29 novembre 2023
Aggiornato 19:30
Fitto risponde duramente all'ultimatum dell'ex Cav

Forza Italia: Silvio per tutti, tutti per Silvio?

Mentre Forza Italia prova a ricompattarsi nell'opposizione alla «deriva autoritaria imposta da Renzi», i fittiani, ancora una volta, non ci stanno. Non partecipano alla riunione dei gruppi parlamentari, e il loro capofila risponde piccatamente all'ultimatum lanciatogli dal leader. E, puntualizza, dopo aver svenduto Fi sull'altare del Nazareno, ora non ci sta a farne l'ultima ruota del Carroccio

ROMA - La situazione in Forza Italia si fa sempre più difficile. Berlusconi, nella riunione dei gruppi parlamentari convocata mercoledì scorso e rinviata ad oggi, fa una volta per tutte mea culpa per quanto accaduto, dal patto del Nazareno al disastro Quirinale: «La linea politica seguita fin qui era la mia linea politica. Se c'è una responsabilità è mia perché io ci avevo creduto e sperato fino in fondo». L'ex Cavaliere non si è lasciato però scoraggiare dalla «dittatura» della maggioranza in corso in aula e denunciata nella nota politica di Fi «il Mattinale», ed è tornato a incitare i suoi uomini: «Oggi si apre una nuova fase politica a cui tutti devono partecipare» ha aggiunto infatti, annunciando che dal 9 marzo, giorno della fine dell'affidamento ai servizi sociali, sarà di nuovo pienamente in campo. «Sono sicuro che sarete con me», ha affermato rivolto a deputati e senatori azzurri. 

FITTO, IL ROTTAMATORE DI DESTRA - Eppure, proprio tutti saranno con lui? A giudicare dalla tensione con Fitto e i suoi seguaci, assenti alla riunione, non si sa. Proprio a Raffaele Fitto il leader di Forza Italia ha rivolto un ultimatum: «Deve decidere entro 15 giorni se rimanere in Forza Italia e lavorare per il partito o se andarsene via» tuona l'ex Cav, che aggiunge ironicamente: "Se se ne va e fa un suo partito è all'1,3% mentre Ncd è all'1,6%». La replica del giovane frondista, però, non si è fatta attendere, ed è una replica dura e amara: «Te lo dico con amarezza, stai ancora una volta sbagliando tutto», afferma Fitto, che aggiunge: «Vuoi cacciarci perché facciamo opposizione? Perché abbiamo avuto ragione sulle riforme, e, purtroppo, su tutto il resto? Perché troviamo surreale il passaggio in due giorni da 'forza Renzi' a 'forza Salvini'?». Poi attacca: «Tutti gli organi del partito sono oggi privi di legittimazione e si trovano in una condizione extrastatutaria», annunciando che andrà avanti con l'iniziativa dei «Ricostruttori», a partire dalla manifestazione nazionale del 21 febbraio. Infine replica ai sondaggi diffusi da Berlusconi su di lui: «Anzichè giocare con pseudosondaggi su di me, occupiamoci piuttosto dei risultati elettorali di FI, prima che sia troppo tardi».

IL MATTINALE: MATTARELLA FACCIA QUALCOSA CONTRO LA TIGRE-RENZI - Intanto, Forza Italia (meno i frondisti) sembra ricompattarsi nell'opposizione a Renzi, opposizione che, ha annunciato Berlusconi, sarà a 360 gradi. Lo si vede, innanzitutto, dalla dura nota diffusa dal Mattinale: "Deriva autoritaria. Più evidente di così si muore. E noi non abbiamo intenzione di veder morire la democrazia in Italia per la brutale volontà di Renzi e del Partito democratico di imporre i propri diktat al Parlamento. Chiediamo all'Arbitro - prosegue la nota - se non intenda dire e fare qualcosa su quanto sta avvenendo alla Camera sottoposta a una dittatura della maggioranza. Essa impone tempi e bavagli. E non si tratta di provvedimenti ordinari, dove far valere le prerogative di necessità e urgenza. Siamo in fase costituente. Immagini il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, figlio della tradizione degasperiana, se queste mordacchie fossero state imposte da Alcide De Gasperi nel 1947. Non ci sarebbe la Costituzione in cui la grandissima parte delle forze politiche, anche strenuamente avversarie, si sono alla fine riconosciute. E con ogni probabilità si sarebbe data l'esca ad una guerra civile come già di fatto avveniva nel triangolo della morte Emiliano-romagnolo e in Venezia Giulia».

LA SEDUTA FIUME HA IMPEDITO LA VALUTAZIONE DEL JOBS ACT - «Oggi - sottolinea «il Mattinale» - la tigre di Renzi si è dimostrata fragile nelle sue stesse ossa, i suoi denti cariati. Ha cercato di far stramazzare a terra le opposizioni imponendo la seduta fiume, un assurdo democratico, ed è annegata subito nel suo stesso fiume. La mancanza di numero legale in sede costituente equivale di fatto alla fine di qualsiasi velleità di legislatura che abbia per obiettivo di cambiare la Magna Carta della Repubblica italiana»«Non c'è bisogno - osserva la nota - di spendere molte parole per esprimere il nostro sconcerto. La seduta fiume, che si aggiunge ai tempi contingentati, a tutte le escogitazioni dei prepotenti, aveva per effetto collaterale non innocuo quello di impedire la valutazione finale della Commissione lavoro sul Jobs Act, che scade oggi. E che certo è infinitamente più urgente della riforma costituzionale che andrà in vigore nel 2018». I toni sono particolarmente accesi: «L'errore gravissimo di Renzi è stato di essersi consegnato, rompendo clamorosamente il patto con Berlusconi, alla sua minoranza interna. Lo faranno ballare, anzi lo stanno già stringendo al collo. Ed è inutile che il premier riversi la sua frustrazione sul Parlamento. A questo punto, dopo questi comportamenti di Renzi, suona malissimo l'editoriale assolutorio di Sabino Cassese sul "Corriere della Sera" in cui giustifica la volontà impositiva del premier, garantendo che la maggioranza di cui dispone è perfettamente costituzionale». Un comportamento inqualificabile, per Forza Italia, quello del premier: «Gli rispondiamo che: un conto sono le decisioni formali della Corte, che non ha voluto creare un vuoto di rappresentanza e di funzionalità ordinaria. Resta che il premio di maggioranza, nel nostro caso - ripetiamo - indebito, è comunque previsto per consentire al governo di governare. Non può in nessun caso essere usato come arma letale per imporre una nuova Costituzione», conclude «Il Mattinale».

BERLUSCONI: NON DAREMO LE CHIAVI DEL CENTRODESTRA A SALVINI - Insomma, sembra che, se c'è un argomento su cui gli azzurri possano ricompattarsi, è la ritrovata, decisa opposizione a Renzi. Un'opposizione, però, che difficilmente basterà ai fittiani per cessare la fronda, soprattutto dopo l'accordo siglato con la Lega, che pare preludere all'ennesimo patto di subalternità per il partito. Non sembrano persuadere i dissidenti, in proposito, le rassicurazioni di Berlusconi, che ha affermato perentoriamente: «Non consegneremo le chiavi del centrodestra a Salvini»​. I fittiani sono convinti che, dopo la resa al Matteo fiorentino, sia oggi la volta del Matteo milanese. E aspirano a far tornare Forza Italia quella di una volta: non l'ultima ruota del Carroccio, ma il carro che traina tutto il Centrodestra. Un obiettivo, ad oggi, che pare ancora difficile da raggiungere.