Letta: «Mischiare le vicende di Belusconi con il governo non porta a nulla, neanche al Pdl»
Il premier: «Capisco che ci sia delusione, ma il 'cupio dissolvi' non porta da nessuna parte. E' necessario guidare fino all'obiettivo del 2014, con una legge di stabilità che deve portare effetti»
LA VALLETTA - Enrico Letta ha ribadito: la vicenda personale e giudiziaria di Silvio Berlusconi deve restare slegata dalle sorti del governo.
DUE VICENDE VANNO SEPARATE - Il premier, conversando con i giornalisti a Malta, ha detto: «Capisco che ci sia delusione, ma il 'cupio dissolvi' non porta da nessuna parte. Continuo a non vedere quali alternative serie ci siano» all'attuale esecutivo, ha detto Letta secondo cui «far scendere l'aereo non serve a niente e nessuno, non cambia niente neanche per il Popolo della libertà (Pdl). E' necessario guidare fino all'obiettivo del 2014, con una legge di stabilità che deve portare effetti. Mischiare le due vicende non porta da nessuna parte. L'ho detto fin dall'inizio a Berlusconi e l'ho ribadito nei due passaggi della fiducia. Le due vicende vanno separate e se non si separano non c'è guadagno per nessuno, solo avvitamento della crisi. La mia linea rimane quella e sono molto determinato».
GIUDIZIO NEL 2014 - Quindi il presidente del Consiglio ha chiarito: «Il mio orizzonte si ferma sul lavoro per i 18 mesi per cui ho avuto la fiducia e su cui voglio essere giudicato. Siamo fermi al 2 ottobre e in questo sono fiducioso, la situazione ha dimostrato che è quello che è successo» in occasione della fiducia all'esecutivo «era giusto». Letta ha poi parlato della legge di stabilità: «Sono veramente tranquillo, sereno e fiducioso e lavoro per far sì che la legge di stabilità sia migliorata in Senato e che si porti a compimento il percorso fino al 2014 per raggiungere l'obiettivo per cui voglio essere giudicato. Quello che si può dare oggi è un giudizio a metà strada».
RIFORMA ELETTORALE SPETTA A PARLAMENTO - Quanto all'ipotesi che il governo vari un decreto per la riforma elettorale, ha commentato il primo ministro: «La legge elettorale è compito del parlamento e mi aspetto che il parlamento dia una risposta. E' evidente che il governo può intervenire per decreto se il Parlamento chiede un intervento di urgenza, fare un decreto contro il Parlamento sarebbe una cosa ai limiti della forzatura istituzionale. Se il parlamento lo ritiene opportuno lo chieda e sono pronto a ragionare. Il porcellum è il male assoluto e metto il governo a disposizione del Parlamento, non contro o si creerebbe un corto circuito istituzionale».
EMERGENZA MEDITERRANEO - Poi Letta ha parlato del suo incontro con il primo ministro di Malata, Joseph Muscat: «Il messaggio fondamentale che ho voluto esprimere è che quanto accade nel Mediterraneo non è una normale situazione già vissuta in questi anni, ma è una situazione figlia della constatazione del fallimento delle primavere arabe e delle rivoluzioni che dovevano stabilizzare e che invece sono situazioni totalmente destabilizzanti. Serve una nuova politica europea per la sponda sud del Mediterraneo. E' assolutamente necessario che l'Europa si faccia carico di questa politica».
ITALIA E MALTA IN PRIMA FILA - Il premier ha proseguito: «Sul tema immigrazione c'è bisogno di decisioni europee, non bastano le buone volontà nazionali di paesi come Malta e Italia che sono in prima fila. Abbiamo deciso di andare al Consiglio europeo di dicembre e al Consiglio dei ministro dell'interno dei primi di dicembre con una comunanza di posizioni, che ci consenta di ottenere risultato subito, secondo gli impegni che ci siamo presi all'ultimo Consiglio europeo, sia in termini di applicazioni e rafforzamento di decisioni già prese, come Frontex ed Eurosur, sia in termini di triangolazioni dell'Ue con i Paesi terzi».
SERVE POLITICA SPONDA SUD - Con l'occasione il presidente del Consiglio ha ringraziato i militari italiani impegnati nel Mediterraneo: «Dobbiamo essere orgogliosi dell'iniziativa Mare Nostrum innanzitutto perché si sono salvate centinaia di vite umane. La tragedia di Lampedusa ha commosso il mondo, una tragedia che si sarebbe potuta ripetere varie volte nelle settimane successive, nelle stesse modalità. Questo non è accaduto perché c'è stato un lavoro molto intenso dei nostri militari, hanno dimostrato un'attenzione, spirito di solidarietà ed efficienza straordinaria. Il Mediterraneo non può essere un mare di morte, ma è un mare di vita di sviluppo, di scampi. Ecco perché non possiamo limitarci ad avere parole in cambio di impegni che noi chiediamo. Il nostro impegno sarà molto forte. Dobbiamo porre a livello europeo con grande forza perché qui si gioca una capacità di sviluppo dell'interno continente che non è risolvibile in un attimo, c'è bisogno non solo di pattugliamento e salvataggio, ma di una nuova politica europea verso l'Africa e il Medio oriente. Politica verso sponda sud mediterraneo è fallita in questi venti anni. Noi abbiamo bisogno e vogliamo lanciare una nuova politica dell'Europa verso il mediterraneo. E' assolutamente necessario - ha ripetuto - che l'Europa si faccia carico di questa politica».
PRESIDENZA UE ITALIA PRO CRESCITA - Infine Letta ha ribadito la sua idea di presidenza italiana del semestre europeo nel 2014: «In Europa siamo alla fine di una legislatura basata sull'austerità, oggi abbiamo bisogno di lanciare a livello europeo una legislatura che sia pro crescita. E' lo scopo della presidenza italiana. Sarà pro crescita. Il nostro obiettivo è far scattare la parola crescita come parola guida in Europa, in modo che questi Paesi siano alleati su questa linea. E sono convinto che in Germania questa linea lungimirante prevarrà. Guardiamo tutti con grande attenzione al negoziato in Germania sulla formazione del nuovo governo - ha spiegato Letta - Quello che sarà deciso sarà importante a livello europeo. L'auspicio è che quel negoziato porti a politica economica che consideri prioritario anche in Germania la crescita anche in Europa. So che è una discussione dura, difficile. Capisco che abbiano bisogno di tempo. Ma sono convinto che prevarrà la linea europeista - ha ripetuto - la linea che considera la crescita in Europa come fondamentale anche per la Germania».