7 ottobre 2024
Aggiornato 04:00
Lettera del Premier al quotidiano inglese che l'aveva criticato

Il Professore replica al Financial Times: Mi sottovalutate

Ciò che questo governo ha fatto per risanare l'Italia, per tenere bassi i prezzi e creare più lavoro nel settore dei servizi è «senza precedenti», in un arco di tempo così breve e senza una vera maggioranza in Parlamento. Ma il lavoro non è finito. «Per questa ragione sono entrato nell'arena politica»

ROMA - Ciò che questo governo ha fatto per risanare l'Italia, per tenere bassi i prezzi e creare più lavoro nel settore dei servizi è «senza precedenti», in un arco di tempo così breve e senza una vera maggioranza in Parlamento. Ma il lavoro non è finito. «Per questa ragione sono entrato nell'arena politica, per supportare le forze provenienti dalla società (e ce ne sono tante) che vogliono che il paese cresca attraverso il cambiamento, il merito ed il rispetto della legge». Con una lettera al Financial Times, linkata ad un tweet sul profilo ufficiale del premier, Mario Monti risponde all'editoriale con cui il quotidiano britannico questa mattina definiva il professore inadatto a guidare l'Italia.

«Di tanto in tanto ci godiamo i pezzi di Wolfgang Munchau - si legge nell'incipit della lettera - che costituiscono una variazione delle sue consuete critiche e insoddisfazioni nei confronti della cancelliera tedesca Angela Merkel riguardo a crisi dell'area euro».

«Ma il giornalista - prosegue il premier uscente - sottovaluta i risultati ottenuti dal mio governo, che sono stato chiamato a guidare in una situazione di emergenza». Monti ricorda il «novembre 2011», quando «l'Italia fu vicina ad essere esclusa dai mercati finanziari». E quindi, ridurre le necessità finanziarie «in questo caso è stato un imperativo. Ciò poteva essere fatto soltanto alzando la tassazione, che era stato già deciso ma non attuato dal precedente governo».

Monti rivendica poi l'azione «senza precedenti» del suo governo per «abbassare i prezzi e creare più posti di lavoro nel settore dei servizi in un periodo di tempo così breve e senza l'appoggio di una vera maggioranza in parlamento. Ora i mercati italiani sono aperti come nella media europea, in qualche caso anche di più. Si stima che le riforme avranno aumentato il potenziale di crescita dell'economia italiana almeno di quattro punti percentuali di prodotto interno lordo entro il 2020, ma il lavoro non è ancora finito».

«Con i conti pubblici in salute e tra i più sostenibili del mondo, come ha riconosciuto il Fmi, l'Italia può ora permettersi - prosegue Monti - qualche margine di manovra per sostenere le attività e l'impiego e per avere maggiore equità».

«Dobbiamo certamente essere più ambiziosi - conclude la lettera - e accettare la sfida non solo di preservare ma di rafforzare l'integrazione europea ottenuta finora, a partire dall'Unione economica e monetarie e questo è ciò per cui ho lottato finora».