A due mesi dal Giubileo a Roma solo macerie
Il quotidiano della Santa Sede commenta le dimissioni del sindaco e afferma che da Marino si sono visti «gesti francamente inopportuni o superficialità»
CITTA' DEL VATICANO - Con titolo mutuato dal film «La grande bellezza», l'Osservatore Romano commenta le dimissioni del sindaco Ignazio Marino con un articolo, a firma di Marco Bellizi, intitolato «la grande certezza», sottolinea che «ora la capitale - a meno di due mesi dall'inizio del giubileo - ha la certezza solo delle proprie macerie», riecheggiando la stampa italiana, rivela - senza peraltro menzionare il noto viaggio di Marino a Philadelphia che gli ha valso il publbico rimbrotto del Papa in persona - che il sindaco è caduto sotto i colpi di propri «gesti francamente inopportuni o superficialità» e precisa che «a fare pressioni su Marino era stato in primo luogo il Partito democratico».
Gaffes e superficialità
«Nelle analisi compiute dagli organi di informazione italiani - Scrive il quotidiano della Santa Sede - si nota la pressoché inedita unanimità nel considerare come inevitabile l'epilogo al quale si è giunti. Marino è caduto sotto i colpi di un'inesorabile serie di episodi che, a seconda dei casi, sono stati quanto meno qualificati come gaffes, gesti francamente inopportuni o superficialità. Lo stesso Renzi era intervenuto nei mesi scorsi per sollecitare un cambio di passo e cominciare a ricostruire: 'E' onesto - aveva detto il presidente del Consiglio riferendosi a Marino - ma ora deve governare'. Perché ora la capitale - a meno di due mesi dall'inizio del giubileo - ha la certezza solo delle proprie macerie. Di certo, c'erano le infiltrazioni mafiose anche nel sistema degli appalti, forti dell'appoggio di funzionari amministrativi fino a qualche mese fa intoccabili. Di sicuro c'è stato un velo oscuro sopra la gestione e la raccolta dei rifiuti e delle discariche mentre è evidente quanto i monumenti di Roma siano stati deturpati dai chioschi dei venditori ambulanti. A Roma non si riescono a liberalizzare e a rendere efficienti alcuni servizi essenziali, a partire dai trasporti pubblici. E la manutenzione delle strade fa sospettare che ci sia molto da indagare anche lì. Ma, sopra a tutto, c'è una sola grande certezza: Roma davvero non merita tutto questo».
Il Pd ha fatto pressioni su Marino
A «fare pressioni su Marino», scrive ancora l'Oasservatore Romano, «era stato in primo luogo il Partito democratico (Pd), che, a seguito di un confronto al vertice, ne aveva considerato conclusa l'esperienza al Campidoglio. Avevano poi fatto seguito i passi indietro del vicesindaco Marco Causi e dell'assessore ai Trasporti Stefano Esposito e il tentativo fatto in extremis dallo stesso sindaco di raccogliere attorno a sé una squadra disposta a continuare al suo fianco nel mandato ricevuto alle elezioni di circa due anni e mezzo fa».
(con fonte Askanews)
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