31 luglio 2025
Aggiornato 05:00
Che bei padri costituenti

Gli incostituzionali che cambiano la Costituzione‏

Hanno tenuto in ostaggio il parlamento per settimane per far passare una riforma inutile. Hanno disegnato un Senato inutile quanto costosissimo. Proprio loro, i senatori della maggioranza eletta con una legge rasa al suolo dalla Consulta

ROMA – Sia chiaro: noi non apparteniamo alla schiera di benpensanti che si stracciano le vesti per la riforma del Senato approvata ieri, preconizzando un prossimo ritorno alla dittatura. Una battaglia esagerata e ben poco credibile, essendo condotta da quella stessa minoranza del Pd che ha accettato un accordicchio con la maggioranza pur di non perdere la loro preziosa poltrona. Al contrario, riteniamo che le priorità dei cittadini siano altre, così come altre sono le più gravi colpe del governo Renzi. Ai tavolini dei bar non si sentono molti italiani disquisire dell'elezione diretta dei senatori: piuttosto ci si preoccupa del lavoro che ancora manca, nonostante gli squilli di tromba del Jobs act, e della presunta ripresa economica che esiste solo negli annunci altisonanti del premier e dei suoi sgherri.

Se questa è la priorità
Eppure la maggioranza ha pensato bene di inserire questa riforma tra le più urgenti, preferendo dedicarci tutto il proprio tempo piuttosto che distrarsi con altre quisquilie come, ad esempio, una nuova legge sulle pensioni. Quindi, anche noi ci sentiamo in diritto di esprimere il nostro umile giudizio su questa questione che il nostro governo ritiene così importante. E lo diciamo chiaramente: questa riforma del Senato non ci piace per nulla. Non ci piace il merito: perché non serve né a far eleggere ai cittadini i propri parlamentari (saranno comunque espressi dai Consigli regionali, a fronte di un'indicazione degli elettori che non si capisce bene come funzionerà) e nemmeno a cancellare un'istituzione ritenuta ormai inutile (il Senato rimarrà in piedi, con la sua costosissima struttura e tutto il personale, per occuparsi di poche tematiche del tutto trascurabili). Non ci piacciono i motivi: che nulla hanno a che fare con l'interesse vero dei cittadini e molto con la volontà di Renzi di vincere un'altra sfida simbolica contro i suoi oppositori, e di disporre in futuro di un Senato più semplice da addomesticare.

Grandi firme
Ma soprattutto non ci piacciono gli autori. A mettere mano, in modo quantomeno pasticciato, alla nostra Costituzione è stato infatti un parlamento eletto con una legge incostituzionale, il famoso Porcellum già raso al suolo dalla Consulta. Un parlamento fatto per la maggior parte di lacché del bulletto di Firenze o di ex avversari politici fulminati sulla via della maggioranza. Che a disegnare il futuro volto delle istituzioni democratiche sia un'accozzaglia di renziani, alfaniani e verdiniani basta di per sé a farci dubitare molto della qualità del Senato che ci ritroveremo in eredità. E questo sì che sarà anche un problema di noi cittadini: perché questo Senato saremo sempre noi a pagarlo, profumatamente, e sarà sempre lui ad amministrare i soldi delle nostre tasse. Un altro bel regalo di questo parlamento firmato Matteo Renzi.