28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
Immigrazione, sicurezza, euro, Centrodestra, Renzi

Tutti i motivi dell'intransigenza di Salvini nei confronti del «penoso» Alfano

Salvini-Alfano: un binomio che ormai suona un ossimoro. Il diktat della Lega «Mai con Alfano» guida i giochi delle coalizioni in vista delle Regionali, dove, ha giurato Salvini, non vedremo mai associati i simboli di Lega e Ncd. Da dove nasce l'intransigenza di Salvini? Il DiariodelWeb ricostruisce tutti i motivi dello scontro, a partire dall'appoggio di Ncd al governo Renzi.

ROMA – Uno dei motti della Lega, da diversi mesi a questa parte, sembra essere diventato «Mai con Alfano». Una regola di coerenza valida almeno da quando l’ex discepolo di Silvio Berlusconi, leader del Nuovo Centrodestra, si è accomodato sulla poltrona di Ministro dell’Interno del tanto vituperato governo Renzi. Una regola che oggi è diventato un «diktat», come ha affermato ieri l’europarlamentare di Fi Toti, capace di guidare i giochi delle coalizioni per le prossime Regionali. Elezioni in cui, ha giurato Salvini, non vedremo mai i simboli di Lega e Ncd associati.

ACCUSATO DI FAVOREGGIAMENTO IMMIGRAZIONE CLANDESTINA - Uno scontro che si è consumato su molti temi, a colpi di dichiarazioni, mozioni di sfiducia e anche appellativi «poco cortesi». Alfano, per Salvini, è «penoso», per Gianluca Pini è un «disastro», e per la Lega tutta dovrebbe dimettersi al più presto. Uno dei campi su cui più volte si è consumata la battaglia è quello dell’immigrazione. Qualche ora fa, d’altronde, la Lega Nord ha presentato, insieme a Fratelli d’Italia, un esposto nei confronti di Alfano e del suo «principale» Renzi per «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Il leader del Carroccio ha fatto sapere che «in Veneto il governo sta tagliando milioni di euro e lo sta riempiendo di immigrati. Non che in altre regioni stia facendo meglio, quindi nessuna alleanza». D’altronde, il Ministro dell’Interno è stato più volte accusato dal Matteo milanese di usare le morti in mare per salvaguardare la sua poltrona e, soprattutto, di essere il responsabile morale di tali tragedie, per aver consentito la messa in campo di operazioni come Mare Nostrum e Triton. «L'unica risposta che la Lega può dare ad Alfano è: dimettiti. I morti pesano sulle coscienze dei buonisti, di quelli che li illudono e li fanno partire: se fosse per la Lega, resterebbero a casa loro», sono state le parole del leader del Carroccio dopo l’ennesima strage in mare. Secondo Salvini, in pratica, la politica migratoria messa in campo da Alfano, oltre a favorire l’immigrazione clandestina, avrebbe come risultato non tanto il salvataggio dei migranti dai pericoli della traversata, quanto, indirettamente, l’incentivazione a mettersi nelle mani dei trafficanti, alimentando così uno dei più redditizi business criminali al mondo. Accuse pesanti, sarcasticamente riassunte dall’appellativo che, in una seduta di novembre, i deputati leghisti hanno cucito addosso al loro acerrimo «nemico»: «Alfano ministro dei clandestini».

RESPONSABILE DI LESINARE SU SICUREZZA  E FAVORIRE CRIMINALITA’ - Il numero due del governo Renzi è stato attaccato, anche, sulla sua gestione della sicurezza pubblica, altro tema carissimo al partito di Salvini. Soprattutto dopo che l’esecutivo ha tagliato 251 presidi di polizia e depenalizzato 157 reati. Su questo argomento, il deputato Nicola Molteni è stato chiaro: «L’unica cosa che ha fatto il governo di Alfano sono favori ai criminali. Cinque svuota carceri, provvedimenti indultivi, depenalizzazioni, la cancellazione del reato di immigrazione clandestina, rimborsi ai carcerati e incentivi alle aziende che assumono detenuti: uno scandalo di portata epocale. Il governo ha attuato una ‘sanatoria’ tombale del crimine. E, in epoca di emergenza terrorismo, sta tagliando 73 presidi di polizia postale (annientando così le potenzialità di indagine sul web, canale privilegiato per il proselitismo estremista) e oltre 70 posti di polizia di frontiera». E ciò che, agli occhi della Lega, più aggrava la posizione di Alfano, è la microcrimialità che ormai da tempo sconvolge Comuni e periferie. Vicenda simbolo per la Lega, quella dell'«eroe» Graziano Stacchio, benzinaio vicentino che ha sparato a un rapinatore che insidiava la gioielleria vicina, uccidendolo. Ulteriore aggravante per Alfano, il pericolo terrorismo. Da poche ore, d’altronde, Matteo Salvini ha appoggiato la richiesta del sindacato di polizia Sap, che ha esortato a «uno sforzo comune per approvare subito alcuni provvedimenti urgenti per garantire la sicurezza interna e difendere i cittadini dal terrorismo»: in discussione, tra le altre cose, proprio i tagli ai 251 presidi di polizia. Deciso, l’appoggio di Salvini: «Se non torniamo ad avere un po’ di rispetto per chi indossa la divisa», ha dichiarato, «non andiamo da nessuna parte». Come se non bastasse, la disistima – per utilizzare un eufemismo – per il Ministro ha spinto il numero uno di via Bellerio, lo scorso novembre, ad appoggiare la mozione di sfiducia  firmata M5S e Sel. Allora, Alfano era accusato di non aver detto la verità su quanto accaduto durante la manifestazione degli operai Ast di Terni, che il 29 ottobre sono stati caricati dalle forze dell’ordine a Roma. In quell’occasione, Salvini ha accusato Alfano di essere «l’uomo sbagliato al posto sbagliato. Non ne sta azzeccando una, l’immigrazione continua e le maniere dure vanno utilizzate in altri contesti, non quando in piazza ci sono gli operai o i disoccupati».

EUROPEISTA E COLLABORATORE DI RENZI - Alfano, d’altronde, è corresponsabile, per la Lega, delle politiche economiche perpetrate dall’esecutivo, ancora una volta, secondo il Carroccio, sottomesse al dettato merkeliano. Il Ministro, infatti, qualche settimana fa ha attaccato Salvini dichiarando che «il centrodestra non vincerà con un leader che non vuole l’Europa e vuole uscire dall’euro. Noi siamo fregati se abbiamo una Lega forte e un centrodestra debole». Dal canto suo, il leader del Carroccio ha ribattuto che «Ncd tra sei mesi non ci sarà più e la stessa Forza Italia, se non cambia qualcosa, non credo che vada lontano», ridimensionando di fatto il peso del partito di Alfano all’interno dell’area di Centrodestra. D’altronde, a differire sono proprio le due rispettive visioni dell’area politica di appartenenza: un’area, per Salvini, di totale opposizione al governo e contraria a qualsiasi compromesso, ma che, per Alfano, dovrebbe abbracciare tutti i moderati ed essere aperta al dialogo. E che, soprattutto, deve mantenere salda la sua vocazione europeista. Vocazione, ovviamente, del tutto respinta dai leghisti.

SI È SALVATO LA POLTRONA VOTANDO MATTARELLA - Per non parlare, poi, dello scontro consumatosi sulla vicenda Quirinale. Di nuovo, Alfano si è macchiato di «collaborazionismo» nei confronti del governo con la votazione per Mattarella. Addirittura, secondo Salvini, il capo del Viminale si sarebbe così, ancora una volta, «salvato la poltrona». Per il leader della Lega, il Ministro, cambiando idea ogni quarto d’ora, si comporta in modo inefficace, anche sul punto di vista della sicurezza. «Come faccio a ri-allearmi con chi sta governando con Renzi in questa maniera?», si chiede allora Salvini, perseguendo la sua politica di intransigenza nei confronti dell’ex prediletto del Cavaliere. Una politica che, di fatto, se pure rischia di indebolire il Centrodestra di fronte all’appuntamento delle Regionali, ha di certo fatto guadagnare molti punti alla Lega, che i sondaggi danno in perenne ascesa, anche rispetto all’ex faro dei moderati Forza Italia. D’altronde, è proprio questa l’accusa che Alfano rivolge a Salvini, e cioè di curarsi più del bene del suo partito che di quello del Centrodestra. Indubbiamente, il diktat «mai con Alfano» in vista delle Regionali mette Forza Italia nella condizione di dover scegliere, non senza molte difficoltà, l’alleato giusto tra Ncd e Lega, abbandonando le sue speranze di ricompattare tutta l’area. E il pericolo è quello di perdere due Regioni – Veneto e Campania – di norma ben poco avvezze alle sinistre. Tuttavia, la strategia di Salvini è chiara: intransigenza e fedeltà a se stessi. E chissà che questo non lo porterà, con buona pace di Alfano, a dominare incontrastato tutto il Centrodestra.