30 luglio 2025
Aggiornato 18:30
Il premier a State of the Union a Firenze

Renzi: l'Europa non è più quella dell'austerity

Ad un anno dal Consiglio europeo di giugno in Belgio, «anche per impulso del semestre italiano, vedo un'Europa che discute tranquillamente di stabilità ma che accetta la flessibilità» e che «finalmente si preoccupa anche di mettere in campo «strumenti per la crescita». Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo in Palazzo Vecchio a 'State of the Union'.

FIRENZE (askanews) - Ad un anno dal Consiglio europeo di giugno in Belgio, «anche per impulso del semestre italiano, vedo un'Europa che discute tranquillamente di stabilità ma che accetta la flessibilità» e che «finalmente si preoccupa anche di mettere in campo «strumenti per la crescita». Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo in Palazzo Vecchio a 'State of the Union'.

Nessuna crescita economica senza quella culturale
«Non c'è crescita economica e finanziaria senza crescita culturale ed educativa», ha continuato il presidente del Consiglio. «Se guardiamo al nostro territorio, a Firenze - ha detto - ci rendiamo conto che ciò che ci fatto crescere non è stata una meschina chiusura provincialista e provincialistica, di chi si chiude nel suo recinto di sicurezze, ma l'aprirsi al mondo: Firenze è diventata grande quando si è aperta, Firenze ci insegna che non c'è crescita economica e finanziaria senza crescita culturale ed educativa, e non si può vivere di ricordi senza costruire pezzi di futuro. Questo è quello di cui ha bisogno l'intera unione europea», ha concluso.  

L'autogol dell'Ue
«Non è possibile che l'Europa balbetti sul Ttip: non chiuderlo è gigantesco autogol per il nostro continente», ha affermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo in Palazzo Vecchio, riferendosi al Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti in fase di negoziazione tra Europa e Usa.

Non diamo colpe all'Europa
«Nella campagna elettorale qualcuno ha pensato di dare all'Europa le colpe di quello che accadeva in Italia. Noi non la pensavamo così e non la pensiamo così adesso. Se avessimo fatto ciò che hanno fatto altri paesi quando lo hanno fatto non saremmo arrivati a questo punto. Se, ad esempio, la riforma del lavoro l'avessimo fatta nel 2004 quando l'ha fatta la Germania e non dieci anni dopo...», ha continuato il premier Matteo Renzi parlando a Firenze. «Le politiche di rispetto del bilancio che continuiamo a mantenere non nascono dall'idea di fare contenta l'Europa ma i nostri figli», ha concluso.

Ue non è solo burocrazia
«L'Italia, che non è più il malato dell'Ue, deve prendere per mano le istituzioni europee e animare il dibattito, è questo il suo ruolo. Se vediamo nell'Ue solo burocrazia perdiamo noi, non gli altri. L'Italia è tornata da protagonista nel dibattito europeo, ora l'Ue torni da protagonista nel dibattito mondiale». Lo ha detto il premier Matteo Renzi intervenendo a Firenze al convegno The state of the Union. «Se non ripartiamo dalla vera ragione che ci tiene insieme, ovvero essere l'area del mondo che ossigena gli altri con i propri valori e ideali, come potremo essere credibili e capaci di rispettare la nostra eredità?» ha concluso.

Il premier fiducioso sulle decisioni Ue su migranti
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è «fiducioso» sugli effetti che produrranno le decisioni prese in sede europea per la gestione degli sbarchi di immigrati. «Ieri - ha detto - mi è arrivato il messaggino dell'ammiraglio De Giorgi in cui mi diceva che era stato individuato il relitto che si era inabissato due settimane fa, provocando decine e forse centinaia di morti. L'evento al termine del quale abbiamo scelto di celebrare il Consiglio europeo straordinario, i cui effetti si vedranno nelle prossime settimane, su questo sono ottimista, fiducioso». Per Renzi, comunque, «il nostro Paese deve essere orgoglioso di quello che fa».