29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Gasparri denuncia la provatizzazione dell'ente

La Croce Rossa al Governo: «Non cancellateci»

Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, esprime forte disapprovazione rispetto alla possibilità che l'ente della Croce Rossa subisca un forte smantellamento, andando così a privare forze armate e cittadini di una struttura importante di tutela e soccorso. L'Ufficio stampa di CRI: «Il Governo conceda una proroga».

ROMA - Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, esprime forte disapprovazione rispetto alla possibilità che l'ente della Croce Rossa subisca un forte smantellamento, andando così a privare forze armate e cittadini di una struttura importante di tutela e soccorso. A detta di Gasparri, il decreto che prevede la privatizzazione dell'ente lederebbe in modo particolare centinaia di appartenenti al Corpo militare, lasciandoli «nella disperazione». A Diariodelweb.it parla l'Ufficio stampa dell'ente che chiede al Governo una proroga del decreto. 

La legge di Stabilità prevede che la Croce Rossa, dal 31 dicembre 2014, venga «rottamata», cosa ne pensa?

«Non parliamo di rottamazione. Esiste un decreto del governo Monti che prevede la privatizzazione dell'ente, che non vuol dire che la Croce Rossa diventi una S.p.A., ma diventerebbe, invece, una ONG a tutti gli effetti, come sono tutte le altre, quindi senza ricevere più il finanziamento pubblico. Dunque, in questo modo, la Croce Rossa dovrebbe far leva sulle gare a cui può partecipare ogni altra organizzazione», dichiara la responsabile dell'ente. «​Questa possibilità è concreta dal primo gennaio 2015, se il governo non fa niente nel frattempo. Perché noi abbiamo sempre detto che il decreto andava modificato in alcune caratteristiche ed in particolare ora abbiamo chiesto al Governo che intervenga concedendo una proroga. Il decreto così com'è metterebbe a rischio, infatti, alcuni profili occupazionali. Per questo abbiamo chiesto una modifica del decreto stesso. Visto che i tempi non ci sono stati per la modifica, a causa di un'alternarsi dei diversi governi che ha portato ad iniziare i lavori prima con uno, poi con un altro, siamo arrivati ancora a dicembre e abbiamo dovuto chiedere una proroga».

Gasparri afferma che la fine della Croce Rossa comporterebbe una tragedia per i militari. È così?

«La croce rossa italiana ha un corpo militare che è un'eccezione in tutto il mondo, perché la Croce Rossa esiste inogni Paese sotto il nome di Croce Rossa o Mezzaluna Rossa. Ogni paese ha la sua Croce Rossa, ma il corpo militare esiste solo in Italia. La privatizzazione dell'ente comporterebbe la civilizzazione dei militari, cioè ci sarebbe un contingente fisso di 300 persone in forza ausiliaria alle forze armate, mentre tutti gli altri componenti della conformazione militare diverrebbero civili: non più corpo militare ma personale di Croce Rossa. Questi andrebbero a fare ciò che in realtà già fanno, perché molti appartenenti al corpo militare attualmente lavorano nei vari uffici in tutta Italia, nei vari comitati», conclude la responsabile di Croce Rossa Italiana.