28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
La contraffazione dei prodotti alimentari italiani ci costa cara

Gallinella: «Questi 60 miliardi non ce li restituirà nessuno»

La contraffazione dei prodotti alimentari italiani ha superato la soglia dei 60 miliardi di euro nel 2014. E' un dato allarmante, e quel che è peggio è che arrivano preoccupanti novità, come il “Prosecco made in Crimea”. Ai microfoni di DiariodelWeb.it abbiamo intervistato l'On Filippo Gallinella, deputato del M5S e membro della Commissione Agricoltura e Contraffazione alla Camera.

ROMA – La contraffazione dei prodotti alimentari italiani ha superato la soglia dei 60 miliardi di euro nel 2014. E' un dato allarmante, e quel che è peggio è che arrivano preoccupanti novità, come il «Prosecco made in Crimea». A lanciare l'allarme è il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, a Mestre, dove si trova per l'Expo tour: «la contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari Italian sounding a livello internazionale costa all'Italia trecentomila posti di lavoro, che si potrebbero creare nel Paese con un'azione di contrasto a livello nazionale ed internazionale».Ai microfoni di DiariodelWeb.it abbiamo intervistato l'On Filippo Gallinella, deputato del M5S e membro della Commissione Agricoltura e Contraffazione alla Camera.

La contraffazione dei prodotti alimentari italiani è arrivata a costarci 60 miliardi di euro: chi restituirà all'Italia questo denaro?

«Purtroppo nessuno ci restituirà nulla, ma il danno non e' solo economico, ma anche di immagine: perché vengono venduti prodotti non italiani come tali, ma di qualità infima e si perdono anche numerosi posti di lavoro.»

Quali sono i settori più colpiti?

«Sicuramente l'agroalimentare, ma anche il settore della pelletteria e calzaturiero sono stati duramente colpiti.»

Quali sono le mancanze del governo?

«Il Governo, questo come i precedenti, non si sono battuti abbastanza per far applicare il "made in" e una severa normativa sull'origine dei prodotti. Il governo Renzi, tra l'altro, non vuole inserire ad esempio l'obbligo di stabilimento di produzione per i prodotti agroalimentari e ha addirittura depenalizzato reati come adulterazione o contraffazione di cose in danno della pubblica salute – art.441 c.p. - commercio di sostanze alimentari nocive – art.444 c.p.;– contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari – art.517 quater.»

Cosa state facendo voi, in quanto partito che dovrebbe tutelare gli interessi del paese, per bloccare questo danno enorme che continua a crescere?

«Noi siamo di segno opposto, abbiamo infatti presentato una pdl per inasprire le pene, inserire l'origine dei prodotti in maniera obbligatoria, come l'obbligo di stabilimento di produzione.»

Quali leggi state proponendo a Bruxelles?

«Stiamo spingendo per l'applicazione del "made in", facendo pressione in quanto il parlamento ha espresso parere favorevole, ma il Consiglio (dove noi purtroppo non possiamo intervenire) ancora latita sull'argomento.»