28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Governo Letta

Il Senato approva i ddl stabilità e bilancio

Il primo disegno di legge ha ricevuto la fiducia con 167 sì e 110 no. Il secondo è passato per 158 voti favorevoli. Palazzo Madama ha dato il via libera alla manovra per il 2014-2016

ROMA - Con 167 sì, 110 no, l'Aula del Senato ha votato la fiducia al governo sul disegno di legge (ddl) stabilità. Con l'ok al ddl bilancio la manovra sarà approvata in via definitiva da palazzo Madama, senza modifiche rispetto al testo licenziato dalla Camera.
Il ddl bilancio invece è stato approvato con 158 sì, un no e un astenuto, da Palazzo Madama. Con questo voto, il Senato ha dato il via libera definitivo alla manovra per il 2014-2016.
Sul ddl stabilità il governo ha incassato la fiducia del Senato nella stessa versione licenziata dalla Camera. I testi della manovra, una volta pubblicati in Gazzetta Ufficiale, saranno legge dello Stato.

NCD, RILANCIARE RIFORME - Il presidente dei senatori del Nuovo centrodestra (Ncd), Maurizio Sacconi, ha ribadito la fiducia al governo, rilanciando un accordo di maggioranza per riforme istituzionali e lavoro.
«Noi siamo consapevoli - ha affermato Sacconi nel corso della dichiarazione di voto sulla legge di stabilità - di avere assunto una duplice scommessa: quella di poter concorrere lealmente oggi alla ridefinizione delle regole democratiche con l'avversario di domani e quella, contemporaneamente, di poter condividere con chi non la pensa come noi un primo impulso alla crescita dell'economia e dell'occupazione».

PRIMA ACCORDO MAGGIORANZA - «Le due Camere - ha continuato Sacconi a proposito delle riforme - lavoreranno in stretta relazione per una nuova legge elettorale e per il superamento del barocco bipolarismo perfetto. Noi siamo quelli che volevano questo esito già prima della sentenza della Corte Costituzionale che, a differenza di altri, abbiamo salutato con favore. Vogliamo quindi, con determinazione, ridurre il numero degli eletti, specializzare il compito delle due Camere, ridare agli elettori il potere di scegliere i propri rappresentanti, garantire la stabilità del governo attraverso un premio di maggioranza 'ragionevole' come ci ha vincolato a fare l'alta Corte. Il nostro voto di oggi costituisce insomma titolo per un accordo di maggioranza prima, aperto ad una più ampia condivisione poi».

A GENNAIO NOSTRE PROPOSTE SU LAVORO - Sul lavoro, ha aggiunto poi il presidente dei senatori del Ncd: «Se riusciremo, insieme, a introdurre una nuova regolazione capace di coniugare maggiore semplicità e certezza nella definizione delle tipologie contrattuali e maggiore protezione nella mobilità verso il lavoro, avremo reso un servizio straordinario ad una nazione stremata dal conflitto ideologico novecentesco in un tempo così diverso rispetto a quello del secolo scorso. Ci possono aiutare le buone pratiche in atto negli altri Paesi europei ed un approccio conseguentemente pragmatico, financo sperimentale e reversibile. Noi formalizzeremo in gennaio le nostre proposte».

TAGLIARE COSTI STATO - «Se a questo sapremo aggiungere significative razionalizzazioni dello Stato come delle Regioni e degli Enti Locali convogliandole sulla riduzione del costo indiretto del lavoro a partire dal salario di produttività - ha concluso il senatore - avremo fatto cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza per il nostro popolo. Il tutto in un anno vissuto coraggiosamente e generosamente, in modo che il voto programmato per il 2015 rappresenti il giudizio sulle cose fatte prima ancora che su quelle da fare».

FI, NESSUNA STRATEGIA NESSUN CORAGGIO - «Il disegno di legge di stabilità è il provvedimento che per primo ci ha convinti a non concedere la fiducia al governo e che conferma tutte le buone ragioni che avevamo per lasciare questa maggioranza: nessuna strategia, nessuna scelta di sviluppo, nessun coraggio». Lo ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia (Fi), Paolo Romani.

ITALIANI PRESI IN GIRO - «Soldi distribuiti a pioggia agli amici e agli amici degli amici, come una qualsiasi legge finanziaria della prima Repubblica. Si tratta - ha aggiunto - di un disegno di legge che prende in giro gli italiani su punti fondamentali, come la riduzione del cuneo fiscale. Sapete, signori ministri, quanto rimarrà per il taglio del cuneo fiscale? Non credo, ho l'impressione che non lo sappiate. Una legge che prende in giro gli italiani sulle tasse della casa: avete sostituito l'Imu con altre imposte non meno gravose, ma ancora più confuse, così da aggravare l'incertezza e la paura di chi ha investito nella casa i risparmi di una vita».

SEL, MANCA POLITICA ECONOMICA CHIARA - «Ancora una volta il disegno di legge di stabilità non svolge pienamente la sua funzione, cioè quella di delineare una politica economica chiara, una gestione della cassa pubblica chiara, un governo dell'apparato pubblico-amministrativo ai diversi livelli istituzionali chiaro. Per questi motivi Sinistra ecologia e libertà (Sel) non può che esprimere un voto contrario». Lo ha detto in Aula, durante la dichiarazione di voto al ddl Stabilità, il senatore Luciano Uras, capogruppo di Sel in commissione Bilancio, che ha aggiunto: «In sostanza, nel provvedimento in esame manca esattamente quello che si chiedeva, cioè una risposta alla profonda crisi del Paese. Questo è uno degli elementi principali che concorre a dare incertezza e a mantenere impallato il sistema economico».

SERVE PIÙ ONESTA' E TRASPARENZA - «Francamente - ha proseguito Uras - ci saremmo aspettati un testo molto più snello, magari di dieci articoli e non di 749 commi, ognuno dei quali è come un articolo. Ci saremmo aspettati nel disegno di legge di stabilità di non dover risolvere i problemi di ordinaria amministrazione. È necessario che si dicano meno fandonie sui contenuti delle disposizioni che vengono discusse, che si occultino meno gli interessi veri che si intende rappresentare quando si scrive una disposizione in un modo piuttosto che in un altro. Il problema vero - ha concluso Uras - è che bisognerebbe essere complessivamente più onesti e trasparenti».