29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Legge di stabilità

Letta: «Per la prima volta una manovra senza tagli a sanità o al sociale»

Il Premier difende la legge di stabilità davanti ai parlamentari del Pd: «Inizia la discesa della spesa fiscale di famiglie e imprese. Nel 2014 ci saranno meno tasse su attività finanziarie e meno su famiglie e imprese. Per la prima volta si inverte la dinamica del passato per cui la spesa d'investimenti era sacrificata rispetto a quella corrente »

ROMA - Nel valutare la legge di stabilità è bene ricordare che negli ultimi anni si varavano solo manovre di tagli, ha sottolineato il premier Enrico Letta incontrando i parlamentari del Partito democratico (Pd): «Dobbiamo ricordarci da dove veniamo, da quando sono in Parlamento io, cioè dal 2001, a parte la finanziaria 2007, tutte le altre manovre avevano tagli alla sanità e alle spese sociali».

INVESTIMENTI NON SACRIFICATI - La manovra varata dal governo invece ha segnato l'avvio del calo della pressione fiscale per le famiglie, secondo il presidente del Consiglio, che ha dichiarato: «Inizia la discesa della spesa fiscale di famiglie e imprese. Nel 2014 ci saranno meno tasse su attività finanziarie e meno su famiglie e imprese. Per la prima volta si inverte la dinamica del passato per cui la spesa d'investimenti era sacrificata rispetto a quella corrente, possiamo fare un bilancio senza dover partire da un primo capitolo di tagli per ridurre rapporto deficit- Pil e stare dentro le regole di Bruxelles. Questo aspetto ci differenzia anche da altri Paesi europei, anche quelli virtuosi. Francia e Spagna ad esempio iniziano leggi di stabilità con capitoli per ridurre i deficit».

PARLAMENTO TORNATO AL CENTRO - Quindi Letta ha spiegato: «La legge di stabilità non è la legge di finanziaria. Quest'ultima per decenni era una specie di enciclopedia dentro c'era tutto. Oggi invece è importante legare la legge di stabilità a altre cose già fatte. Tra queste ricordo: bonus giovani, decreto scuola, decreto cultura Dobbiamo e dovete tener conto della fragilità politica ed economica della situazione, quest'ultima anche europea. Tre mesi fa ad esempio quando sono venuto qua non avrei parlato di euro forte. Fenomeno in parte inaspettato, questo, e da gestire. Altro esempio: solo nella settimana del 2 ottobre i tassi di interesse si sono mossi del 20 per cento». In passato la finanziaria, ha ricordato il primo ministro, «veniva approvata a colpi di decreti e fiducie, mai il Parlamento è stato tanto centrale».

RIDOTTO DEBITO - Il capo del governo ha concluso sull'argomento, specificando che è la prima legge di stabilità che avvia una discesa del debito pubblico: «Cosa cambia? Nel dialogo con gli interlocutori poter dire che il debito finalmente scende significa recuperare credibilità».

CRESCITA IN 2014 - Poi Letta ha pronosticato che il Pil italiano tornerà a crescere nel 2014: «Ci sarà finalmente il segno più sulla crescita. La differenza rispetto alle previsioni della commissione Ue si spiega con la partita dei debiti della Pubblica amministrazione (Pa). e con gli ecobonus», temi che stanno avendo un «impatto molto buono». Inoltre il prossimo anno il governo «potrà contare» sulle risorse derivanti dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia in mano alle banche e dal rientro dei capitali dall'estero, in particolare per quanto riguarda quelli detenuti nei forzieri svizzeri, ha continuato Letta che ha aggiunto: «A latere rispetto alla legge di stabilità ci sarà il capitolo della cessione di quote di minoranza di società pubbliche per ridurre il debito. Siamo in grado di chiudere il 2014 facendo scendere deficit, spesa, debito, tasse, disoccupazione e facendo riprendere la crescita. Non sono rivoluzioni, sono obiettivi ragionevoli».

IO CORAGGIOSO - Infine il premier ha assicurato di avere quel «coraggio» che molti gli chiedono, ma ha aggiunto che serve anche «serietà» per guidare il Paese in questa fase: «Io il coraggio ce l'ho e ce lo metto tutto. Ma chi governa oggi l'Italia deve dimostrare molta serietà e responsabilità. Ci sono troppe variabili di rischio da non trascurare». Gli ultimi sei mesi sono stati una «continua corsa a ostacoli» per il governo, ha detto il presidente del Consiglio: «A ogni ostacolo superato - ha aggiunto - abbiamo dovuto pensare a quello successivo».