28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Riforme costituzionali

Maroni: Quella della Costituzione non è una riforma ma una «schiforma»

Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha bollato la riforma costituzionale in discussione in Parlamento, parlando con i cronisti al termine del seminario sulle riforme costituzionali che si è tenuto questa mattina a Palazzo Pirelli: «Renzi vuole cancellare le Regioni per avere più potere»

MILANO - «E' una pessima riforma che cancella le Regioni riportando tutto al centro con conseguenze molto negative per territori e cittadini, in particolare della Lombardia, dove sanità, politiche attive del lavoro e infrastrutture funzionano. Per usare un neologismo sentito in uno degli interventi di questa mattina, più che una riforma è una 'schiforma'». Così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha bollato la riforma costituzionale in discussione in Parlamento, parlando con i cronisti al termine del seminario sulle riforme costituzionali che si è tenuto questa mattina a Palazzo Pirelli e al quale ha partecipato anche il sottosegretario Gianclaudio Bressa.

Renzi vuole cancellare le regioni
Anche la nuova articolazione del Senato non piace al governatore che ha spiegato «così com'é non ha niente di federale, è un modello che non funziona, non ha alcuna competenza relativa alle questioni che riguardano le Regioni, come la finanza locale: è una Camera inutile, peggio del Senato attuale».
«Per come la vedo io, ed è un'opinione piuttosto condivisa Renzi ha già deciso: il premier vuole cancellare le Regioni, non perché questo sia più efficiente ma perché così acquisisce maggiore potere» ha proseguito Maroni, aggiungendo che «se passa questa riforma diventa inutile fare il presidente di Regione, perché sarebbe come guidare un qualsiasi Ente statale per il quale basta un burocrate».

Faremo opposizione coinvolgendo cittadini e parti sociali
Il presidente lombardo ha assicurato che su questo progetto «faremo opposizione», coinvolgendo i cittadini e le parti sociali. «Mi chiedo - ha osservato - cosa pensino le imprese lombarde, Assolombarda, Confindustria, i sindacati, ad esempio, sul fatto che le politiche attive del lavoro che da noi funzionano, vengano riportate a Roma, ridando di fatto vita ai vecchi e polverosi uffici di collocamento? Voglio sentire la loro voce perché se parlo solo io sembra una difesa d'ufficio della mia poltrona, cosa che non è. Voglio sentire - ha ribadito - l'opinione della società civile».
Infine Maroni ha fatto sapere di avere l'intenzione di parlare anche con i colleghi presidenti delle Regioni meridionali: «intendo avere un confronto perché questo scempio di riforma danneggia fortemente la Lombardia, ma, per diversi aspetti, anche le realtà del Mezzogiorno».

(con fonte Askanews)