7 dicembre 2023
Aggiornato 07:00
Procura e Corte dei Conti sulla strada del nuovo impianto a Tor di Valle

Lo stadio? I grillini: è speculazione. Il Pd: è sviluppo

Aperta un’inchiesta sulla base dei dubbi sollevati dal Movimento 5 stelle: «Il vero affare – denunciano al DiariodelWeb.it – lo faranno i proprietari dei terreni». Ma il Partito democratico difende l’opera: «La più importante nella storia della città»

ROMA – Dopo il calcio, l’edilizia e la politica, arriva anche la magistratura ad occuparsi del progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Dal Movimento 5 stelle e dal Comitato Tor di Valle sono infatti partiti due esposti, finiti sul tavolo della Procura, che ha aperto un’indagine. I dubbi sollevati dai grillini riguardano il cuore dell’iter amministrativo che ha portato al via libera alla costruzione: la delibera con cui l’Assemblea capitolina, lo scorso 22 dicembre, ha riconosciuto l’interesse pubblico della nuova struttura, come voleva il sindaco Ignazio Marino.

M5S: «SPECULAZIONE EDILIZIA» – Secondo il M5s, non di interesse pubblico bisogna parlare, ma di vera e propria speculazione edilizia. «Chi farà l’affare? – si chiede il consigliere Daniele Frongia, contattato dal DiariodelWeb.it – Né il Comune, né la società e nemmeno i tifosi, ma gli Armellini, proprietari del 40% di quel terreno, che hanno comprato a due lire. Abbiamo regalato loro una cubatura abnorme per la quale il Comune non prenderà nulla. E per i pendolari o i residenti si aggiungerà il problema del traffico, mentre le opere infrastrutturali previste serviranno solamente a facilitare l’afflusso o il deflusso dei tifosi». Proprio su questi punti si basa l’esposto presentato dal gruppo, che ne ha in preparazione un altro alla Corte dei conti, «già pronto ma in attesa dell’iter per la presentazione – chiarisce Frongia – Parliamo impropriamente di stadio. In realtà il progetto prevede un milione di metri cubi di centro direzionale e commerciale, di cui lo stadio rappresenterà solo il 14%: un caso unico in Italia».

PD: «SVILUPPO DELL’AREA» – L’aspetto più paradossale della querelle è che su questo punto il Movimento 5 stelle è perfettamente in linea con il Partito democratico, grande sponsor del progetto. «Certo che non si tratta solo di uno stadio – ammette Tommaso Giuntella, presidente del Pd romano, ai nostri microfoni – È un intero quartiere, con centro sportivo, opere di interesse culturale, una nuova viabilità, lo svincolo del raccordo e la messa in sicurezza dell’ansa del Tevere». È sull’interpretazione dell’opera che maggioranza e opposizione si scontrano: i 5 stelle parlano di speculazione, i democratici di «sviluppo». «Il progetto più importante mai visto nella città di Roma – prosegue Giuntella – L’investimento di un grandissimo gruppo che porterà migliaia di posti di lavoro e la riqualificazione totale di un’area.  Il futuro della città ripartirà proprio da questo e da altri progetti».

A FINE ANNO IL VIA AL CANTIERE – Il partito che governa la Capitale definisce dunque gli esposti presentati dai grillini solo un «tentativo disperato di propaganda e di disinformazione». «È una lista che spesso prova ad alzare un clima di campagna violenta – commenta il presidente del Pd di Roma – ma qui siamo di fronte a una grande possibilità di rilancio della città e di un’area quasi abbandonata. Se vogliono che rimanga così, ne prendiamo atto, ma noi andiamo avanti. Roma deve aprirsi agli investimenti esteri e smetterla con la miseria dei monopolisti, dei gruppi d’interesse e della burocrazia che vogliono bloccare la modernità». Giuntella, comunque, non teme che l’indagine della Procura possa far slittare ulteriormente l’inizio dei lavori, per il quale tuttavia manca ancora l’ok della conferenza dei servizi della Regione Lazio. «Il cantiere doveva cominciare in estate ma è slittato probabilmente a fine anno – conferma – Pensiamo che questa previsione non subirà ulteriori rallentamenti».