29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Crisi greca e politica italiana

Renzi, invece dell'Europa, salva il tuo governo!

Il premier, così come i suoi capi Merkel e Hollande, voleva umiliare Tsipras per annientare gli euroscettici. Invece sta dando nuova forza ai populismi, dalla Lega Nord al Movimento 5 stelle, che negli ultimi sondaggi volano

ROMA «Scusate il ritardo – ha esordito Matteo Renzi nel suo consueto inglese stentato all'ultima conferenza Onu in Etiopia – ma ho passato la notte a salvare l'Europa». L'ennesima battuta malriuscita di un presidente del Consiglio che a volte riesce perfino (impresa impossibile) a far rimpiangere la credibilità internazionale del suo paparino Silvio Berlusconi. Di un uomo che riesce a far ridere più del suo sosia Mister Bean, ma solo involontariamente. Tutto preso dalle sue velleità di comico mancato e dai suoi deliri di onnipotenza da statista internazionale, però, il bulletto fiorentino si è dimenticato di salvare il suo governo.

La riscossa dei populismi
Già, perché gli ultimi sviluppi della crisi greca rischiano di avere più di un riflesso sulla politica interna italiana. E tutti negativi per il Partito democratico. Renzi, infatti, seguendo la strategia dei suoi padroni Merkel e Hollande, pensava di colpirne uno per educarne cento. Sarebbe a dire, di mettere a tacere gli anti-euro di tutta Europa rifilando una sonora umiliazione a quello che più di tutti aveva osato alzare la cresta contro lo strapotere della troika: Alexis Tsipras. Tutto il contrario: le condizioni da ricatto che il premier greco è stato costretto ad accettare e poi a far digerire malvolentieri al suo parlamento e al suo popolo in subbuglio non hanno fatto altro che rafforzare le convinzioni degli euroscettici. Per l'opinione pubblica europea, si sono trasformate nell'ennesima e più eclatante prova su strada dell'arroganza tedesca e del fallimento delle politiche continentali di austerità.

Sinistra in ginocchio
Allo stesso tempo, la parziale retromarcia di Tsipras è stata però percepita come una sua sconfitta. L’interpretazione è obiettivamente ingenerosa verso di lui, eppure tale è passata agli occhi della stessa opinione pubblica. Il risultato è che quell'ala di opposizione più moderata al pensiero unico europeo, quella che si opponeva sì all'austerity che affama e uccide i popoli, ma allo stesso tempo non si voleva arrendere al fallimento del sogno degli Stati Uniti d'Europa (ovvero che voleva cambiare le regole dell'Unione politica senza distruggere l'Unione monetaria), è stata decapitata. È rimasta senza il suo principale leader, senza il punto di riferimento che aveva individuato fin dalle ultime elezioni per l'europarlamento. In Italia, attorno alla figura del capo di Syriza si era coagulato tutto quel mondo di sinistra (Sel, Rifondazione, landiniani, dissidenti Pd e anche pezzi di società civile) che in patria un leader non lo intravede nemmeno con il binocolo. Oggi, di nuovo orfano, questo elettorato, che per quanto minoritario nel nostro Paese esiste ancora, si sta disperdendo e in gran parte sta andando ad ingrossare le stesse file dei suddetti euroscettici. Insomma, in un colpo solo la strategia di Renzi e dei suoi ha avuto un doppio effetto positivo per la Lega Nord e per il Movimento 5 stelle, che infatti in questi stessi giorni stanno raggiungendo cifre senza precedenti nei sondaggi. Bel colpo, premier.