28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Alta tensione a Brescia

Ancora scontri tra lavoratori e Forze dell'ordine

Quattro giorni dopo i colpi di manganello contro gli operai della AST a Roma, ancora momenti di tensione tra manifestanti e forze dell'ordine. Questa volta è accaduto a Brescia, in occasione della visita del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma ad avere la peggio sono stati poliziotti e carabinieri.

BRESCIA - Quattro giorni dopo i colpi di manganello contro gli operai della AST a Roma, ancora momenti di tensione tra manifestanti e forze dell'ordine. Questa volta è accaduto a Brescia, in occasione della visita del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma ad avere la peggio sono stati poliziotti e carabinieri: un sostituto commissario è finito al pronto soccorso per contusioni multiple alla spalla con una prognosi di venti giorni e un carabiniere è rimasto contuso al polso destro e dovrebbe guarire in sette giorni. Gli scontri sono avvenuti ad alcune centinaia di metri dalla recinzione dell'azienda Palazzoli, dove il premier è stato ospite all'assemblea degli industriali bresciani.

MANGANELLATE, FUMOGENI, UOVA E SASSI - Un primo corteo di circa 200 persone, organizzato dalla Fiom, si è fermato a pochi metri dalla cancellata per trasformarsi in presidio-assemblea. Da qui però non sono arrivati che fischi e slogan contro il governo e il Jobs Act. Un altro corteo, formato da circa cento antagonisti tra i quali esponenti del centro sociale Magazzino 47, ha invece deviato dal percorso concordato con la Questura e ha tentato di aggirare il cordone di polizia che teneva i manifestanti a distanza dalla fabbrica. Pochi minuti caratterizzati da manganellate da una parte, e lanci di fumogeni, uova e sassi dall'altra.

INCOGNITE SULLA DINAMICA DEI FATTI - Dopo mezz'ora c'è stato un altro tentativo di sfondamento, più violento, in un'altra zona del vasto fabbricato, di nuovo respinto dalla polizia e dai carabinieri. I manifestanti hanno quindi bloccato per alcuni minuti la tangenziale di Brescia, ma in un tratto non interessato dal percorso del convoglio di auto di Palazzo Chigi, diretto a Rezzato. La questura ha sottolineato che da parte delle forze dell'ordine ci sono state «semplici operazioni di contenimento e senza alcuna carica", a fronte di «ripetute provocazioni, gesti offensivi e talvolta violenti quali piccoli calci, colpi e spinte». I manifestanti hanno invece denunciato di avere subito violenti e ripetuti colpi di manganello.

FIOM: RENZI È UN AVVERSARIO, NON UN INTERLOCUTORE - Che sia trattato comunque di scontri limitati lo ha confermato anche l'ex leader dell Fiom, Giorgio Cremaschi, che ha parlato di «attimi di tensione, poca a dire la verità». Un ridimensionamento che, a suo parere, non toglie nulla alle ragioni di chi ha manifestato oggi contro Renzi, anche duramente: «Il suo governo è pericoloso e sbaglia chi nella Fiom pensa di potergli far cambiare idea. Bisogna mettere in discussione la sua autorità e autorevolezza. Per me è un avversario, non un interlocutore» ha concluso il sindacalista.