20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Le reazioni

Tutti contro il video-messaggio del Cavaliere, tranne i suoi

Epifani: «Da Berlusconi toni irricevibili e sconcertanti. Si assume responsabilità di ciò che può accadere al governo», Sel: «Film di 20 anni fa», Idv: «Denuncia per vilipendio», M5s: «Un condannato per fatti gravi che incita alla rivolta», Sc: «Così non si aiuta Letta»

ROMA - Le parole di Silvio Berlusconi sono «irricevibili, sconcertanti», perché pongono una ipoteca «pesante sul futuro dell'azione di risanamento» che il governo sta portando avanti. Questa è stata la prima reazione del segretario Partito democratico (Pd) Guglielmo Epifani, conversando con i giornalisti alla Camera dopo la diffusione del video-messaggio del Cavaliere.

PD, IRRESPONSABILE CHE GETTA BENZINA SU FUOCO - «Ho trovato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi innanzitutto sconcertanti per i toni da guerra fredda che ha usato: toni offensivi verso il centrosinistra che noi non ci permetteremmo mai nei confronti del centrodestra».
Secondo il leader Pd è una «dichiarazione, irresponsabile: mentre la crisi morde e il governo Letta è impegnato in un'azione di risanamento, lui getta benzina sul fuoco. Per quanto mi riguarda, si assume la responsabilità di ciò che potrà accadere al governo».
Inoltre, ha aggiunto il segretario Democratico: «Sembra la dichiarazione di uno uomo che non è mai stato al governo, è assurdo questo messaggio alla ribellione. Quelli che si dovrebbero ribellare sono i giovani, i disoccupati...». Allo stesso modo «gli attacchi alla magistratura sono assolutamente irricevibili e non condivisibili. E' una dichiarazione che mette una cosa pesante sul futuro dell'azione i risanamento», ha concluso l'ex sindacalista.

AI LIMITI DELL'EVERSIONE - Il responsabile Giustizia del Pd Danilo Leva ha accusato Berlusconi di «un esercizio ai limiti dell'eversione istituzionale. In una deriva peronista, aggredisce in maniera indegna la magistratura rea di fare solo il suo lavoro e cerca in un improbabile quarto grado mediatico di giudizio di sovvertire le verità processuali accertate».
Leva ha spiegato: «Silvio Berlusconi è stato condannato con sentenza definitiva non per reati connessi alla sua attività politica ma per reati gravissimi compiuti nell'esercizio della sua attività imprenditoriale ai danni della comunità. Oggi vengono al pettine 20 anni di conflitto di interesse di una persona che ha usato il consenso popolare solo per porsi al disopra della legge, mettendo in piedi un castello di provvedimenti ad personam studiati solo per tale fine. In un paese civile il Berlusconi di turno sarebbe andato in tv per riconoscere la propria colpa e per annunciare un passo indietro. Qui da noi, invece, rilancia chiedendo agli onesti di ribellarsi, tacendo il fatto che loro pagano le tasse e non frodano il fisco per oltre 200 milioni di euro, cifra che servirebbe a garantire la Cassa integrazione straordinaria per alcuni mesi a migliaia di persone».

SEL, FILM VECCHIO DI 20 ANNI - «Siamo alla patetica riproposizione, un po' invecchiata, di un film già visto 20 anni fa. Un film incentrato sulla tutela della sua persona e dei suoi interessi, in spregio ad ogni principio che vuole tutti i cittadini uguali davanti alla legge». Questa la dichiarazione a nome di Sinistra ecologia e libertà (Sel), del parlamentare Nicola Fratoianni.
«Ridicolo poi - ha proseguito l'esponente di Sel - che Berlusconi inneggi alla rivolta contro le tasse e l'insostenibile pressione fiscale verso imprese e famiglie, e che sono la conseguenza delle politiche dei governi da lui guidati nei decenni trascorsi. Curiosamente salva il governo delle larghe intese, che ci appare sempre più la sua zattera a cui si aggrappa. Berlusconi e il governo che lui appoggia rimangono il principale ostacolo alla soluzione dei problemi del Paese».

M5S, PREOCCUPATI DA CHI INCITA A RIVOLTA - Il senatore del Movimento 5 Stelle, Mario Giarrusso, prima dell'inizio della riunione della Giunta per le immunità del Senato si è detto «preoccupato» perché a capo di uno dei principali partiti di governo «c'è una persona in quelle condizioni: un condannato per fatti gravi che incita alla rivolta. Penso che in un paese normale - ha aggiunto - il ministro dell'Interno non possa dipendere da un leader come lui che attacca la magistratura. Alfano dovrebbe riflettere e penso debba fare un passo indietro. Oggi in Giunta si applicherà la legge - ha detto Giarrusso - una cosa semplice e rivoluzionaria».

SC, NON AIUTA GOVERNO - Secondo il presidente dei senatori di Scelta Civica (Sc), Gianluca Susta: «Le ragioni che hanno portato alla formazione del governo Letta non sono venute meno con questo video-messaggio ma sicuramente questo linguaggio e questo attacco alla magistratura e alle forze politiche non aiutano», ha twittato Susta.

IDV, LO DENUNCIAMO PER VILIPENDIO - Il presidente dell'Italia dei valori (Idv), Antonio di Pietro ha scritto sul suo blog: «Silvio Berlusconi non si smentisce mai. Anche oggi è riuscito a commettere un reato. Egli, infatti, ha violato l'articolo 290 del Codice penale che recita: 'E' punito chiunque pubblicamente vilipende la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, ovvero il governo o la Corte costituzionale o l'ordine giudiziario'. Berlusconi riferendosi alla magistratura, ha affermato che 'è un contro-potere dello Stato' e che 'siamo diventati una democrazia dimezzata, alla mercé di una magistratura politicizzata'».
«In sostanza Berlusconi accusa la magistratura, contrariamente al vero, di utilizzare il proprio ruolo non per far rispettare la legge, ma per violarla, ha proseguito Di Pietro. Siccome questo non è vero ha commesso il reato indicato all'articolo 290 del Codice penale».
Per tale motivo - ha spiegato il presidente dell'Idv- «abbiamo preparato un esposto che presenteremo alla Procura della Repubblica contro Silvio Berlusconi, affinché questa proceda penalmente nei suoi confronti per attentato a un organo costituzionale, in particolare a quello giudiziario, per averlo squalificato mentre questo svolgeva il proprio lavoro. Credo sia arrivato il momento di iniziare a far rispettare le leggi e di fidarsi solo di chi le rispetta».