Boldrini: fare pressioni sul Jobs Act è controproducente
Per la Boldrini, sarà il presidente della commissione a decidere quando il testo si potrà portare in aula. Intanto, Dorina Bianchi invita i sindacati a non tenere in stand-by il processo di cambiamento in atto, mentre Giorgia Meloni definisce il Jobs Act «carta da pizza»
ROMA - «Questo è il momento in cui bisogna fare un passo indietro e lasciare lavorare bene la commissione; sarà il presidente della commissione a valutare i lavori e decidere quando il testo si potrà portare in aula. Fare pressioni al momento è inutile e controproducente». Lo ha detto il presidente della Camera Laura Boldrini rispondendo a una domanda sui tempi di approdo in aula del Jobs Act e sui rumors sull'intenzione del governo di porre la fiducia.
BIANCHI: NECESSARIA INIEZIONE DI REALISMO DA PARTE DEI SINDACATI - «Non si può più consentire che una parte minoritaria del Paese continui a tenere in stand-by il processo di cambiamento in atto. Una situazione che si inserisce all'interno di questo clima di tensione che va subito stemperato», ha dichiarato il vicecapogruppo Ncd alla Camera Dorina Bianchi. «Fermo restando che tutti gli attori in campo sono chiamati ad una assunzione di responsabilità per evitare di gettare nuova benzina sul fuoco - prosegue -, ritengo però che soprattutto da parte dei sindacati ci debba essere una iniezione di sano realismo. Siamo tutti consapevoli che lo scenario occupazionale e' difficile, la disoccupazione anche tra i giovani mantiene livelli altissimi. Ma se rimaniamo ancorati a dibattiti ideologici, del secolo scorso non si va da nessuna parte».L'esponente Ncd conclude: «Non possiamo piu' permetterci inutili contrapposizioni. Parti sociali e imprese collaborino proficuamente piuttosto che alzare anacronistici steccati».
MELONI: JOBS ACT «CARTA DA PIZZA» - Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, intervistata al Tg5, ha dichiarato di ritenere il Jobs Act «carta da pizza, nel senso che è una norma nella quale non c'è scritto nulla. Renzi può avere fretta quanto vuole, però, se ci lasciasse lavorare anche alla Camera dei deputati, magari potrebbe esserci qualche proposta che lo migliora».Meloni aggiunge di pensare «agli emendamenti che Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale presenterà, per esempio, sulla partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa e sulla decontribuzione, e quindi defiscalizzazione, dei contratti di lavoro perché noi possiamo continuare a cambiare le norme sul lavoro ma finché il lavoro non costerà di meno non risolveremo il problema. Magari potrebbe uscire qualche proposta migliore di quella che ha fatto il governo, però ci lasci lavorare».
PISICCHIO: AL PARLAMENTO SPETTA CONTRIBUTO MIGLIORATIVO - In una nota, il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio afferma che «Il governo difende, per coerenza ontologica, i suoi provvedimenti. Spetta al Parlamento portare il suo contributo migliorativo, attraverso il lavoro di commissione e di Aula. Quando questo lavoro si è compiuto e solo allora si può chiudere l'iter con il voto. Si può dire che la dialettica parlamentare sul provvedimento che riguarda il lavoro si sta compiendo. Dopo non c'è che il voto».
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