17 aprile 2025
Aggiornato 20:31
Manca il numero legale: rinviata ad oggi la discussione sul rendiconto

Stefano: «Pd spaccato sul bilancio e incapace di governare»

In aula Giulio Cesare la manovra del sindaco Marino subirà il fuoco di fila di 70 mila emendamenti. Anche in maggioranza tanti i contrari ai 310 milioni di tagli e alla vendita all’asta di 751 immobili voluti dalla Giunta

ROMA – Tutto rinviato. L’assemblea capitolina avrebbe dovuto cominciare ieri la discussione del bilancio di previsione 2015 del Comune, ma la mancanza del numero legale ha fatto slittare tutto di 24 ore. È stata la stessa maggioranza, insomma, a disertare il Consiglio comunale, in aperta protesta contro la manovra del sindaco Ignazio Marino. Che continua a nutrire molti, troppi critici anche tra le file della sua stessa coalizione: in testa Sel, che ha presentato una raffica di emendamenti soprattutto per bloccare la contestata vendita all’asta di ben 751 immobili.

M5S: «CITTÀ ALLO STREMO, LO HA CAPITO ANCHE LA MAGGIORANZA» – Gioco facile, dunque, per l’opposizione, come dimostrano le velenose dichiarazioni di Enrico Stefano, consigliere comunale del Movimento 5 stelle: «Il bilancio prevede, come al solito, numerosi tagli e maggiori tasse per i cittadini romani, che ormai sono allo stremo, schiacciati dai disservizi di una città sempre meno vivibile. Probabilmente di questo si sta accorgendo anche la maggioranza, che fino ad oggi ha vissuto scollegata dalla realtà. L'ennesima dimostrazione di quanto il Pd, che dovrebbe governare la città, sia spaccato al suo interno: non trovano mai la quadra, non riescono a portare avanti i provvedimenti e neppure ad essere in 24 in aula, posticipando puntualmente le sedute. È per questo motivo che noi ancora una volta daremo battaglia in Campidoglio su un bilancio che dal nostro punto di vista aggrava ulteriormente le condizioni di una città già dismessa e allo sbaraglio».

CINQUE GIORNI PER 70 MILA EMENDAMENTI – L'approdo del rendiconto in aula Giulio Cesare è dunque rinviato a oggi, martedì 10: un giorno in meno che potrebbe risultare cruciale visto che si avvicina la scadenza fissata dalla Giunta per l'approvazione, il 15 marzo. Nel frattempo si dovranno esaminare ben 70 mila tra emendamenti e ordini del giorno: un fuoco di fila contro cui l'esecutivo sarà chiamato ad una strenua difesa della propria manovra. I numeri li ha presentati l'assessore al Bilancio la settimana scorsa, di fronte ad un'aula tanto per cambiare semi-deserta, eccezion fatta per i lavoratori della partecipata Assicurazioni di Roma giunti in massa per far sentire la loro protesta.

310 MILIONI DI TAGLI – La riduzione della spesa sarà di ben 310 milioni, per colpa del calo delle entrate: «Per 152 milioni – ha spiegato in aula Scozzese – abbiamo una riduzione di risorse comunali, per il resto abbiamo l'impossibilità di impegnare da parte di Regione e Stato. È molto probabile che la metà di questa cifra sarà recuperata entro giugno, quando arriveranno ulteriori risorse da questi enti, ma in questo momento fotografiamo la situazione attuale». Sotto la scure finiranno quei settori «dove già nel piano di rientro abbiamo sottolineato l’esigenza di rivedere la capacità di spesa perché erano al di fuori del range dei fabbisogni standard. Significa che riportiamo la spesa al costo, non interveniamo sulla qualità e quantità dei servizi».