28 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Governo

Renzi: «L'Italia deve smettere di fare sogni piccolini»

Il premier, in visita a Genova all'Istituto Italiano di Tecnologia, ha detto «Noi da voi ci aspettiamo un nobel, dobbiamo puntare lì, a noi nessun traguardo è precluso». Ai lavoratori dell'Ansaldo invece ha spiegato: «C'è un clima di rancore che porta a dire che va tutto male. Vi garantisco che c'è un Paese molto più forte delle nostre paure». Al Time: «L'Italia non sarà mai normale»

GENOVA - «Noi da voi ci aspettiamo un nobel, dobbiamo puntare lì, a noi nessun traguardo è precluso. L'Italia deve smettere di fare sogni piccolini», ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, in visita a Genova all'Istituto Italiano di Tecnologia. «Quello che ho visto -ha aggiunto rivolgendosi alle centinaia di ricercatori presenti- rende orgogliosi di appartenere alla comunità degli italiani e anche alla comunità degli umani. In questi casi -ha sottolineato- i politici dicono 'che bravi' ma io voglio dire che non ci basta. Il mio -ha concluso il premier- è un riconoscimento ma anche uno stimolo: se siete qua non c'è spazio per chi si accontenta».

ITALIA PIÙ FORTE DI PAURE E RANCORI - Poi Renzi ha spiegato la sua idea di fabbrica: «La fabbrica è il luogo del nostro futuro non del passato. Noi politici - ha sottolineato il premier - dobbiamo avere il coraggio di raccontare e costruire un futuro possibile. Noi siamo la costruzione di un futuro che c'è ma perché questo ci sia bisogna essere concreti. Oggi infatti annunceremo un importantissimo accordo su Ansaldo Energia». Per il presidente del Consiglio: «C'è un'Italia più forte delle nostre paure e dei nostri rancori, un'Italia in cui si deve tornare a credere, un'Italia che non va rovinata da racconti macchiettistici». Il premier ha incoraggiato così i lavoratori e le lavoratrici, durante la cerimonia di firma di partnership internazionale per Ansaldo energia con Shanghai Electric.

PICCOLA BELLA ITALIA - «C'è un clima nel nostro Paese - ha detto il presidente del Consiglio - di rancore che porta a dire che va tutto male: chi dice parole di fiducia viene considerato un poco di buono, chi dice parole di speranza viene considerato non in linea con la realtà, chi dice parole come progetto viene considerato un pazzo visionario. Vi garantisco che c'è un'Italia molto più forte delle nostre paure, più bella dei nostri rancori, non è l'Italia del premier o di importanti manager di aziende o di grandi dirigenti bancari. È l'Italia di chi si alza la mattina presto e va a lavorare e fa bene quello che deve fare». Renzi ha insistito: «Non possiamo permetterci di fare di quest'Italia un racconto macchiettistico che ci fa del male, di rovinarla. Qualunque siano i sentimenti e le aspettative prendiamo l'impegno qui a considerare questo investimento intorno ad Ansaldo energia non solo una grande operazione industriale con cui siamo convinti di migliorare anche altre realtà del paese e di prendere quote di mercato fondamentali» ma anche la dimostrazione che «l'Italia è più grande di ogni tipo di paura, una realtà nella quale si può tornare a credere».

ANSALDO HA SCELTO APERTURA, GRAZIE - Il segretario del Pd ha ringraziato Ansaldo Energia per aver «scelto la strada dell'apertura, della scommessa, con i nostri amici partner di Shangai: da queste parti non soltanto è nata la produzione pesante italiana ma da queste parti riprende il percorso di un'Italia aperta, curiosa, appassionata, capace di vivere e costruire ponti per scommettere sul futuro. Vi siamo grati, avete scelto la strada dell'apertura, della scommessa», ha detto il premier rivolgendosi ai manager che hanno siglato l'accordo che prevede la cessione da parte del Fondo strategico italiano al gruppo cinese Shanghai Electric del 40 per cento di Ansaldo Energia.

VIA IL 740 - Poi il primo ministro ha annunciato una novità in tema di fisco: «Il 740 non ce l'hanno all'estero e non l'avremo nemmeno noi. Dal prossimo anno elimineremo un certo modello di dichiarazioni dei redditi».

POLITICA NON METTA BECCO INDAGINI EXPO - Quanto agli arresti legati ad Expo 2015 Renzi ha commentato: «La politica non metta becco su indagini. L'immagine del Paese non è quella legata alle indagini giudiziarie ma quella legata a operazioni come questa di Ansaldo Energia». Il premier ha aggiunto: «Massima fiducia nella magistratura e massima severità se sono stati commessi reati».

VOGLIO VINCERE EUROPEE - A proposito di elezioni europee invece, il premier ha detto: «L'ultimo sondaggio che ho visto sono le elezioni del febbraio 2013 quando Grillo ha preso il 25,4 per cento, il Pd il 25,3 per cento e Berlusconi il 21,6 per cento. Il nostro obiettivo per le prossime elezioni è migliorare quel risultato. Noi lavoriamo perché tra 15 giorni la classifica cambi».

VOGLIO TENERE CONCORDIA IN ITALIA - L'ultimo pensiero del presidente del Consiglio è per il relitto della Concordia: «Il governo sta lavorando per tenerla in Italia ma la decisione spetta ai privati. Siamo arrivati all'ultimo miglio. È stato fatto un lavoro straordinario per il recupero di cui l'Italia deve essere orgogliosa».

ITALIA NON È PAESE NORMALE - Il premier ha fatto molto discutere anche per un'intervista rilasciata al Time il 24 aprile e pubblicata nei giorni scorsi. «L'Italia non sarà mai un Paese normale», ha detto il presidente del Consiglio al Time. «Se fossimo un Paese normale, non avremmo Roma, Firenze, Venezia. È nel Dna degli italiani un po' di pazzia, che nella stragrande maggioranza dei casi è positiva. È genio, talento. Sono i capolavori artistici, il cibo, la moda, tutto ciò che ha reso grande l'Italia nel mondo», ha dichiarato nella sua prima intervista a un organo di stampa internazionale da quando, a febbraio, è diventato presidente del Consiglio.

CON BERLUSCONI RIFORME NON GOVERNO – Il presidente del Consiglio ha spiegato i sui rapporti con Forza Italia: «Non sto formando un governo con Silvio Berlusconi. Non sto facendo accordi segreti con Berlusconi. Voglio fare un accordo con lui perché non si devono scrivere le regole del gioco da soli. Le regole del gioco si scrivono insieme. Berlusconi è il leader del maggior partito d'opposizione. In molti altri sistemi, è illogico o innaturale che il capo di un partito possa avere problemi con la giustizia. Ma in Italia le cose stanno così: Berlusconi rappresenta ancora una significativa parte della popolazione» ha aggiunto.

MOMENTO GIUSTO PER VERA RIVOLUZIONE - Renzi ha insistito sulle riforme: «Dobbiamo rischiare tutto e provare a fare una rivoluzione vera. Siamo nella condizioni per farla, ora. È il momento giusto. Se non la facciamo ora, l'Italia perderà il treno. Nei suoi momenti di massima difficoltà ha sempre trovato la forza per fare le cose più incredibili. L'Italia è questa. Scommetto che nei prossimi dieci anni l'Italia tornerà a essere leader in Europa, la locomotiva d'Europa. L'Italia dei miei figli sarà alla guida dell'Europa, economicamente. Perché l'Italia ha tutto per essere il Paese delle startup, degli artigiani e della qualità, e il Paese delle grandi aziende» ha aggiunto.

L'ITALIA NON È RIUSCITA A CAMBIARE - Poi il segretario del Pd è tornato sulle anomalie degli italiani: «Non siamo un Paese normale perché abbiamo una complicata burocrazia, un sistema politico orrendo. Abbiamo il doppio dei parlamentari degli Stati Uniti. Paghiamo alcuni dei presidenti delle Regioni più di quanto gli Stati Uniti paghino il presidente. Ci piacerebbe rendere l'Italia un Paese normale dal punto di vista del sistema politico. L'Italia non è stata capace di cambiare se stessa, in questa anni. Il Regno Unito ha cambiato pelle con Tony Blair, la Germania prima con Gerhard Schroeder, poi con Angela Merkel. Gli Stati Uniti lo hanno fatto varie volte. Ma l'Italia è rimasta attaccata al conservatorismo. Ha avuto una classe politica vissuta nel passato e che non ha costruito il futuro. Il passato è la nostra forza, ma rischia di diventare la nostra rovina», è stata la spiegazione di Renzi.

SINISTRA È IL FUTURO - «La sinistra è il futuro. Significa innovazione, curiosità. Investire nelle nuove tecnologie. Significa dare l'opportunità di stare bene a tutti, ma non costringere tutti allo stesso livello», ha detto il premier. «La sinistra è uguaglianza, ma non come una parte dei sindacati italiani pensa, nel senso che tutti devono arrivare allo stesso punto. No. Tutti devono partire dallo stesso punto. Poi se sei meglio, vai avanti. Per me, la sinistra è coraggio, rischio».

CON LETTA PAESE ERA BLOCCATO - Quanto allo «sgambetto» a Letta, Renzi ha spiegato: «Il Paese era bloccato. Il governo non andava avanti. Enrico Letta non era stato eletto dal popolo. Non c'era un governo Letta che aveva vinto le elezioni e poi è stato sostituito. Letta era andato al potere con una manovra parlamentare, come me. Non aveva nemmeno la responsabilità di essere il leader del suo partito. Almeno, io sono stato votato alla guida del più grande partito italiano (il partito democratico, ndr). C'era bisogno di un segnale di cambiamento. Non c'è stato un prezzo politico da pagare, ma personale. Mi sarebbe piaciuto arrivare qui dopo le elezioni. Mi piace essere in piazza, fare campagna elettorale, il contatto con le persone» ha aggiunto. «Avrei preferito un altro approccio, ma ci sono momenti in cui devi fare qualcosa. E quando le cose devono essere fatte, vanno fatte», ha concluso sul punto.

SERVONO STATI UNITI D'EUROPA - Infine il premier ha parlato di Unione europea: «L'Europa oggi ha regole che non rispetta quasi nessuno. L'Italia sì, le rispetta. L'Europa però è troppo legata all'austerità e troppo è lasciato nelle mani dei tecnici, dei burocrati. Credo che l'Europa debba essere ridata alla gente, alle famiglie. Serve una visione dell'Unione europea che vada verso gli Stati Uniti d'Europa». I sei mesi di presidenza italiana dell'Ue «saranno una grande occasione per cambiare l'approccio dell'Italia. Cinque anni fa, il 54 per cento degli italiani approvava l'Europa. Oggi, solo il 28%, perché in molti accusano l'Europa per i loro problemi. Ma non è così. Senza, staremmo peggio. Nei prossimi sei mesi dobbiamo mostrare che l'Europa è la soluzione, non la causa del problema».

SENATO, LA RIFORMA PIÙ IMPORTANTE - Se potesse scegliere soltanto una riforma da realizzare, Renzi sceglierebbe probabilmente la riforma costituzionale del Senato. Il presidente del Consiglio ha detto che «quella riforma cambia le regole del gioco, semplifica, dà all'Italia un sistema istituzionale più semplice, simile ad altri. È l'unica soluzione per uscire dalla situazione in cui ci troviamo. Con il sistema attuale, Obama non sarebbe in grado di governare. Cameron non sarebbe in grado di governare. Merkel non sarebbe in grado di governare» ha aggiunto. Sulla riforma del Senato, Renzi è convinto che «andrà avanti, che stiamo davvero per cambiare il sistema. Perché la gente è con noi e non è pensabile che le cose vadano in fumo». Una riforma per cui il premier si è dato una «deadline per il primo voto di cinque o sei settimane».