«Con Matteo tutto ok. Ma Giovanni Toti, con la Liguria, non c'entra nulla»
In esclusiva al DiariodelWeb.it, Edoardo Rixi, candidato della Lega Nord in Liguria sacrificato sull'altare dell'accordo con Berlusconi, espone le sue considerazioni sulla candidatura di Giovanni Toti. Che, a suo avviso, faticherà a conquistarsi la fiducia di un territorio che poco conosce. Niente da obiettare, però, a Salvini: perché per vincere, correre da soli sarebbe stato inefficace.
ROMA – Dopo Tosi, è Toti, ora, il nuovo «nome della discordia» nelle file della Lega Nord. Già, perché la base leghista sembra non digerire la decisione di Salvini di «sacrificare» Edoardo «Edo» Rixi, che avrebbe dovuto correre come candidato governatore in Liguria, sull’altare del patto con Forza Italia. Il partito di Berlusconi, assodato il sostegno a Luca Zaia in Veneto e a Claudio Ricci in Umbria, ha infatti imposto Giovanni Toti in Liguria, costringendo il candidato leghista a fare un passo indietro a campagna elettorale avviata. Del resto, di come sono andate le cose non sembra troppo soddisfatto neppure Matteo Salvini, che, dopo aver ribadito la necessità del «sacrificio» per riportare anche la Liguria «dalla parte giusta», ha però ammesso, tra le righe, di aver giocato un colpo basso a Rixi, chiedendo scusa a lui e ai suoi seguaci. E’ proprio Edoardo Rixi, in esclusiva al DiariodelWeb.it, a riferire le sue considerazioni in merito alla sua candidatura sacrificata sull’altare dell’accordo con Berlusconi.
Salvini ha parlato di sacrificio necessario per vincere, ma poi ha ammesso di avere sbagliato nei suoi confronti. Lei che cosa pensa di quanto accaduto?
«Matteo è un amico e rimane un amico. E’ anche il mio segretario federale, sa benissimo che su di me può sempre contare. Detto questo, mi dispiace perché in Liguria era nato un sogno. Non era solo la Lega, era tantissima gente che stava portando avanti la mia candidatura, oltre le mie aspettative, quindi di questo sono contento. Purtroppo, è successo che Forza Italia ha messo il veto sul mio nome e ha voluto guidare i giochi nella regione Liguria, e su questo alla fine Matteo ha dovuto cedere. Però ringrazio Matteo di averci messo la faccia, di essere venuto giù. Questo gli è costato anche in termini di visibilità e consenso sul territorio, da parte di molta gente che l’ha anche accusato, a mio parere ingiustamente: due mesi fa, la situazione politica era diversa, e la mia candidatura era sostenibile. Dopo tutta una serie di situazioni che si sono verificate nel partito in questi mesi, la Lega ha anche dovuto accettare, se voleva arrivare a vincere in Liguria, di allearsi con Forza Italia. I voti di Fi erano indispensabili per mettere in crisi il Centrosinistra. Pensando di andare soli, anche con il sostegno della Lista Civica, sarebbe stata una bella avventura, probabilmente avremmo preso tanti voti, ma non avremmo scalzato la sinistra. Rimane l’amarezza che, a livello locale, Forza Italia non abbia trovato un candidato del territorio. Ma devo dire che Toti si è prestato anche a un incarico non facile».
Si dice che la candidatura di Giovanni Toti non sia così benvista dalla base leghista. Pensa che alla fine lo sosterrà?
«Il problema non è la base leghista, ma la base territoriale. La Liguria è molto identitaria; la sinistra ha sempre vinto perché si è sempre posta come elemento politico di riferimento. Il fatto che io fossi di Genova e Raffaella Paita di La Spezia poteva portare molti voti, anche dai delusi del Centrosinistra. Giovanni Toti è una persona di cui tutti mi parlano bene, ha una grande visibilità nazionale, ma non è mai vissuto in Liguria. Per questo, viene visto con diffidenza da parte di tanti elettori. Secondo me, il problema non è tanto dei militanti della Lega, ma anche di molti di Forza Italia del territorio. Dovrà saperci mettere la faccia e convincere le persone una a una».
Quindi come giudica la scelta ricaduta proprio su Toti?
«E’ una scelta fatta da Forza Italia, e non mi esprimo sulle decisioni di altre forze politiche. Ma mi sembra strano che un movimento come Fi non abbia trovato un candidato sul territorio. Sicuramente, a Giovanni Toti hanno chiesto un grande sacrificio e una grande forza di volontà. Perché prendere in mano una situazione di questo tipo in una Liguria dove il partito è falcidiato da tante rivalità interne non è assolutamente facile. Da parte nostra, ci sarà sicuramente la massima correttezza possibile, anche perché l’interesse di tutti è quello di vincere la regione. Poi, mi auguro che Forza Italia non faccia come in questi ultimi due mesi, ma inizi a fare campagna elettorale».
La decisione di Salvini ha suscitato molti mal di pancia nel partito. Che riscontro ha avuto?
«Molti mi hanno sostenuto; sicuramente mi ha fatto umanamente piacere, perché significa che il lavoro che ho fatto in questi anni e in questi mesi è stato punto di riferimento per tanta gente. Ora questi toni alti sono comprensibili, perché la Lega e tutti quelli che fanno politica sui territori si rapportano direttamente con la gente e sanno che quando si deludono le persone è giusto che si sfoghino, e che si capisca cosa si è sbagliato, o si pensi a come migliorare la situazione. Ora, è importante che questa rabbia venga messa a frutto in campagna elettorale, e se saremo capaci di girare la situazione a nostro favore, la Lega in Liguria farà un ottimo risultato. Certo, è difficile, perché vuol dire iniziare di nuovo da zero la campagna elettorale, ritrovare l’entusiasmo e trasmetterlo alle persone».