1 settembre 2025
Aggiornato 15:00
Montecitorio

«La mia stella polare è definire una nuova legge elettorale»

RP | RP | La presidentessa della Camera Bodrini: « Le Camere possono legittimamente pervenire a nuova legge elettorale, lo dice il comunicato della Consulta. Si può e si deve farlo, perché è solo l'inazione che ci delegittima. Ora non ci sono più alibi»

ROMA - «La mia stella polare è definire una nuova legge elettorale, mi auguro con una maggioranza la più ampia possibile». Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini, nello scambio di auguri con la stampa parlamentare.

CAMERE LEGITTIME - «Le Camere possono legittimamente pervenire a nuova legge elettorale, lo dice il comunicato della Consulta», ha poi aggiunto Boldrini assicurando «la piena legittimità della Camera, nella assoluta pienezza dei suoi poteri. Può e deve farlo, perché è solo l'inazione che ci delegittima. Ora non ci sono più alibi».

OBBLIGO RIFORMA ELETTORALE - Boldrini ha ripercorso le ultime settimane, assicurando che «non c'è stato alcun braccio di ferro tra Camera e Senato, nessuna gara. Con Grasso c'è una forte sintonia, fin dai primi giorni della nostra elezione, arrivata con grandi aspettative. Entrambi abbiamo l'obbligo di non tradire quella fiducia, e questo ci obbliga a lavorare insieme, con spirito collaborativo e grande sensibilità. Anche sulla legge elettorale. Poteva andare diversamente, poteva essere intesa burrascosa, ma non è stato così: vogliamo sbloccare l'impasse e arrivare prima possibile a una nuova legge elettorale. Dopo la sentenza della Consulta, questo è un obbligo».

RIACQUISIRE CREDIBILITA' - La presidentessa della Camera ha insistito: «La legge elettorale è la priorità. Le riforme istituzionali sono in Senato, che vadano in parallelo sarebbe ancora meglio. Ma in ogni caso sulla legge elettorale non c'è più tempo da perdere e non credo sia un precipitare verso il voto anticipato. E' un modo per riacquisire credibilità presso l'opinione pubblica». Boldrini ha poi accuratamente evitato di entrare nel merito della legge elettorale: «Su quale legge non sta a me pronunciarmi, il mio obiettivo è arrivare nei tempi più brevi possibili a una legge elettorale». Anche se l'iter «dipende dalla volontà politica dei gruppi parlamentari».

A PAROLE TUTTI PER FARE LEGGE ELETTORALE - Tuttavia, ora «io e Grasso non possiamo fare di più. Ora dipende dal lavoro dei gruppi. Questo percorso richiede una chiara assunzione di responsabilità da parte dei gruppi politici di entrambi i rami del Parlamento, senza questa volontà non si va da nessuna parte. Saranno loro, le forze politiche a dare conto ai cittadini di quanto riusciranno a fare». Del resto ha ricordato la presidentessa della Camera, «tutti i partiti di maggioranza e opposizione dichiararono solennemente che avrebbero lavorato a una nuova legge elettorale. Sono passati 10 mesi e non si vede risultato: è arrivata prima la Consulta e non è stata una bella cosa per la politica. Questo abbiamo voluto dire con Grasso».

VEDREMO RENZI A PROVA FATTI - La terza carica dello Stato si è rivolta al segretario del Partito democratico (Pd): «Renzi usa il linguaggio del cambiamento, se significa più trasparenza e valori allora mi sento di dire che siamo sulla buona strada, se questo è il cambiamento. Lui come tutti sarà comunque atteso alla prova dei fatti e alla coerenza tra progetti e realizzazioni». Boldrini ha spiegato di ribadire «il giudizio positivo sulla partecipazione alle primarie che hanno eletto Renzi segretario del Pd. Nel tempo dello scetticismo e della disillusione - ha osservato - quasi tre milioni di persone hanno voluto fare sentire il loro voto, è una buona notizia per la democrazia. Non c'è nulla di fazioso in questo giudizio ma è una presa d'atto».

DA LAMPEDUSA OFFESA A ONORE - Boldrini ha poi commentato il servizio del Tg2 sul centro Lampedusa Accoglienza: «Le immagini che giungono da Lampedusa rappresentano qualcosa di inaccettabile che colpisce l'onore del nostro Paese, lo considero peggio di un arretramento del Pil. La migrazione è una grande questione, non può essere subita, va gestita: combinando l'esigenza della sicurezza ma anche il rispetto dei diritti fondamentali della persona. La buona informazione ci aiuta a non rassegnarci, a un cedere al cinismo, vi auguro di sentire forte la responsabilità sociale che avete. Un servizio ben atto può avere un grande impatto che va fuori dai confini nazionali. Politica e istituzioni hanno bisogno di buon giornalismo, di giornalismo libero e scomodo».

2 VOLTE SU VOLI STATO - La presidentessa della Camera si è difesa sulle polemiche riguardo la sua partecipazione ai funerali di Mandela: «In nove mesi di mandato l'aereo di Stato l'ho preso una sola volta, il 4 novembre per andare a Bari alla cerimonia delle Forze armate in rappresentanza, su sua richiesta, del capo dello Stato. Ho partecipato a 96 iniziative fuori Roma, avrei potuto prenderlo tutte le volte - ha aggiunto - non è stato così. Per andare al funerale di Mandela sono stata ospite sul volo di Stato del presidente del Consiglio, nessun passo indietro sulla sobrietà».

NON POTEVO STARE A CASA - La partecipazione di Boldrini era dovuta, per il «valore simbolico» mondiale dell'evento e per testimoniare che «il Parlamento italiano questi simboli li riconosce e li onora». La terza carica dello Stato ha ricordato che sulle polemiche che l'hanno investita «hanno pesato obiezioni sessiste: non si ha memoria di obiezioni simili a generi rovesciati». Ma tornando alla sua partecipazione, Boldrini si è chiesta: «Il senso delle vostre domande è: ma non se ne poteva stare a casa? La mia risposta è no. Non per la mia storia personale. Mandela certamente ha rappresentato qualcosa per me, ma non era questo il punto. Sono andata lì per il lavoro che faccio oggi, rappresentare la Camera che ha avuto l'onore di ospitare due volte Mandela. Perchè questa morte ha mobilitato il mondo, e la partecipazione era doverosa per il valore simbolico: è morto un gigante della storia, non potevo stare a casa».

NON SONO ANDATA A GP - Chiudendo il passaggio su questo argomento, Boldrini ha ribadito: «In questi giorni si è detto che l'estremo omaggio a Madiba varrebbe come la partecipazione a un Gran Premio ( il riferimento è a Mastella, ndr) o una festa privata. Ma ho fiducia nei miei connazionali, che sanno distinguere tra i funerali di Mandela o usare il volo di Stato per andare a ballare il flamenco o per trasportare pesce fresco».

FATTI CONCRETI SU CARCERI - Conclusa la polemica la presidentessa della Camera ha ricordato che «il presidente Giorgio Napolitano ha fatto un messaggio molto chiaro alle Camere sulla situazione delle carceri. C'è stato un decreto, ci sono dei disegni di legge, credo che arriveremo presto a segnali e fatti concreti».

RIFORME REGOLEMENTO CAMERA - Inoltre Boldrini ha spiegato che i testi «delle riforme del regolamento sono sul sito della Camera, c'è una fase pubblica di discussione, spero il confronto si svolga in un clima rispettoso e sereno, a gennaio la giunta potrà esaminare gli emendamenti e poi il testo sarà discusso in assemblea. C'è un testo di riforma complessiva su cui lavorare e su cui tutti i gruppi politici potranno esprimere le proprie valutazioni» ha concluso.

IN 2016 -150 MLN SPESI DA CAMERA - La terza carica dello Stato ha detto che nel triennio 2014-2016 «il bilancio dello Stato risparmierà 150 milioni di euro per il funzionamento della Camera» ma il cammino per la riduzione dei costi di Montecitorio «non si fermerà a questi risultati: la spesa diminuirà in modo consistente anche nel 2014, lo decideremo domani nell'ufficio di presidenza. Non sarebbe serio anticipare decisioni sulle quali ci confronteremo domani con i colleghi».

IN 2013 RISPARMIATI 32,7 MLN - Boldrini ha ricordato che nel 2013 la spesa è diminuita di 32,7 milioni di euro rispetto al 2012, e «la dotazione è stata ridotta per la prima volta di 50 milioni euro». Ma si proseguirà «con un percorso graduale e sostenibile: l'obiettivo non è sfasciare, ma rafforzare e non si rafforza con un taglio netto».

NON SONO PRESIDENTE USUALE - Per ultimo, Boldrini ha parlato di sé: «Non sono un presidente usuale, non venendo dalla politica. Se sono stata scelta come presidente vuol dire che c'è bisogno di un approccio diverso, e io lo interpreto come farmi interprete delle grandi questioni che interessano gli italiani. La politica parla a se stessa, la stampa la racconta utilizzando un linguaggio spesso incomprensibile. Un circuito autoreferenziale, pagine e pagine di quotidiani sull'attività di 'Palazzo'. Ma la politica non è solo questo: non è solo alleanze, conteggi, nuovi partiti.

Vuol dire dare risposte ai problemi delle persone, di coloro che ci eleggono. Bisogna ridare anima a questa politica, ultimamente un po' disorientata, ma la politica è troppo importante e non possiamo permettere che l'antipolitica abbia la meglio. Per riuscirsi dobbiamo dare risposte alla gente comune.

Ed è quello che Boldrini ritiene di fare interpretando appunto in modo «non usuale» il ruolo di presidente, «occupandomi delle questione all'attenzione dell'opinione pubblica, come l'immigrazione insieme a tante altre: questioni di genere, lavoro, giovani, start up, rispondendo alle tante lettere di cittadini che mi scrivono».

MALESSERE DIFFUSO - La presidentessa della Camera ha concluso: «Nel nostro Paese c'è molto malessere, è fondato, abbiamo vissuto anni di profonda crisi, è legittimo e va ascoltato, non ci si deve meravigliare che le persone scendano in piazza. Ma non va strumentalizzato a scopi politici. Se vogliamo contenere e contrastare questo malessere bisogna dare lavoro, pensioni che arrivino alla fine del mese. Il movimento dei forconi si è diviso, a Piazza del Popolo c'erano meno persone del previsto ieri, non significa che ci sia meno malessere, è dovere delle istituzioni dare attenzione e risposte a quel malessere».