Grillo apre a Renzi sulla legge elettorale, Serracchiani: finalmente
Il vicesegretario del Pd: «C'è voluto il 40,8% del Pd per scongelare Grillo. Se è sincero, porte aperte al confronto. Ma se è una trovata delle sue per uscire dall'angolo, allora lascia davvero il tempo che trova»
ROMA - «Finalmente. C'è voluto il 40,8 per cento del Pd per scongelare Grillo. Se è sincero, porte aperte al confronto sulla legge elettorale. Ma se è una trovata delle sue per uscire dall'angolo, allora lascia davvero il tempo che trova». Così il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, in una intervista a Repubblica, commenta la richiesta di dialogo sulla legge elettorale arrivata ieri a sorpresa da Beppe Grillo sul suo blog.
M5S VUOLE PROPORZIONALE - «Lo vedremo - aggiunge Serracchiani - alla prova dei fatti. Per il momento stiamo al colpo che Grillo e Casaleggio hanno battuto sul blog. Dovevano spazzarci via, ora chiedono un incontro col segretario. Una bella differenza. Cominciamo col mettere un paio di paletti precisi. Si ragiona a partire dall'Italicum, dalla legge approvata già alla Camera, dall'intesa con Forza Italia, il Nuovo centrodestra e Scelta civica perché la proposta presentata dai Cinquestelle ruota tutta attorno al proporzionale. L'Italicum va in direzione opposta. E per noi, che la sera stessa delle elezioni vogliamo che si sappia chi ha vinto e chi ha perso, il sistema proporzionale certo non può andar bene».
STREAMING NON MANDATORIO - «La linea del segretario - sottolinea Serracchiani - resta ferma: determinazione assoluta a fare le riforme e a farle nel modo più chiaro, anche se siamo disponibili a discuterne con tutti». Quanto allo streaming dell'incontro chiesto da Matteo Renzi, Serracchiani osserva: «Non ne facciamo una condizione, tale fa dar saltare il faccia a faccia. La politica-spettacolo la fanno altri».
GENTILONI, PER DIALOGO MAI TROPPO TARDI - «E' tardi ma non è mai troppo tardi: certo, se l'impostazione del M5S sarà la solita, ci si può risparmiare la fatica, sarebbero solo giochini e non politica. Se invece Di Maio incontra il Ministro Boschi per fare uno scenario realistico e ragionare su come eventualmente il M5S può entrare e influire sulla dinamica creatasi sulla legge elettorale, io lo considero momento positivo», ha detto il deputato Pd Paolo Gentiloni ospite oggi ad Agorà (Rai3).
IL PD PERO' VUOLE MAGGIORITARIO - «E' chiaro - ha proseguito - che coinvolgere il Movimento 5 stelle nella partita contiene dei rischi per tutti, perché il Pd ha una maggioranza di governo e ha un accordo con Berlusconi. Ed è un rischio enorme per il M5s stesso. So che possono esserci delle insidie anche per noi però il percorso è molto avanti e la legge elettorale dal punto di vista del Partito Democratico sarà una legge maggioritaria. Perciò il problema è capire in che modo il M5s possa dare un contributo a una legge elettorale maggioritaria».
SERENI, NON SI RICOMINCIA DA CAPO - Marina Sereni, vice presidente Democratica della Camera avverte: «Noi l'abbiamo detto e praticato fin dall'inizio: sulle riforme della Costituzione e della legge elettorale il confronto va ricercato con tutte le forze che siedono in Parlamento. Ma le riforme si fanno con chi ha davvero la volontà di cambiare in meglio le nostre istituzioni democratiche e certo non si ricomincia da capo solo perché qualcuno che fin qui è stato a guardare ha, legittimamente, cambiato idea».
RIFORME SENZA GIOCHETTI - «Se davvero Grillo e i suoi hanno compreso che il risultato delle Europee è una legittimazione dell'esecutivo Renzi, sapranno anche che quel risultato obbliga il Pd a fare le riforme, a sconfiggere tatticismi e giochetti di basso profilo, con o senza streaming!», ha concluso Sereni.
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