Fedriga: trasparenza in Svizzera sì, ma in Banca Etruria no?
Massimiliano Fedriga spiega al DiariodelWeb.it le sue perplessità sull'accordo Italia-Svizzera sul segreto bancario, che dubita sarà efficace come l'esecutivo promette. Soprattutto, però, l'esponente della Lega denuncia la selettività del Governo a promuovere la trasparenza in campo bancario, soprassedendo invece dove non gli conviene farlo: in primis, in Banca Etruria.
MILANO - Giornata storica, quella di ieri, per Italia e Svizzera, grazie all'accordo firmato tra i due Stati limitrofi che pone definitivamente fine al segreto bancario nel vicino Paese transalpino. Giornata storica, secondo Matteo Salvini, ma in negativo, anche per quei 70mila frontalieri italiani che hanno ricevuto «un'enorme fregatura», perché «dovranno avere a che fare non più con lo Stato svizzero ma con l'Inps e con lo Stato italiano, e dovranno per questo accendere un cero alla Madonna». L'accordo, secondo il leader della Lega, sarà «una fregatura» anche «per i comuni di confine in Lombardia e Piemonte, che per avere i cosiddetti ritorni, cioè i soldi derivanti dalla tassazione, si dovranno riferire non più alla Svizzera ma allo Stato italiano». Ad essere scettico sull'accordo anche Massimiliano Fedriga, vicepresidente della Lega a Montecitorio: «Ho seri dubbi che questo accordo sia efficace come Renzi promette», dichiara al DiariodelWeb.it.
FEDRIGA: IL GOVERNO PROMUOVE LA TRASPARENZA A SUA DISCREZIONE - Già, perché il premier, subito dopo la firma del patto da parte del ministro Padoan e della sua omologa svizzera Eveline Widmer-Schlumpf, ha esultato su Twitter con queste parole: "Oggi è stato siglato l'accordo con la Svizzera sul segreto bancario: miliardi di euro che ritornano allo Stato #lavoltabuona #comepromesso». Miliardi di euro in arrivo d'oltralpe? Fedriga non ne è convinto. Oltretutto, l'esponente leghista sottolinea come, «stranamente», il governo non si sia occupato anche «della questione Banca Etruria. Dopo il suo decreto, le azioni sono aumentate del 66%, e gli acquisti vengono da Londra come indicato da Consob, che sta facendo degli accertamenti. Vorrei che il Governo utilizzasse gli stessi parametri per tutte le questioni che riguardano le banche e ciò che vi avviene di dubbio», afferma Fedriga. «E il decreto che abbiamo questa settimana in discussione sulle banche popolari è oggettivamente una forzatura che non vorremmo avesse aiutato qualche amico. Non è che la legalità e la trasparenza vale solo in alcuni casi, anzi: dovrebbe valere di più quando è il Governo a intervenire a piè pari con un decreto che di urgenza e necessità non ha proprio nulla», conclude Fedriga.
QUELLE OMBRE SU BANCA ETRURIA - Insomma, secondo la Lega, l'esecutivo, a fronte dell'accordo con la Svizzera a favore della trasparenza, non ha però utilizzato la medesima sollecitudine laddove non gli conveniva farlo. In effetti, durante l'audizione della settimana scorsa in commissione Finanze del presidente della Consob Giuseppe Vegas, è stato messo nero su bianco il sospetto, per il caso Banca Etruria, di insider trading, anche grazie a una ricostruzione puntuale dei «movimenti» del Governo e del suo entourage dal 3 gennaio al 9 febbraio 2015, dell'andamento in borsa, nonché, con particolare riferimento alla Banca Etruria, degli accadimenti non del tutto trasparenti verificatisi tra l'11 agosto 2014 e il 9 febbraio 2015. Molti reputano sospetto il fatto che, presso gli uffici del Fondo Algebris a Londra, all'annuncio da parte del Governo, il 16 gennaio scorso, di voler riformare il sistema delle banche popolari, abbiano fatto seguito imponenti operazioni di borsa. A fronte di ciò, Fedriga ritiene quantomeno singolare l'esultanza collettiva dell'esecutivo alla firma dell'accordo con la Svizzera.
TRA POCO, SARÀ LA VOLTA DEL LIECHTENSTEIN - Accordo che prevede, in concreto, che le autorità fiscali italiane possano da oggi richiedere informazioni al Paese transalpino, provocando la regolarizzazione spontanea dei capitali detenuti illegalmente. I contribuenti potranno sanare le irregolarità pagando integralmente le imposte dovute, come prevede la legge sulla "voluntary disclosure", usufruendo di un regime sanzionatorio più conveniente. Secondo il Ministro dell'Economia Padoan, l'accordo è stato «un passo avanti molto importante, frutto di un lavoro durato molto tempo, complesso e difficile. Abbiamo firmato due testi, uno giuridico soggetto alla ratifica del Parlamento, sullo scambio di informazioni e un documento politico, una 'road map' sul trattamento dei lavoratori frontalieri e sulla questione di Campione d'Italia». Un provvedimento che, ha dichiarato Padoan, «va nella direzione dell'eliminazione dei paradisi fiscali: ci sono altri paradisi fiscali ma questo accordo va nella direzione della loro eliminazione. Per loro sarà sempre meno conveniente e piu' difficile resistere allo scambio di informazioni e sarà meno conveniente rivolgersi a questi Paesi». Non solo Svizzera, però. Tra i Paesi con cui l'Italia è pronta a siglare accordi analoghi in materia di accesso ai dati bancari dei cittadini italiani c'è il Liechtenstein, ha aggiunto Padoan. Tutti provvedimenti che, ha garantito il Ministro, assicureranno «benefici per le finanze pubbliche italiane, ma anche benefici a più lungo termine perchè introduciamo un terreno di trasparenza tra il contribuente e l'amministrazione, per gestire la questione fiscale in maniera più amichevole».
CURIOSA SELETTIVITA' DEL GOVERNO SULLA TRASPARENZA - Insomma, dopo tanti tentativi portati avanti dai precedenti esecutivi, la firma è stata posta. Lo scambio di informazioni diventerà automatico dal 2017, e consentirà alla Svizzera di abbandonare una volta per tutte la sua nomea di paradiso fiscale. Per verificare se il patto faciliterà effettivamente il rientro dei «miliardi» ipotizzati da Renzi, non rimane che attendere. Nel frattempo, però, la «vittoria» rimane coperta da un'ombra, e cioè quella quantomeno sospetta «selettività» del Governo a promuovere provvedimenti a favore della trasparenza e della legalità bancaria, soprassedendo invece, secondo Fedriga, dove non gli conviene farlo...
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