22 marzo 2025
Aggiornato 08:00
Centrosinistra

Letta riparte dall'Europa

Enrico Letta torna a parlare in pubblico in Italia, per la prima volta dopo il cambio di governo, e il tema scelto è l'Europa. Perchè la costruzione comune «è un tema che vale una grande battaglia politica e culturale»

ROMA - Nessun riferimento all'attualità, nessun accenno agli eventi dei mesi scorsi: Enrico Letta torna a parlare in pubblico in Italia, per la prima volta dopo il cambio di governo, e il tema scelto è l'Europa. Perchè la costruzione comune «è un tema che vale una grande battaglia politica e culturale». E bisogna «reagire» adesso, «prima che sia troppo tardi», prima che «l'aggressione dei populismi» abbia successo.

SOGNO EUROPEISTA - L'occasione gliela fornisce un seminario dei giovani cattolici: l'ex premier accetta l'invito della scuola di formazione politica per le associazioni giovanili di ispirazione cattolica, e alle decine di ragazzi arrivati da tutta Italia spiega che questa volta le elezioni europee di maggio sono «un bivio tra due strade radicalmente diverse». Ovvero rilanciare il sogno europeista verso gli Stati Uniti d'Europa oppure cedere ai movimenti populisti che «aggrediscono la Ue da tutti i Paesi europei, compresa l'Italia», per «tirare giù» l'Europa Unita. Senza peraltro, accusa Letta, offrire alternative: «I movimenti populisti sono divisi, uniti solo dall'attacco a Bruxelles: è solo la pars destruens, non hanno proposte».

SFIDA POPULISTA E' UN BENE - Ma è qui che Letta propone un paradosso: «La sfida populista è un bene per chi vuole l'Europa». E spiega: «Se non ci fosse questa sfida, continueremmo con un dibattito sull'Europa stanco, retorico, inerziale. E così si va a sbattere». Al contrario, il rischio populismo può essere lo stimolo per «ripartire dalle ragioni profonde dell'Europa, e tornare a guardare al suo futuro». Il primo passaggio deve essere quindi ricordare i «grandi successi» dell'Europa unita, che ora «paradossalmente sono visti come i suoi insuccessi: l'abbattimento delle frontiere e la moneta unica». Un nuovo «racconto» dell'Europa può essere quindi la risposta alle «scorciatoie» del populismo, ovvero «la frammentazione, la ricerca di un nemico, la paura dell'immigrazione». Nella prossima campagna elettorale, «mettiamo i cittadini davanti all'alternativa: volete rinunciare alle conquiste dell'Europa, volete tornare alle frontiere e ai cambivaluta?».

SISTEMA DI PROTEZIONE SOCIALE - Certo, dell'Europa «non vanno difese le cose indifendibili», come ad esempio «le 28 riunioni, oltre tre anni, necessarie per arrivare a dare una risposta alla crisi economica». Ma la risposta può essere solo «accettare la sfida populista» e immaginare l'Europa del futuro: «Non solo austerità ma politiche di crescita», prima di tutto. E poi «creare un grande strumento europeo che aiuti le persone a trovare un lavoro o a non perderlo. Come fu per l'Erasmus e per i fondi strutturali, creiamo un sistema di protezione sociale che faccia dire 'Questo è quello che può darci l'Europa'».

L'UE VALE UNA GRANDE BATTAGLIA - Avendo chiaro l'approdo finale, il «sogno» che «non può che essere gli Stati Uniti d'Europa». E allora «prima che sia troppo tardi, facciamo in modo che l'Europa ritrovi il suo ruolo in un mondo sempre più grande, che parli con una voce sola sulla politica estera, che abbia una politica di difesa comune anche per risparmiare sulle spese militari». In una frase, «mettiamoci insieme», anche se 'a due velocità': «Dobbiamo approfondire l'integrazione tra i 18 Paesi dell'area euro, e fare in modo che nessuno, a cominciare dalla Gran Bretagna, lasci l'Europa». Sul suo, di futuro, Letta non dice ancora nulla. Ma la Ue «vale una grande battaglia».