20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Sicurezza

«Faremo di tutto per impedire le infiltrazioni di tutte le mafie: faremo un Expo mafia-free»

Il ministro dell'Interno Alfano: «Nonostante il progressivo affinamento delle attività abbia consentito alla criminalità organizzata di proiettarsi con successo nello scambio immateriale degli scambi finanziari e delle relazioni di affari, il tratto che da sempre la distingue la mafia da ogni altro sodalizio rimane tuttora legato al controllo del territorio, da cui derivano potere e prestigio»

MILANO - «Faremo di tutto per impedire le infiltrazioni di tutte le mafie: faremo un Expo 'mafia-free'», ha dichiarato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, nel corso della sua audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia in trasferta oggi è domani nella Prefettura di Milano.

MAGISTRATI MINACCIATI SOTTO MASSIMA PROTEZIONE - Il vicepremier ha poi ricordato che dopo gli episodi di intimidazione, per quattro giudici è stato dato un dispositivo di protezione ravvicinata di massimo livello: «a questi magistrati garantiamo che nessun dettaglio sarà trascurato e che il livello di sicurezza nei loro confronti sarà mantenuto altissimo». Alfano ha sottolineato che la sua dichiarazione riguardo «ipotesi di azioni eclatanti» da parte della mafia è stata fatta per «non trascurare alcun fattore di rischio».

MAFIE CREANO SOTTOSVILUPPO - Il leader del Nuovo centrodestra (Ncd) ha ricordato che le organizzazioni criminali sono «uno dei più importanti fattori di sottosviluppo del Mezzogiorno e costituiscono un freno per lo sviluppo e una grave minaccia della produttività economica di diverse parti del Paese».

OBIETTIVO DECAPITARE VERTICI - «Nonostante il progressivo affinamento delle attività abbia consentito alle mafie di proiettarsi con successo nello scambio immateriale degli scambi finanziari e delle relazioni di affari - ha proseguito il ministro - il tratto che da sempre distingue la mafia da ogni altro sodalizio criminale rimane tuttora legato al controllo del territorio, da cui derivano potere e prestigio». Da qui la necessità, secondo Alfano, di «decapitare i vertici», perché anche dalla latitanza e dal carcere i boss «riescono a dare ordini precisi all'esterno. I boss mafiosi sappiano che se provano ulteriormente a fare uscire delle informazioni siamo pronti ad indurire ancora, sempre di più, la legislazione sul carcere duro».

41-BIS IMPEDISCE COMUNICAZIONE ESTERNA - Sollecitato in merito all'intercettazione tra Totò Riina e un boss della Sacra corona unita in cui si faceva riferimento ad un possibile attentato contro il pm di Palermo, Nino Di Matteo, il ministro ha spiegato che «la legislazione sul carcere duro serve, voglio ricordarlo, ad impedire che ogni forma di comunicazione dall'interno del carcere possa trasferirsi all'esterno: non avremo alcuna timidezza nel fare tutto ciò che è necessario perché dall'interno delle strutture carcerarie non si possano dare ordini verso l'esterno».

74 LATITANTI ARRESTATI - Il titolare dell'Interno ha poi ricordato che nel 2013 il numero di mafiosi arrestati è stato in linea con quello degli anni passati, con 74 latitanti catturati, di cui 28 appartenenti alla camorra e 20 alla 'ndrangheta.