12 ottobre 2025
Aggiornato 04:30
Risposta alle accuse

Alemanno: «Con Mafia Capitale io non c'entro»

«Nessun segnale di infiltrazioni mafiose in Campidoglio», ha risposto l'ex sindaco di Roma nell'audizione in commissione parlamentare antimafia di cui è stato protagonista oggi

ROMA (askanews) – L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno è tornato a dichiarare la sua «completa estraneità rispetto ad ogni ipotesi di reato e alle connivenze che mi vengono attribuite nell'indagine Mafia Capitale». Lo ha fatto in apertura di audizione, presso la commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Rosy Bindi svoltasi oggi a Palazzo San Macuto a Roma. Alemanno ha poi sostenuto di non aver avuto alcun «segnale di infiltrazione mafiosa in Campidoglio. Non c'era – ha detto in audizione – nessuna idea, neanche lontana, di un simile rischio».

«Carminati? Mai conosciuto»
«Non ho mai conosciuto personalmente Carminati perché appartenevamo a due ambienti contrapposti fin dagli anni '70: la destra istituzionale e la destra eversiva», ha detto Alemanno. L'ex primo cittadino di Roma ha poi spiegato che «tutte le persone di destra che ho coinvolto in posizioni significative nell'amministrazione capitolina, avevano aderito da tempo – ha spiegato – ad Alleanza nazionale professando una chiara scelta di rispetto della legalità e delle istituzioni democratiche». Davanti ai commissari, Alemanno ha poi definito «falsa» l'immagine secondo la quale lo stesso ex primo cittadino sarebbe stato «circondato nella sua azione istituzionale soltanto da persone provenienti dalla militanza di destra». Facendo, poi, riferimento alle infiltrazioni criminali a livello amministrativo lo stesso Alemanno ha rivendicato che sotto la sua amministrazione «ci si è impegnati per contrastare la criminalità organizzata sul territorio e per combattere ogni forma di mitizzazione della banda della Magliana».

«Con Buzzi nessun accordo»
Nessun accordo con Salvatore Buzzi e nessuna informazione circa un suo rapporto con Carminati, ha poi ribadito. Alemanno ha fornito un ampio resoconto di quei fatti sostenendo, però, l'impossibilità «da parte mia, come da parte di chiunque, di esprimere un giudizio complessivo sul valore, sulla fondatezza e sul significato di tale inchiesta». L'ex sindaco ha, però, spiegato come fosse proprio «Buzzi ad avere un ruolo importante in Campidoglio grazie al suo ruolo di leader della cooperazione sociale, mentre – ha voluto sottolineare – il suo rapporto con Carminati era rimasto sconosciuto a me come a quasi tutti». Spiegando come proprio Buzzi ha rappresentato da sempre «in particolare per la sinistra romana italiana, il simbolo del percorso di riabilitazione e reinserimento di un detenuto», Alemanno ha detto di essersi subito reso conto come, all'interno delle strutture capitoline, avesse assunto un ruolo «quasi di monopolista» nei diversi campi di lavoro in cui poteva operare la cooperazione sociale. Da qui, ha rivendicato, la scelta fatta nella prima parte del suo mandato di «ridimensionare il ruolo egemone della Cooperativa 29 giugno ereditato dalle precedenti amministrazioni» fatto che aveva provocato «una dura conflittualità da parte delle cooperative sociali guidate da Salvatore Buzzi e pienamente appoggiate da tutta l'opposizione di sinistra». Alemanno ha poi ricordato che in tutte le oltre mille pagine di ordinanza firmate dal Gip Costantini «non esiste nessun riscontro di un mio accordo con Salvatore Buzzi che metta in relazione i finanziamenti legali ottenuti per la fondazione 'Nuova Italia' e per le campagne elettorali con atti amministrativi di mia pertinenza».