19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
L'interrogazione dell'Onorevole Nicchi (SEL)

In Italia, troppi bambini lavoratori «invisibili», che sfuggono alle statistiche

Se ne sa poco; eppure, in Italia quella del lavoro minorile è una piaga sociale più incisiva di quanto non si pensi. E se i dati disponibili sono poco aggiornati e molto variabili, le stime riguardanti gli infortuni sul lavoro suggeriscono che siano ancora molti, troppi, i minori economicamente attivi in maniera illegale

ROMA - Se ne parla poco, troppo poco: eppure, quella del lavoro minorile è una piaga sociale che riguarda anche il nostro Paese più da vicino di quanto non si pensi. Se ne parla poco, ma anche male, soprattutto perchè la dimensione quantitativa del fenomeno rimane molto incerta. L'Istat, nel 2000, ha stimato quasi 145.000 minori economicamente attivi tra i 7 e i 14 anni; un'indagine della CGIL effettuata tra il 2000 e il 2001 ha denunciato 350.000 lavoratori minori italiani e 50.000 stranieri, tra gli 11 e i 14 anni; secondo IRES-Save the Children, al 2006 le vittime del lavoro minorile erano invece 420.000 italiane e 80.000 straniere, tra gli 11 e i 14 anni. Di tale problematica si è occupata la deputata di SEL Marisa Nicchi, che ha presentato ieri un'interrogazione parlamentare sull'argomento.

STIME VARIABILI E DATATE - La deputata ha preso le mosse da un articolo pubblicato sulla rivista Micromega il 28 dicembre scorso, che aveva per oggetto «quei lavoratori invisibili che sono i bambini e ragazzi sotto i quattordici anni che lavorano in totale condizione di illegalità e non appaiono in nessuna statistica del lavoro». La Nicchi ha giustamente evidenziato l'estrema variabilità delle stime riguardanti il fenomeno, oltretutto datate a più di dieci anni fa: circostanze, queste, che non permettono di rendersi conto di quanto una tale piaga sociale sia effettivamente incisiva nel nostro Paese. «La tabella per età degli infortuni sul lavoro denunciati del rapporto INAIL, anno 2013», ha riportato l'interrogante, «denuncia 63.828 minori di 14 anni che hanno subito un infortunio sul lavoro: il 9,19 per cento di tutti gli infortuni dell'anno; questo numero è rimasto pressoché stabile nell'ultimo triennio (ma è aumentato rispetto al 2009), a fronte di una diminuzione in tutte le altre fasce di età; è il doppio circa della stima fatta dall'ISTAT nel 1988". Anche ritenendo possibile che «alcuni di questi incidenti possono essere avvenuti mentre il bambino aiutava occasionalmente un genitore nelle sue attività, la cifra è circa il doppio di quella – 31.500 – che l'ISTAT quindici anni fa stimava riguardasse situazioni di vero e proprio sfruttamento».

60MILA BAMBINI ALL'ANNO COINVOLTI IN INFORTUNI SUL LAVORO - Secondo la deputata di Sel, «la cifra di oltre sessantamila bambini coinvolti in incidenti sul lavoro in un anno suggerisce che i bambini lavoratori siano molti di più» di quanti ne contemplano le stime ufficiali. Pertanto, l'interrogante ha chiesto al Governo «se non intenda attivarsi al fine di giungere a una quantificazione più aggiornata e reale del fenomeno del lavoro minorile nel nostro Paese; se non si ritenga indispensabile prevedere opportune iniziative volte a contrastare il fenomeno del lavoro minorile illegale e degli infortuni sul lavoro dei minori». Una questione, indubbiamente, su cui far luce con tutta l'urgenza e l'accuratezza necessarie.