29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Odissea trasporto pubblico

Atac: macchinisti in sciopero bianco, utenti incavolati neri

Nonostante l'accordo raggiunto tra Comune e sindacati, sui mezzi pubblici continua lo sciopero bianco. E per lunedì prossimo si minaccia l'astensione completa dal lavoro. I cittadini romani non ne possono davvero più

ROMA – Ora vorrebbero fare anche lo sciopero, quello vero e proprio. Fissato per lunedì 27 luglio: mai una volta che decidano di non andare a lavorare in mezzo alla settimana; sempre subito prima o subito dopo i weekend, guarda caso. Certo, il diritto allo sciopero è costituzionalmente garantito ed è sacrosanto, ma qui, con rispetto parlando, ci pare che stiano iniziando a pisciare fuori dal vaso. A parte l'astensione programmata per lunedì prossimo, infatti, i macchinisti dell'Atac portano avanti ormai da quasi un mese il loro cosiddetto sciopero bianco. In pratica, provocano volontariamente il rallentamento dei mezzi pubblici, creando notevoli disservizi, ritardi ancora superiori a quelli consueti, addirittura cancellazione di intere corse.

L'inferno dei mezzi
Per i cittadini romani questo sciopero, accompagnato alla tortura del caldo africano, si è trasformato in una vera e propria odissea. Metropolitane che passano anche una volta ogni venti minuti, si fermano per un periodo a piacere in ogni stazione e ripartono poi piene zeppe all'inverosimile. Autobus che se li riesci a prendere è per puro miracolo, e poi devi comunque continuare a pregare chi di dovere nella speranza di giungere alla tua destinazione in tempi ragionevoli, sotto l'asfissiante canicola. Troppo da sopportare, anche per i cittadini romani che da tempo sono abituati all'inefficienza del loro trasporto pubblico, e che infatti di fronte a questo disastro hanno iniziato a protestare anche con episodi violenti.

Controriforma
Il bello è che tutto questo casino è nato dalla semplice decisione dell'Atac di introdurre l'obbligo di timbrare il cartellino a inizio e fine turno. Ciò che milioni di lavoratori fanno tranquillamente e quotidianamente, per i macchinisti di Roma diventa un'imposizione ingiusta, addirittura inaccettabile. E il bello è che il Comune è stato fin troppo tollerante con questi scioperi bianchi, aprendo un lungo tavolo di trattativa con i sindacati. Che alla fine si è chiuso, lo scorso 18 luglio, con la firma di un accordo definito «storico» dall'assessore Guido Improta e che prevedeva anche la stabilizzazione dei contratti a termine e il salario di produttività. Eppure i boicottaggi dei dipendenti non si sono fermati. Viene il dubbio che i lavoratori Atac siano semplicemente refrattari a qualsiasi riforma che voglia migliorare il terrificante livello del servizio di trasporto pubblico della Capitale. Che, in ultima analisi, li voglia semplicemente mettere al lavoro. A pagarne il prezzo, purtroppo, siamo sempre noi cittadini. E noi utenti dei mezzi pubblici, quando possiamo scioperare?