1 maggio 2024
Aggiornato 04:00
Dimissioni Ministri PDL

Le reazioni nel governo Letta

Giovannini: «Bisogna trovare non un esecutivo per pochi mesi ma che ci porti a presiedere il Consiglio europeo l'anno prossimo». Moavero: «Dovremo portare il ddl sulla legge di stabilità alla Commissione Ue per avere un parere entro il 30 novembre, e per la sua approvazione entro il 31 dicembre». Bonino: «Il decreto missioni si farà»

ROMA - I rimanenti titolari dei ministeri del governo Letta hanno espresso tutta la loro preoccupazione per la dimissione dei loro colleghi del Popolo della libertà (Pdl), e hanno sottolineato quanto resta ancora da fare.

GIOVANNINI, ITALIA SETTIMA POTENZA MONDIALE, SIA SERIA - «Riuscire a migliorare e portare un Paese fuori dalla crisi richiede una persistenza di comportamenti che deve durare anni. Solo così si ricostruisce la fiducia. Siamo la settima potenza mondiale e ci si aspetta dall'Italia una leadership seria», ha affermato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ad Agorà.

TROVARE GOVERNO PER TUTTO 2014 - «I gruppi parlamentari valuteranno se è necessario, come io ritengo, trovare non un governo per pochi mesi ma che ci porti a presiedere il Consiglio europeo l'anno prossimo, non è troppo tardi - ha proseguito. Il governo Letta in 5 mesi, nonostante le difficoltà, ha assunto una quantità di provvedimenti impressionanti. Il fatto che tutti gli indicatori di fiducia finalmente tornino verso l'alto credo sia merito anche di questo governo».

IVA, IMU, 90 MILIARDI DA UE E LEGGE STABILITA' - «Oltre a Iva e Imu, in Italia ci sono molte partite aperte - ha spiegato ancora Giovannini. Ci sono molti miliardi dei fondi strutturali europei, che dovrebbero consentire di rilanciare veramente la crescita in Italia, parliamo di 90 miliardi in 7 anni. Poi ci sono i fondi per i giovani e c'è la legge di stabilità in cui abbiamo programmato una riduzione consistente del costo del lavoro a vantaggio delle famiglie e delle imprese. Altrimenti si avrà il blocco totale dell'amministrazione pubblica ma soprattutto si rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti in questi molti anni per resistere alla crisi. La legge di stabilità è il momento in cui un Paese disegna il proprio futuro ma in una situazione di debolezza politica è estremamente difficile farla».

MOAVERO, LEGGE STABILITA' VA DISCUSSA CON UE - L'Italia ha bisogno di una «solida governabilità» e «stabilità di medio termine» anche per poter essere «rappresentata al meglio» agli appuntamenti europei che incombono, a partire dalla presentazione a Bruxelles del bilancio, con la legge di stabilità, che da quest'anno va discusso con la Commissione e i partner dell'Eurozona ancora prima dell'approvazione parlamentare nazionale. Lo ha detto il ministro per le Politiche europee, Enzo Moavero Milanesi, incontrando la stampa a margine del consiglio Affari generali dell'Ue oggi a Bruxelles.
«Dovremo portare il ddl sulla legge di stabilità alla Commissione per avere un parere entro il 30 novembre, e per la sua approvazione entro il 31 dicembre», così come prevedono le nuove norme Ue del «two-pack» sulla governance economica. «Di fronte uno scadenzario così preciso per una legge così importante è essenziale che il nostro Paese possa avere un governo con piena operatività e sostegno parlamentare. Mi auguro - ha proseguito il ministro - che il dibattito di mercoledì in Parlamento possa portare chiarezza».

NESSUN COMMISSARIAMENTO IMMEDIATO - Moavero ha poi negato che ci sia un rischio immediato di commissariamento dell'Italia da parte della Troika (Commissione Ue, Bce, Fmi). «Detto così brutalmente non è vero: l'Italia non è sotto programma» di salvataggio mediante il Fondo salva-Stati, «anzi - ha rilevato il ministro - è fuori dalla procedura per deficit eccessivo» ciò che è «molto importante per un Paese come il nostro che ha un debito pubblico molto più alto di quello degli altri. L'Italia si è impegnata a mantenere il rapporto deficit/Pil sotto il 3 per cento: non si può parlare di Troika. Ma è vero - ha aggiunto Moavero - che il governo ha l'obbligo di trasmettere il trust della Legge di stabilità a Bruxelles e che potrebbe ricevere sollecitazioni se ci fossero significativi elementi di dubbio da parte della Commissione o dell'Eurogruppo. E' necessario che uno Stato membro sia rappresentato al meglio con un governo con un solido sostegno parlamentare», ha concluso il ministro.

BONINO, MISSIONI SARANNO FINANZIATE - «Il decreto missioni si farà, ci mancherebbe pure che i nostri cooperanti e militari in missione all'estero rimanessero senza copertura» ha dichiarato il ministro degli esteri Emma Bonino al termine dell'incontro alla Farnesina con il presidente della Cicr (comitato della Croce rossa internazionale) Peter Maurer, in vista dell'approvazione del decreto missioni.
Bonino ha aggiunto: » Io faccio il mio mestiere e penso che crisi o non crisi un governo in carica ci sarà, non fosse altro che per gli affari correnti. Dopo di che uno spera sempre che prevalga il senso di responsabilità e il senso del Paese».

KYENGE, CI SIA CONFRONTO IN PARLAMENTO - «E' bene andare ad un confronto parlamentare vero e chiaro sulle proposte che farà il presidente del Consiglio. Mi auguro che da questo imminente appuntamento scaturisca una conferma, da parte della maggioranza dei deputati e dei senatori, della volontà di pensare al bene comune superando gli interessi di ogni singola parte politica». Lo ha affermato in una dichiarazione la ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge.
«In queste ore ci troviamo davanti ad un passaggio politico cruciale nel nostro Paese: le imprese, i lavoratori, l'insieme della nostra società si aspetta dalla politica risposte chiare ai propri bisogni. Per far questo serve stabilità, ma soprattutto scelte chiare e condivise, che ci permettano di portare il nostro Paese in sicurezza nei conti pubblici e dove le forze politiche siano in grado di darsi nuove regole, a partire dalla riforma della legge elettorale».

CANCELLIERI, DECIDE LA POLITICA - «Fate parlare la politica, è la politica che decide» la 'tecnica' Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, ha risposto così ai giornalisti, a Firenze, su cosa accadrà dopo le dimissioni dei ministri del Pdl.