19 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Primarie, sì nel centrodestra

Tutti insieme, separatamente

Giorgia Meloni è riuscita dove altri avevano fallito. I cocci rotti di quello che una volta si chiamava Pdl si sono riuniti magicamente stamattina, di nuovo insieme e compatti dopo liti, tradimenti, trasmigrazioni e parziali riappacificazioni.

ROMA - Giorgia Meloni è riuscita dove altri avevano fallito. I cocci rotti di quello che una volta si chiamava Pdl si sono riuniti magicamente stamattina, di nuovo insieme e compatti dopo liti, tradimenti, trasmigrazioni e parziali riappacificazioni.
Il comun denominatore che ha reso possibile la reunion è l'obiettivo condiviso di ricostruire un nuovo centro destra capace di rispondere alle esigenze del paese, e sopratutto di diventare il protagonista indiscusso della politica nazionale.
Per fare meta è necessario eleggere un leader. Ecco perché il centrodestra si appresta a scendere in campo con le sue primarie, per le quali ci hanno messo la faccia ( e la firma ) tanti volti noti del vecchio PDL : Toti , Carfagna, Brunetta , De Girolamo , Salvini, La Russa , Gelmini si sono succeduti davanti Montecitorio rilasciando interviste e dichiarazioni.

«Siamo qui tutti insieme per creare finalmente un fronte compatto capace di guidare il paese», spiega Giovanni Toti (Fi).
La nuova federazione di tutte le forze alternative alla sinistra punta a realizzare un ampio schieramento che possa vincere le prossime elezioni, ripartendo da nuove regole e programmi, se non proprio da nuovi volti.
A chi domanda se tutto ciò sia più vicino a una foto d'epoca o a un vero ritorno a casa, Fabrizio Cicchitto (Ncd) risponde: «Molti problemi politici rimangono aperti, ma è evidente che chi era già d'accordo per le primarie nel 2012 lo è anche oggi».

Matteo Salvini (Lega Nord) rilancia: «Non credo alla somma di sigle, né alle primarie di Pippo, Pluto e Paperino: sono qui per realizzare progetti concreti», ed anche Giorgia Meloni (Fi) fa eco alle sue parole: «Le primarie sono il modo migliore per parlare ai cittadini, e per ritrovare un terreno comune. C'é una buona convergenza tra Lega, Fi e tutti i partiti del centrodestra: le prospettive di un accordo sono positive. La sfida non è riaggregare, ma rifondare daccapo il centrodestra. Tutti quelli che si candideranno alle primarie lo faranno con una propria visione: perciò si potrà chiedere agli italiani chi preferiranno come leader: si tratterà di una selezione non di persone, ma di idee e programmi».
Per Nunzia De Girolamo (Ncd): «Questo è solo un primo tassello, condivido e apprezzo l'iniziativa di Fratelli d'Italia. Credo, anzi, che dovremmo fare una costituente dei partiti di centrodestra».

Non si conosce ancora la data delle future primarie, ma La Russa si ritiene molto soddisfatto: «Mi aspetto la formazione di un comitato permanente, che coinvolga nell'iniziativa tutti i partiti oggi presenti».
Se da un lato , però, sono tutti compatti nel ritenere necessaria la ricostruzione di un nuovo fronte politico che recuperi e rilanci i valori del centrodestra, e nel ritenere indispensabile lo strumento delle primarie per scegliere un leader che abbia un solido consenso, dall'altro non tutti ritengono che l'elezione di Berlusconi sia poi così scontata.
A mettere in discussione la leadership sono in particolare le parole di Fabrizio Cicchitto (Ncd), che afferma : «Se sono delle vere primarie mettono in discussione tutto e tutti».
Alle sue parole fanno eco quelle di Toti: «Berlusconi è il leader di Forza Italia e tale resterà, ma qui si sta parlando del leader della futura coalizione».
Anche Daniele Capezzone (Fi) supporta le tesi dei suoi ex alleati: «Sono convinto che anche Berlusconi sappia che è perfettamente necessario ripartire da zero».

Che i partiti del nuovo centrodestra riescano o no nel loro obiettivo non è dato saperlo, ma c'é da scommettere che daranno battaglia.