Altro che raccomandata, è discriminata
Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, risponde alle accuse mosse contro la compagna, Giulia Martinelli, assunta come collaboratrice dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia, guidata da Roberto Maroni: «Non sta rubando il posto a nessuno ed è stata assunta dall'uomo per cui lavora da cinque anni».
ROMA - "Giulia voleva dimettersi da quell'incarico perché in questi giorni viene trattata come una raccomandata e una miracolata, ma le ho detto di non farlo perché è stato fatto tutto in regola e se facesse un lavoro nel privato molto probabilmente guadagnerebbe di più", afferma Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, a La Zanzara su Radio 24 parlando della compagna Giulia Martinelli, assunta come collaboratrice dell'assessore al Welfare della Regione Lombardia, guidata dal leghista Roberto Maroni.
Si è parlato di un contratto da 70mila euro, e i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo chiedono all'intervistato se sia davvero così: "No, assolutamente no. Ma non so quanto guadagna: io non ho mai guardato nella sua busta paga e non mi permetto di farlo adesso", risponde Salvini.
"Ma guadagna più di prima, quando era alla Asl?" incalzano ancora i conduttori. "Non lo so, alla Asl non è mai andata oltre i 1500 euro mensili ma, ripeto, non ho mai curiosato nella sua busta paga. In certi periodi prendeva di più perché faceva il dirigente. Comunque fino a un mese fa la retribuzione era la stessa, a fine luglio quando arriva la prossima ve lo comunico".
"Lei - aggiunge ancora il segretario della Lega Nord- ha scelto di lavorare nel pubblico perché vuole occuparsi di servizi sociali, disabili, anziani, di donne maltrattate e malate. Ma ha la sfiga di essere la compagna del segretario della Lega, altrimenti avrebbe fatto più carriera per quello che vale. Lo sanno tutti. Siccome è la mia compagna viene discriminata, nel pubblico impiego i sindacati di sinistra contano molto".
"Non sarebbe forse il caso di lasciare l'incarico per motivi di opportunità politica?", domanda ancora Cruciani.
"No, significherebbe riconoscere che si è fatto qualcosa contro la legge e i cittadini perderebbero una persona che si sta occupando delle parrucche per le donne malate di tumore. Non sta rubando il posto a nessuno, è stata chiamata dall'assessore con cui lavora da cinque anni", è la secca risposta di Salvini, che non ammette ulteriori repliche.
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