25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Secondo la Lega, a Vicenza un'insegnante chiede agli allievi di diventare attivisti politici

La maestra agli alunni: ora spieghiamo perchè la Lega è cattiva

Per Filippo Busin (LN), si tratterebbe di un caso di propaganda politica, quello dell'insegnante vicentina che ha assegnato agli alunni un tema argomentativo in cui si chiedeva di «persuadere un tuo compagno leghista che il fenomeno migratorio non è un problema». Ma l'istituto fa quadrato intorno all'insegnante, assicurando: «ha fatto il suo dovere e ha promosso il dibattito»

VICENZA - Doveva essere un semplice tema assegnato per le vacanze di Natale, invece si è trasformato in motivo di scontro politico, approdando addirittura alle aule parlamentari. Il titolo incriminato? «Dopo aver preso in considerazione i dati sull’immigrazione in Italia e dopo aver letto l’articolo, scrivi un testo argomentativo in cui persuadi un tuo compagno leghista che il fenomeno migratorio non è un problema, bensì una risorsa». E' accaduto presso la Classe IIIB dell’istituto tecnico «Aulo Ceccato» di Thiene, Vicenza, dove alcuni genitori simpatizzanti della Lega, colpiti dall'accaduto, hanno informato i vertici del Carroccio perché venissero presi dei provvedimenti.

BUSIN: SI TRATTA DI PROPAGANDA POLITICA - Così, la vicenda è finita niente di meno che alla Camera, dove è stata presentata, ieri, un'interrogazione parlamentare a prima firma Filippo Busin, Capogruppo della Lega in Commissione Bilancio. «Mi sembra che si tratti di vera e propria propaganda politica», dichiara l'Onorevole, «perchè quando si fa esplicito riferimento a un partito politico in un tema in classe, in cui si attribuisce in modo netto e senza possibilità di discutere a quel partito una determinata posizione, mi sembra che si stia facendo un errore madornale, che non ha nulla a che vedere con l'educazione e con la deontologia professionale di un insegnante», spiega il deputato leghista. «Io credo che gli insegnanti dovrebbero, semmai, promuovere dibattiti privi di pregiudizi», prosegue. Al contrario, a suo avviso, di pregiudizi nei confronti della Lega, in quella traccia, ce ne sono, e ben evidenti: «Se io do un giudizio così netto su una parte politica, è ovvio che precludo qualsiasi possibilità di discussione. Io mi sono messo nei panni di chi doveva svolgere il tema, e dovevo partire dal presupposto che i leghisti sono dei razzisti, intolleranti, e che quindi dovevo convincerli a diventare un po' più civili». Per Busin, oltretutto, tale presupposto è del tutto sbagliato: «La nostra posizione sull'immigrazione non è affatto di chiusura totale, ma di una gestione razionale di un fenomeno di dimensioni epocali, che non va lasciato allo spontaneismo, cosa che invece fa questo Governo». Per il Capogruppo della Lega in Commissione Bilancio, quella del Carroccio sarebbe «una posizione molto più articolata, che non può essere liquidata in due righe di un tema delle medie. Io vorrei vedere cosa sarebbe successo se un professore, magari di estrema destra o leghista, avesse proposto una traccia citando il Pd e attribuendogli delle posizioni ad esempio sul comunismo o sullo stalinismo, tanto per fare un parallelo». A suo avviso, la Sinistra «sarebbe insorta e avrebbe fatto le sue rimostranze attraverso i media e i giornali; invece, ci si sente autorizzati a colpire una parte politica minoritaria anche attraverso i banchi di scuola».

NECESSARIO CENSURARE E SANZIONARE TALI COMPORTAMENTI - Per questo, Busin propone modalità «di censura di questi comportamenti, in modo che non si ripetano e in modo da chiarire al corpo insegnante qual è il loro ruolo e quale deve essere la deontologia professionale da seguire». Per la precisione, nel testo dell'interrogazione i firmatari hanno chiesto al Governo «se non si intenda valutare l'ipotesi di assumere iniziative per prevedere l'irrogazione, da parte del dirigente dell'ufficio scolastico regionale, di una sanzione ai professori che fanno propaganda politica o ideologica nelle scuole, con la sospensione dall'insegnamento per un periodo non inferiore ad un mese; se non si intendano dare opportune indicazioni affinché, a vigilare che questo tipo di comportamenti non si verifichino, sia il responsabile della scuola, cioè il dirigente scolastico»

LA DIRIGENZA SCOLASTICA FA QUADRATO INTORNO ALL'INSEGNANTE - Dal canto suo, però, la dirigenza scolastica fa quadrato intorno alla giovane professoressa finita nell'occhio del ciclone. «Siamo stati travolti da questa vicenda e siamo allibiti. Si tratta – ha spiegato la vice preside Maria Grazia Grotta al Fatto Quotidiano – di una traccia data in un contesto didattico con la sola finalità di definire il testo argomentativo. Nulla di più. Forse l’unica leggerezza è stata compiuta nel fatto di aver usato il termine leghista. In queste ore si è alzato un muro di solidarietà attorno alla professoressa: molti ragazzi hanno scritto lettere a sostegno dell’insegnante e anche noi docenti stiamo valutando di prendere iniziative a favore di una persona che da sempre lavora nella scuola». La vice preside, dunque, giura che la professoressa «ha fatto il suo dovere, ha prodotto anche dei documenti, ha fornito ai ragazzi dei dati dell’Istat, aveva fatto un dibattito in classe. Se c’era qualcosa che non andava avrebbero potuto parlare con lei prima di trasformare il tutto in una questione politica. I ragazzi avrebbero potuto anche avere opinioni diverse ma questo non avrebbe inficiato il voto. La dirigenza di questo istituto sta cercando di capire quanto è accaduto: sembra che siano stati alcuni genitori che non hanno gradito quel tema ma noi, allo stato attuale, non abbiamo avuto alcuna segnalazione da mamme o papà»

PROPAGANDA POLITICA O LIBERTA' DI RIFLESSIONE? - Una vicenda delicata, che interpella molte questioni. Da un lato, la deontologia professionale degli insegnanti, che certamente dovrebbero astenersi dall'esercitare qualsiasi forma di propaganda, intesa come «tentativo deliberato e sistematico di plasmare percezioni, manipolare cognizioni e dirigere il comportamento al fine di ottenere una risposta che favorisca gli intenti di chi lo mette in atto» (Enciclopedia Treccani). Dall'altro, il ruolo della politica nella libertà di espressione e di riflessione da parte dei cittadini: una politica che ha portato, addirittura, un tema di terza media dalle aule scolastiche a quelle parlamentari. La traccia incriminata avrà forse riassunto semplicisticamente il pensiero della Lega intorno all'immigrazione; ma che dire dei tanti proclami, altrettanto - e forse anche più - semplicistici, di cui si sono resi protagonisti negli anni alcuni esponenti del partito sul tema? Su queste basi, è giusto sanzionare l'insegnante, ed è lecito parlare di propaganda politica? Alla risposta del Governo, particolarmente attesa dal Carroccio e dai docenti dell'istituto, si demanda per ora l'ardua sentenza.