18 agosto 2025
Aggiornato 03:00
Centrosinistra | Governo Letta

Il Pd giura fedeltà a Letta ma avverte: «Nessun governicchio»

Epifani: «No ad un governo che trova un po' di voti di transfughi», Franceschini, da Berlusconi proposta «assolutamente irricevibile», Leva: «Riflettano nel Pdl su cosa significherà essere ritenuti corresponsabili di disastro sociale ed economico per salvare un condannato per frode fiscale», D'Alema, «Non sono un fan di elezioni anticipate, ma a volte sono una via d'uscita»

ROMA - «Il centrodestra sta facendo saltare in aria il Paese ed era evidente che di fronte ad una instabilità così clamorosa lo spread sarebbe ripartito». Il segretario del Partito democratico (Pd), Guglielmo Epifani, intervistato da Radio 24, ha spiegato come pensa evolverà la situazione del governo Letta dopo le dimissione di ministri del Popolo della libertà (Pdl): «Non spero nelle elezioni ma non le temo, questo deve essere il nostro atteggiamento. Ma siamo pronti a tutto»

NO A GOVERNICCHIO DI TRANSFUGHI - Epifani ha ribadito che il Pd dice «no al governicchio. Questo vuol dire no ad un governo che trova un po' di voti di transfughi e vive una vita stentata». Poi l'ex sindacalista ha «sposato» una tesi cara al Cavaliere, rispondendo alla domanda se i magistrati politicizzati abbiano inciso sul nostro Paese con un: «Per una parte, in parte». Il segretario del Pd ha poi confermato il congresso resta fissato l'8 dicembre, nonostante la situazione di incertezza istituzionale.

SPERANZA, ASSOLUTA LEALTA' A LETTA - Il presidente dei deputati del Pd Roberto Speranza ha voluto subito confermare l'appoggio dei Democratici al governo: «Il Pd sostiene convintamente e con assoluta lealtà il governo di Enrico Letta» e la verifica parlamentare del 2 ottobre dovrà servire per garantirne i requisiti indispensabili di «forza e autorevolezza».
Speranza ha poi accusato Berlusconi di aver assunto nei confronti del governo «l'atteggiamento irresponsabile di chi mette i propri interessi davanti a quelli del Paese».
Il ministro per i Rapporti col Parlamento, Dario Franceschini, ha spiegato che il presidente del Consiglio Letta chiederà la fiducia in Aula, dopo le dimissioni dei ministri del Pdl.

FRANCESCHINI, PRIMA CHIARIMENTO POI FIDUCIA - «La fiducia - ha precisato Franceschini - si pone su eventuali risoluzioni presentate nel corso del dibattito, voglio essere istituzionalmente corretto. La volontà del governo è di avere un chiarimento e quindi di chiedere la fiducia».
Quanto alla proposta del Cavaliere di approvare la legge di stabilità in una settimana e poi tornare a votare è «irricevibile», ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento a Otto e mezzo: «Assolutamente irricevibile. Ci vuole un minimo di serietà, tutto il mondo ci guarda, i mercati ci guardano preoccupati. Non si può buttare lì 'la legge di stabilità in una settimana', ci sono dei tempi precisi».

LEVA, PDL GIOCA PARTITA SPIETATA SU PELLE ITALIANI - Danilo Leva, responsabile Giustizia del Pd ha ribadito: «Le decisioni assunte da Berlusconi e dal Pdl sono gravissime: si tratta di un vero e proprio atto di tradimento nei confronti del Paese. Ha deciso di giocare una partita spietata sulla pelle degli italiani e sui loro bilanci già magri. Una raffica di aumenti colpirà le famiglie a causa delle scelte di una persona che ha dimostrato, in maniera cinica, di essere pronta a tutto pur di non rispondere dei reati commessi».
Leva ha proseguito: «Ora serve una risposta democratica, istituzionalmente forte, che porti a dare vita ad un governo vero. Il Paese ha disperata necessità di un orizzonte ampio e su questa esigenza le forze politiche devono dimostrarsi responsabili facendo prevalere l'interesse generale. Riflettano i parlamentari del Pdl su cosa significherà essere ritenuti corresponsabili di un possibile disastro sociale ed economico provocato per salvare un condannato per frode fiscale».

PITTELLA, PDL NON E' GRANITICO - Più conciliante Gianni Pittella, candidato alla segreteria del Pd e vice presidente del Parlamento europeo, che intervenendo a Radio città futura ha sottolineato: «Se personalità della caratura politica di Quagliariello, Lorenzin, Cicchitto e Lupi (i ministri del Pdl dimissionari, ndr) prendono una posizione di dissenso così coraggiosa e responsabile rispetto alla linea dettata da Berlusconi e dagli estremisti del Pdl, lo fanno non per salvare la propria poltrona ma perché hanno in mente una destra moderna, europea e moderata. Siamo di fronte, mi auguro, ad un punto di svolta per la democrazia italiana - ha aggiunto - da troppo tempo infognato in un bipolarismo muscolare. Non più il partito di qualcuno ma il partito degli italiani».

D'ALEMA, NON AMO ELEZIONI ANTICIPATE MA SONO USCITA DEMOCRATICA - Massimo D'Alema a Tgcom24 ha spiegato cosa pensa della possibile crisi di governo: «Se le dimissioni dei ministri del Pdl non verranno ritirate, ci sarà una crisi di governo di cui Berlusconi è responsabile. Pensare di sopravvivere considerando il voto di qualche dissidente darebbe vita a un governo debole esposto ad aggressioni quotidiane. O Berlusconi cambia posizione, cosa che a me sembra francamente questa volta improbabile... un'altra cosa, significa un governo di breve durata che vota la legge di stabilità, che cambia la legge elettorale e poi porta il paese alle elezioni. Non sono un fan di elezioni anticipate, ma a volte sono una via d'uscita democratica».
L'unica altra possibilità ha proseguito l'ex dirigente Democratico, è un «fatto politico nuovo», ovvero la nascita di un partito di moderati da una costola del Pdl: «I giornali parlando dei dissidenti... Se si manifesta un fatto politico molto rilevante, se cioè una parte rilevante di Pdl dovesse distaccarsi da Berlusconi, dalle posizioni estremistiche che oggi prevalgono e fare una scelta europea, allora questo dovrebbe essere considerato, perché potrebbe configurare uno scenario politico nuovo. Un'alleanza politica che non sarebbe più quella delle larghe intese con Berlusconi ma una cosa nuova».