28 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Legge di stabilità

«Per alcuni ayatollah il rigore non è mai abbastanza»

Il premier Letta: «L'Europa finirà per morire e le nostre imprese finiranno per morire. Andrò a Berlino a cercare di parlare all'opinione pubblica tedesca per spiegare perché l'Ue deve essere solidale»

ROMA - Sono due le categorie di avversari che la linea politica del governo deve fronteggiare in Italia e in Europa: «Chi vuole più spesa e deficit e gli ayatollah del rigore». Lo ha sostenuto il presidente del consiglio Enrico Letta nel suo intervento all'assemblea di Federcasse. Contro questi due fronti «noi stiamo in mezzo e non è facile. Abbiamo bisogno di alleati in Italia e in Europa».

DI TROPPO RIGORE SI MUORE - «Per alcuni ayatollah il rigore non è mai abbastanza, ma di troppo rigore - ha ammonito il premier - l'Europa finirà per morire e le nostre imprese finiranno per morire». Per questo motivo, ha continuato Letta: «Andrò a Berlino a cercare di parlare all'opinione pubblica tedesca per spiegare perché l'Europa deve essere solidale. L'Italia ha le carte in regola perché la nostra voce sia ascoltata. C'è bisogno di politiche per la crescita e noi lo possiamo dire perché abbiamo i conti in ordine».

L'UNIONE BANCARIA - Poi il primo ministro è tornato su un tema a lui caro: «Sull'unione bancaria - ha affermato il premier - si può procedere con gli strumenti esistenti e non modificando i trattati». Letta ha richiamato il suo recente incontro con il presidente francese Francois Hollande, nel quale «è stato confermato - ha spiegato - un impegno comune perché al Consiglio europeo di dicembre non si facciano passi indietro».

DEBITO E DEFICIT GIÙ DA 2014 - Il presidente del Consiglio è tornato a parlare della Penisola: «Finché l'Italia non sarà arrivata almeno a un tasso di interesse del 3 per cento sui bond decennali continueremo a vivere una situazione di vulnerabilità. L'Italia il prossimo anno avrà dopo tanti anni sia il debito pubblico sia il deficit in discesa. Questo - ha aggiunto - ci fa avere delle critiche sulla legge di stabilità da chi vorrebbe più spesa e più deficit».

IL VALORE DEL TERRITORIO - Secondo il primo ministro: «Il fare del male, il fregare, l'essere contro le regole, come talvolta è accaduto anche nel vostro mondo, finisce per essere una cosa contro i territori, le città e le tradizioni e la sanzione diventa indelebile. La logica è che l'intero sistema Paese deve remare nella stessa direzione, so che potremo lavorare insieme. Il nostro sistema deve avere un mix di scelte europee e una forte determinazione nazionale. Voglio testimoniare la vicinanza al vostro mondo che non deve sentirsi eccentrico a come funziona il sistema finanziario, voi rappresentate la modalità migliore con la quale un sistema finanziario di raccolta del credito può essere in grado di aiutare il territorio. Se perdiamo il radicamento nei territori perdiamo la grande forza che ci ha sempre rappresentato negli anni. Non va abbandonata la logica di attenzione all'impresa basata sul legame con i territori e le città, basata su un concetto di fiducia ancora legato a parole antiche che non è vero che devono essere buttate via perché non vanno bene nel mondo della finanza, quella stessa finanza dove le formule matematiche hanno portato al collasso nel 2007».

SPENDING REVIEW - La spending review affidata al commissario Carlo Cottarelli deve essere finalizzata a obiettivi precisi: secondo il presidente del Consiglio «i tagli di spesa non devono finire nel calderone. Sono tre gli obiettivi: la riduzione delle tasse sul lavoro, che vanno avvicinate alla media europea, alcuni investimenti produttivi e la riduzione del deficit e del debito».