2 maggio 2024
Aggiornato 20:30
Inchiesta «Mafia capitale»

Marchini: «Roma bloccata da patto omertoso»

«Il nostro paese e la capitale, per decenni e decenni sono stati gestiti con un meccanismo che prende il nome di consociativismo, dove ci sono due blocchi che di giorno discutono e di notte spartiscono tutto, più o meno lecitamente. Renzi ha cambiato questa prassi, ha messo il confronto e la trattativa con il nemico alla luce del sole». Cantone: «Inchiesta splendida, chiederò carte sugli appalti»

ROMA - «Non sono sorpreso. Era evidente a tutti che Roma era una città bloccata da un patto omertoso, dove la cosa più importante è avere l'amico giusto al posto giusto e in funzione di quello puoi fare tutto o non fare nulla». Alfio Marchini è intervenuto ai microfoni della trasmissione «Ecg Regione Lazio» su Radio Cusano Campus, per commentare l'inchiesta sulla mafia a Roma.

Il venir meno della contrapposizione formale, ha fatto crollare tutta l'impalcatura
«Io sono convinto che quando i sistemi crollano non è mai un caso - ha aggiunto Marchini - Vuol dire che non sono più funzionali a ciò per cui sono stati immaginati. Il nostro paese e la capitale, per decenni e decenni sono stati gestiti con un meccanismo che prende il nome di consociativismo, dove ci sono due blocchi che di giorno discutono e di notte spartiscono tutto, più o meno lecitamente. Renzi ha cambiato questa prassi, ha messo il confronto e la trattativa con il nemico alla luce del sole. Il venir meno di quella contrapposizione formale, ha fatto crollare tutta l'impalcatura, e con essa tutti i protagonisti di quel sistema».
Sui suoi rapporti con Odevaine, Marchini ha spiegato che quando ha deciso di candidarsi a sindaco «ho chiesto chi potesse essere la persona più adatta per darmi un quadro sulle problematiche del traffico e unanimemente mi è stato indicato il nome di Odevaine. L'ho incontrato qualche volta e mi è sembrato una persona molto competente e seria. Non mi ha dato l'impressione di avere alcun tipo di collaborazione, anzi ero convinto che fosse andato a vivere in Venezuela. Sinceramente dà un segno di quanto era forte la permeabilità di questa organizzazione» .

Cantone: Inchiesta splendida, chiederò carte sugli appalti
«Verificheremo gli appalti sulle basi dei documenti che riceveremo dal Comune. Chiederò le carte a Pignatone per verificare ipotesi di commissariamento sugli appalti assegnati dalle aziende del Comune. Per l'Expo la questione è diversa: in quel caso la legge prevede la nostra verifica su tutti gli appalti». Lo ha spiegato Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale Anticorruzione, in un'intervista a La Repubblica.
Secondo Cantone «gli enti non hanno vissuto la battaglia alla corruzione come una grande occasione ma come un impegno burocratico. Troppo spesso sono stati indicati dirigenti di cui gli enti vogliono liberarsi e non i migliori: non servono burocrati, ma funzionari integerrimi. Se gli enti non capiscono che questa è una battaglia culturale, la vittoria sarà sempre lontana. Dobbiamo far capire a tutti gli enti che l'anticorruzione va fatta con serietà. Servono criteri veri, come la rotazione dei vigili a Roma».

La Procura ha utilizzato livelli di garanzia e standard probatori molto alti
Sottolineando che quella svolta dalla Procura di Roma è stata una «inchiesta splendida, eccezionale per la qualità investigativa e per la capacità di leggere il fenomeno mafioso», nella quale «l'impressione è che la Procura abbia utilizzato livelli di garanzia e standard probatori molto alti», Cantone sull'ipotesi di sciogliere il Comune di Roma ha ricordato che "spetta al Prefetto decidere: ci siamo visti anche ieri, ma abbiamo parlato di altro e ho grande fiducia nel suo equilibrio. È una questione delicata, ma per commissariare un Comune bisogna verificare una serie di aspetti: per esempio che l'infiltrazione mafiosa non solo sia effettiva ma anche attuale", ha concluso.