Il Nazareno non è morto, la prova sono le mani di Mediaset su Rai way
Ei Towers - la controllata Mediaset - si prepara a concretizzare l'acquisto di Rai way. Il 27 marzo il Cda darà l'avvio formale al programma di acquisto e scambio delle azioni di Rai way. Mentre il premier, Matteo Renzi, si prepara ad una riforma RAI che vede ancora l'influenza politica negli uffici di viale Mazzini, Berlusconi allunga le mani su un pezzo di tv pubblica.
ROMA - «Il patto del nazareno non è mai finito» ma anzi è giunto a compimento, «il patto del Nazareno si è assolutamente realizzato» e a dimostrarlo è la volontà espressa dalla predisposizione di Ei Towers di concretizzare l'affare Rai way. A dire la sua sulla vicenda, in un'intervista al DiariodelWeb.it, è Dalila Nesci, deputata del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione di Vigilanza RAI.
RENZI E I BLUFF - Commentando la questione della imminente riforma RAI annunciata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, la deputata pentastellata si sofferma sull'impossibilità che la proposta del premier escluda in toto l'influenza della politica governativa in materia RAI. A dimostrarlo sarebbe, non soltanto la voce sulla possibilità che si introduca un supermanager che tenga le redini di Viale Mazzini indicato da Palazzo Chigi, ma anche e soprattutto l'ombra costante di Silvio Berlusconi. «La cosa scandalosa è che siamo in un Paese in cui c'è un imprenditore che si chiama Silvio Berlusconi che fa affari nell'editoria e nelle televisioni, e c'è un premier che con la scusa degli 80 euro in più in busta paga ha tolto soldi alla RAI, giustificandone poi la quotazione in borsa», spiega la deputata di M5s.
L'AFFARE RAI WAY - Il nocciolo della questione, per la Nesci, starebbe nell'affare Rai way, che potrebbe finire nelle mani del leader di Forza Italia, qualora il governo continuasse a non muovere un dito sulla questione. Ei Towers si prepara all'affare e i consiglieri di amministrazione fissano un prezzo di emissione delle azioniper il nuovo aumento di capitale. Il 27 marzo, con una assemblea straordinaria, la controllata Mediaset darà l'avvio formale al programma di acquisto e scambio delle azioni di Rai way. «Oggi ci ritroviamo anche con la svendita di Rai Way. Svendita che il Movimento 5 Stelle denunciò già nell'ottobre del 2014. Io stessa feci un question time e il ministro Guidi negò tutto, mentre oggi leggiamo nelle cronache che c'è la proposta di Ei Towers di acquistare il 100% di Rai Way – spiega Nesci –. Voglio ricordare che Rai Way è una infrastruttura importantissima per il nostro Paese, nella quale passano informazioni molto delicate, in cui si giocherà la partita nel campo della banda larga e della compagnia telefonica. Quindi chi si accaparrerà le torri di Rai Way farà un affare. E guarda caso è proprio Ei Towers, che è una controllata di Mediaset».
IL PATTO DEL NAZARENO VIVO E VEGETO - L'intreccio esiste, è evidente e non è affatto frutto di complottismi. Un pezzo della RAI, l'azienda pubblica per antonomasia, con tutta probabilità verrà fagocitato dall'imprenditore più chicchierato d'Italia. Continua ancora la deputata: «Quindi non possiamo ignorare il fatto che siamo in un Paese in cui c'è un imprenditore che è in politica e fa affari con la RAI, che è un servizio pubblico, e che soprattutto anche il Parlamento dovrebbe tutelare. Invece incredibilmente stiamo superando ogni fantasia. Io ripensavo alle parole di Luciano Violante, quando, alla Camera, fece quella dichiarazione shock in cui diceva che le torri di Berlusconi non sarebbero state toccate. Qui siamo ancora oltre: abbiamo un governo, quello targato Renzi, che sotto banco in realtà sta favorendo le imprese di Berlusconi. Con atti e fatti riscontrati, non è complottismo». Silvio Berlusconi, nella veste di politico, urla al tradimento e accusa Renzi di aver macchiato l'ormai celeberrimo patto del Nazareno. Per il leader di Forza Italia, addirittura, in questi giorni si sta celebrando il funerale del patto che univa il partito del premier a quello del Cav. I fatti, però, dicono il contrario. «È l'ennesima balla che raccontano nelle televisioni ai cittadini fuori da questi palazzi, che non possono conoscere tutti i meccanismi e non vedono ogni giorno quello che accade nelle aule parlamentari. Il Movimento 5 Stelle sta tentando di fare proprio questo, da quando è entrato in Parlamento: incontrare i cittadini e raccontare quello che i telegiornali e gli approfondimenti in tv non trovano», sostiene la deputata del M5s.
L'ANTITRUST INTERVENGA - «Il patto del Nazareno non è mai finito, anzi, se proprio vogliamo introdurre un elemento di cambiamento, il patto del Nazareno si è assolutamente realizzato – spiega la deputata Nesci –. Perché Berlusconi già sta per acquistare Rai Way. Noi abbiamo sempre ritenuto che nel patto del Nazareno ci potesse essere anche un accordo sulla RAI e dunque sul business radiotelevisivo. Oggi ne abbiamo la conferma. Confidiamo nell'antitrust, unico a poter dire qualcosa, di fronte ad un Parlamento morto, che non dice nulla. Solo il Movimento 5 Stelle sta denunciando questo affare, sarebbe il caso che l'antitrust effettivamente valutasse bene questo tipo di operazione. Perché vorrei ricordare che Gasparri, quando si prospettava la possibilità di far acquistare Rai way e Crown Castle, si oppose, qaundo era ministro, ora, che è Berlusconi a voler acquistare Rai way non proferisce parola. Vediamo, quindi, il solito opportunismo da parte dei partiti storici. Il Movimento 5 Stelle risulta essere l'unica forza politica intenzionata a salvaguardare il bene comune, e, soprattutto, un bene come Rai way che è stato pagato con i contributi dei cittadini italiani».
IL NODO INSOLUTO DEL CONFLITTO DI INTERESSI - Viene toccato ancora, quindi, il nodo insoluto del conflitto di interessi. «Il Movimento 5 Stelle aveva proposto ed ottenuto la calendarizzazione in Commissione Affari costituzionali e poi con un colpo di mano ha votato per far rientrare in commissione la proposta di legge. Quindi non se ne è mai discusso. Quando si presagiva la volontà, anche di questo governo, di formare la governance, noi abbiamo sempre ribadito – anche in Commissione di Vigilanza RAI – che era giusto parlare di riforma della governance, ma contestualmente si ritiene giusto affrontare il grande problema del conflitto di interessi che il nostro Paese ha. E, invece, ancora una volta siamo al discorso pubblicitario del governo Renzi su come cambiare il Consiglio di amministrazione RAI, senza mettere mano al problema del conflitto di interessi. Noi, con la proposta di legge di riforma della governance, abbiamo cercato anche di sopperire alla mancanza di una proposta seria sul conflitto di interessi. Perché con i paletti molto stringenti per divenire consigliere del Consiglio di amministrazione, si riesce in qualche modo ad arginare le derive della politica all'interno del Cda», conclude la deputata del Movimento 5 Stelle.