28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
L'ex sindaco contro il premier

Ignazio Marino attacca Matteo Renzi: Preoccupato per Roma e per la democrazia in Italia

«Voleva Roma e se l'è presa», aveva detto Ignazio Marino ieri riferendosi al premier. In serata, ospite di DiMartedì, l'ex sindaco si dice fortemente preoccupato per la democrazia nel Paese: «Abbiamo una persona che è segretario del principale partito, è Presidente del Consiglio, non è eletto e ha indotto 19 consiglieri della sua maggioranza a chiudersi in una stanza con un notaio»

ROMA - Dopo lo sfogo su Facebook, l'ex sindaco di Roma Ignazio Marino, ospite della trasmissione su La7 DiMartedì, torna ad attaccare il premier Matteo Renzi. Già aveva avuto modo di inveire contro lo «strapotere» del presidente del Consiglio, Ignazio Marino, che ieri aveva affermato che Renzi «voleva Roma e se l'è presa». In serata ha avuto modo di ribadire, da Giovanni Floris, quanto già urlato nelle ultime settimene. 

Le preoccupazioni dell'ex sindaco
«Io non sono preoccupato per me stesso, sono preoccupato per Roma e per la democrazia nel nostro Paese - ha affermato l'ex primo cittadino da Floris -. Abbiamo una persona che è segretario del principale partito, il Partito Democratico, è Presidente del Consiglio, non è eletto e ha indotto 19 consiglieri della sua maggioranza a chiudersi in una stanza con un notaio, formare una maggioranza diversa da quella che sosteneva il sindaco alle elezioni. Hanno firmato un documento anche i consiglieri eletti con il sindaco Alemanno e senza un dibattito trasparente in Aula si è destituito un sindaco dando uno schiaffo in faccia a centinaia di migliaia di cittadini che avevano partecipato alle primarie, anche pagando, a coloro che hanno votato al primo turno e a coloro che hanno votato al secondo turno. E si è nominato un prefetto che risponde direttamente al Governo. Spetta ai romani e alle romane giudicare, non a una singola persona non eletta».

Gli «scandali Marino»
Marino, documenti alla mano, risponde alle accuse mossegli dal premier in un'intervista di qualche giorno fa al Tg1, spiegando di aver messo a posto i conti di Atac, lasciati in sospeso dall'amministrazione di Alemanno. Floris incalza l'ex primo cittadino con gli «scandali di Marino», dalle multe alla Panda al contestato viaggio negli Stati Uniti, fino a toccare i tanto chiacchierati scontrini: «In questo momento io mi sento come in sala operatoria a metà di un intervento chirurgico, quando la parte più difficile è superata. Io ho risanato, con l’aiuto anche del Governo, 816 milioni di debito trovato in Comune, 874 milioni trovati in Atac. In questo momento si può iniziare a investire e fare tutto quello che non si poteva fare prima. Roma può davvero ripartire», spiega Marino.

Renzi: basta polemiche
E intanto il premier Matteo Renzi parlando con i giornalisti all'Altare della Patria, al termine della cerimonia del 4 novembre, ha affermato: «L'impegno del governo è evidente sia di evitare qualsiasi tipo di polemica. Su Roma dobbiamo tutti darci una mano per i prossimi mesi, dobbiamo metteci al lavoro con la massima disponibilità. E' necessario diminuire il tasso di polemica - ha continuato - i quartieri difficili, gli autobus queste sone le cose che fra l'altro la gestione commissariale dovrà affrontare. Noi - ha detto ancora Renzi - daremo una mano e quando arriverà la campagna elettorale allora la politica riprenderà il suo spazio».

Il premier turista
Fuori programma da turista per il premier Matteo Renzi che, rientrando in auto a Palazzo Chigi al termine della cerimonia per il 4 novembre all'Altare della Patria, ha deciso di fare una sosta alla Fontana di Trevi riaperta ieri dopo il restauro. Renzi ha ammirato per qualche minuto la fontana salutando passanti e turisti e concedendosi per qualche selfie. Poi il rientro a piedi nella sede del Governo con il tempo per un caffè alla galleria Alberto Sordi.