del processo 'Mafia Capitale'. «Parteciperanno in videoconferenza - ha spiegato la presidente Rosanna Ianniello - una modalità che non lede in alcun modo il diritto dell'imputato di partecipare al dibattimento». Il giudice ha confermato che i tre imputati non saranno trasferiti a Rebibbia, come richiesto dai loro legali (Alessandro Diddi per Buzzi, e Bruno Giosué Naso per Brugia e Testa).
Odevaine: Ho fatto degli errori
«Ho fatto degli errori, sto collaborando e comunque ho ammesso le mie responsabilità». Ha detto così, in una pausa del processo 'Mafia Capitale', l'ex componente del tavolo per i rifugiati Luca Odevaine che l'altro giorno ha ottenuto gli arresti domiciliari. Vicino ai suoi difensori ha concesso alcune battute ai cronisti che lo hanno avvicinato. «Rimango dalla parte delle istituzioni», ha detto ancora. «A Roma non c'è un sistema mafioso che gestisce la città. A Roma le cose si trascinano. A Roma la mafia investe in attività legali. Con Carminati non c'entro nulla. Affronto serenamente questo processo dopo un percorso che mi ha portato a collaborare con i magistrati». Così ha detto Luca Odevaine, già membro del tavolo nazionale sull'immigrazione tra gli imputati nel processo denominato Mafia Capitale a margine della prima udienza. Nel sistema delle coop, ha aggiunto, «bisogna arrivare a compromessi fiscali perché lo Stato non paga».
(con fonte Askanews)
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