«Sulle pensioni, Cameron agevola i lavoratori. L'Italia, con la Fornero, li affossa»
Ha fatto scalpore la riforma previdenziale targata Cameron, che prevede la possibilità di ritirare i contributi annui versati all'età di 55 anni, con facilitazioni fiscali. Una proposta che, per Massimiliano Fedriga, dimostra come l'Inghilterra tenti di agevolare i lavoratori, a differenza dell'Italia. Ma la ricetta della Lega è un'altra: via la Fornero, e ripristinare la quota 100.
ROMA – La riforma delle pensioni infervora il dibattito anche in Inghilterra. David Cameron ha infatti annunciato da poche ore quella che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione in materia di previdenza: la possibilità per i lavoratori di ritirare, all’età di 55 anni, il montante di contributi da lui versati durante la propria vita lavorativa. Il vantaggio? Oltre a poter disporre in anticipo della propria pensione – il governo spera di riattivare in questo modo la spesa delle famiglie – , un quarto della somma sarà «tax free», libera da tasse. Abbiamo chiesto a Massimiliano Fedriga, vicecapogruppo della Lega a Montecitorio, di commentare questa norma. Potrebbe essere una buona soluzione anche per il nostro Paese? «Se non altro, questo è il segnale che l’Inghilterra sta andando nella direzione opposta rispetto a quanto ha fatto l’Italia con i governi Monti, Letta e Renzi», risponde il deputato leghista.
FEDRIGA: SI ABOLISCA LA NEFASTA FORNERO - «Quantomeno, Cameron sta cercando di agevolare i lavoratori, al contrario di quanto è stato fatto nel nostro Paese». Una proposta che, certamente, ha fatto discutere, specialmente considerando il pericolo, sventolato dai laburisti, di una «corsa agli sportelli previdenziali» che possa mettere a rischio la tenuta del sistema pensionistico. Eppure, secondo il governo tale misura darà ampia possibilità di scelta ai cittadini, molti dei quali potranno valutare di ritirare in anticipo la propria pensione addirittura per cambiare vita. In ogni caso, non è questo, secondo la Lega, l’intervento che sarebbe prioritario fare in Italia. «Innanzitutto, dobbiamo abolire la riforma delle pensioni Fornero, e quindi tornare al regime pre-vigente quella sciagurata e nefasta riforma», spiega Fedriga. «Una riforma che ha favorito non soltanto l’aumento del costo per le imprese, perché il costo delle previdenze si è spostato dal pubblico al privato, non solo ha peggiorato l’ingresso dei lavoratori nel mondo dei benefici previdenziali, non soltanto ha creato gli esodati, ma ha anche favorito la disoccupazione».
RIPRISTINIAMO LA QUOTA 100 - Non è finita qui. Perché, in alternativa all’abolizione della vituperata Fornero, la Lega ha una proposta precisa. «Vista l’intransigenza del governo sulla legge Fornero, riforma che noi aboliremmo in caso di vittoria alle elezioni politiche, abbiamo una proposta alternativa. Chiediamo al governo», spiega Fedriga, «di ripristinare perlomeno le quote. Arrivare a quota 100: noi chiediamo che le persone che hanno come somma di età contributiva e di età anagrafica 100 possano andare in pensione, ovviamente senza penalizzazioni come vorrebbe invece il governo».
REDDITO MINIMO AGLI ESODATI? UNA PRESA IN GIRO - Del resto, di pensioni, ultimamente, ha molto parlato anche il neo-presidente dell’Inps Tito Boeri, che ha in particolare avanzato una proposta per gli esodati. Boeri vorrebbe infatti introdurre «una forma di reddito minimo come già c'è per le altre fasce di età ed in ogni caso dopo una verifica della situazione reddituale». Ma Fedriga non è assolutamente d’accordo. «E’ una presa in giro. E’ un’offesa nei confronti degli esodati, perché sono persone che hanno firmato degli accordi di fronte allo Stato e hanno dei diritti che devono essere riconosciuti. Agli esodati non si deve fare la carità, ma riconoscere i diritti che hanno, o meglio, che avevano, prima che lo Stato ladro glieli togliesse in modo unilaterale e irresponsabile». Sugli esodati, dunque, la Lega è chiara: «Se il governo non vuole eliminare la legge Fornero rimuovendo di fatto il problema, bisogna comunque ripristinare i diritti previdenziali vigenti nel momento in cui i cosiddetti ‘esodati’ – definizione che in realtà include una grande quantità di categorie – hanno fatto la loro scelta». Soprattutto considerando il fatto che quegli stessi esodati, conclude il deputato della Lega Nord, «sapevano di avere delle regole. E non si possono cambiare le regole in corsa, dopo che l’accordo di esodo è stato firmato».
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