12 ottobre 2025
Aggiornato 12:00
Il m5s romano presenta una mozione di sfiducia al sindaco

«Marino munge l'ultima vacca»

Roma è allo sfascio, secondo il M5s capitolino, e la responsabilità è tutta di Ignazio Marino. In un Paese civile, all'indomani di uno scandalo come Mafia capitale, un sindaco si sarebbe dimesso: a Roma sindaco e giunta rimangono ancorati alle loro poltrone, consapevoli del fatto che, se si tornasse al voto, il Pd sarebbe asfaltato

ROMA - Non si ferma la battaglia del Movimento 5 Stelle romano contro il sindaco Ignazio Marino. È chiaro – scrive sul blog di Beppe Grillo il M5s capitolino – che il Pd «vuole tirare a campare per evitare di essere travolto dalle elezioni comunali», perché in tal caso si posizionerebbe al massimo come la terza forza politica scelta dai romani. Ignazio Marino, dal canto suo, – a detta dei grillini romani – darebbe da palo al Partito democratico, «in perfetta sintonia con la sua imitazione inconsapevole di manico di scopa».

La Capitale allo sfascio

Le responsabilità dell'amministrazione di centrosinistra di Ignazio Marino, però, non emergono solo nell'incresciosa vicenda di Mafia capitale, ma, per il Movimento 5 Stelle di Roma, starebbero anche nelle condizioni di degrado in cui da anni ormai versa la Città Eterna. «Peggio di Bombay (con tutto il rispetto per Bombay)», urlano dalle file romane i grillini: una Capitale europea «allo sfascio». E la negligenza di un'amministrazione che lascia una città come Roma nell'immondizia si ripercuote tragicamente sul turismo, motore dell'economia cittadina. «Quanto ci costerà questa incuria in termini di mancati flussi turistici?», si domanda il M5s di Roma, che continua chiedendosi se alla vigilia dell'evento più atteso dell'anno per Roma, il Giubileo indetto da Papa Francesco, la città riuscirà a sostenere tutto questo.

Marino fuori dal Campidoglio

Sarcasticamente i grillini capitolini suggeriscono di spostare l'evento dal Vaticano ad Avignone, dove il Palazzo dei Papi è in impeccabile stato. Al contrario di Roma, ridotta al degrado da Marino. I pentastellati avanzano un paragone con un ospite malvoluto, «Se dopo tre giorni l'ospite puzza, la permanenza di mesi di Marino come sindaco sta generando un fetore asfissiante. Apriamo le finestre del Campidoglio», scrivono sul blog. Marino fuori dal Campidoglio è quello che chiedono a gran voce i grillini romani, che hanno avanzato una mozione di sfiducia al sindaco Marino, chiedendo agli altri consiglieri di sottoscriverla, affinché arrivando alla soglia dei 2/5 delle adesioni – come previsto dal regolamento –, si scolli Ignazio Marino dalla poltrona.

I diktat di Renzi e Orfini

Come scrivono nell'appello i grillini, in un qualsiasi Paese civile, all'indomani di uno scandalo come Mafia capitale che ha travolto politica e istituzioni romane, un sindaco avrebbe presentato le dimissioni, «facendo quanto meno un ultimo atto di dignità verso la città». Così non è accaduto a Roma – si legge ancora nell'appello del M5s –, dove il sindaco e la sua giunta, «obbedendo al diktat dei loro commissari Renzi e Orfini», non stanno agendo nel bene della città, ma solo in funzione di quelli del Partito democratico e delle poltrone cui sono, ormai, affezionati. Il Pd è, infatti, ben consapevole del fatto che «se oggi si andasse al voto riceverebbero dai cittadini romani lo schiaffo che meritano ampiamente». È proprio per questa motivazione che i pentastellati di Roma chiedono con forza che vengano disarcionate le posizioni del Pd romano e che il sindaco dia le dimissioni, permettendo così ai cittadini di tornare alle urne e scegliere una nuova guida per la città.